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Processione di san Cassiano: una fede che dialoga con tutti

Da 290 anni nella terza domenica di Pasqua si celebra a Bressanone la tradizionale processione che vede sfilare tutte le comunità parrocchiali del circondario con le reliquie dei patroni diocesani Cassiano e Vigilio. “La processione è un segno visibile della scelta di testimoniare la fede nella società attuale”, ha detto oggi (14 aprile) il vescovo Ivo Muser nella celebrazione in duomo. Muser ha parlato anche delle elezioni europee di giugno e ha invitato i cristiani a proteggere la casa comune Europa da populismi, nazionalismi, discriminazioni e a dialogare nella diversità.

Circa 4mila fedeli hanno partecipato alla storica processione di san Cassiano a Bressanone, che si svolge dal 1734 e risale alla festa della traslazione delle reliquie di san Cassiano, portate da Imola nel duomo cittadino. La domenica di san Cassiano, la terza di Pasqua, sfilano i busti con le reliquie dei santi patroni diocesani Cassiano e Vigilio, le comunità parrocchiali del circondario, le bande musicali, associazioni e movimenti ecclesiali con i relativi gonfaloni. Il grande corteo rappresenta da 290 anni un momento culminante dell’anno diocesano e solo in tre occasioni non si è svolto: nel 1945 alla fine della guerra e nel 2020 e 2021 a causa della pandemia da Covid. Alle 9 il vescovo Ivo Muser ha presieduto la celebrazione nella cattedrale di Bressanone, a seguire si è snodata la processione lungo le vie del centro prima del ritorno in piazza Duomo per la benedizione finale.

Nella sua omelia il vescovo Muser ha ribadito che “ciò che caratterizza la Chiesa sono persone missionarie. La Chiesa ha un futuro dove ci sono persone che vogliono essere cristiane, che partendo dalla loro fede entrano entrare in dialogo con la società e la cultura.” Muser ha ricordato che nella società complessa di oggi “una Chiesa che non provoca e che non va controcorrente, una Chiesa che segue il flusso delle opinioni, deve chiedersi se è davvero sulle orme del Vangelo e del Risorto crocifisso. È il momento di prendere una decisione personale a favore della fede. La processione di san Cassiano è un segno visibile e collettivo di questa decisione.”

Nel rimarcare quanto sia importante che i cristiani siano riconosciuti come tali nella società, il vescovo si è soffermato sulle elezioni europee del 9 giugno per quell’Unione fondata anche come comunità di valori cristiani e umanistici: “Ma oggi lo spirito europeo – ha osservato Muser – perde forza. Il grande noi si frantuma in tanti noi sempre più piccoli. Nella casa Europa, gli abitanti si stanno sempre più ritirando dentro le loro quattro mura. Toni nazionalistici, populisti e discriminanti sono diventati nuovamente presentabili.”

Spesso questo isolamento appare sotto le insegne cristiane, ad esempio per salvare il cosiddetto Occidente cristiano, “ma il pensiero audace dei primi cristiani – ha chiarito il vescovo – era un altro. La consapevolezza cristiana conosce le proprie radici, le cura, le difende e le vive in un dialogo aperto e costruttivo con le identità di altri.” Ancora una volta Muser ha dunque ricordato che “non sono gli altri a mettere in pericolo la nostra identità. Sta a noi decidere se nella realtà attuale vogliamo diventare, essere e restare cristiani. Questa è la nostra responsabilità, non dobbiamo creare e alimentare paure verso la diversità degli altri.”

La processione di san Cassiano richiama a una lunga tradizione di fede, ha concluso il vescovo, “portata sulle spalle degli apostoli, dei martiri, dei santi, dei vescovi, dei sacerdoti e dei religiosi, delle madri e dei padri, delle donne e degli uomini che hanno creduto prima di noi. Oggi dipende anche da noi se questa storia di fede continua o viene interrotta.”

Alla processione di quest'anno, la Confraternita sacramentale di Bressanone ha indossato per la prima volta le nuove vesti talari. Al termine del rito, il vescovo ha benedetto i nuovi paramenti di colore viola dei 56 confratelli che portano le reliquie dei patroni e le bandiere durante le processioni e ha auspicato che queste persone possano sempre vivere e testimoniare pubblicamente la loro fede.