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Accoglienza dell'urna di San Giovanni Bosco

Cari padri salesiani, cari confratelli, cari giovani, sorelle e fratelli carissimi!Abbiamo sentito l´invito dell’apostolo Paolo: “Rallegratevi sempre nel Signore, ve lo ripeto, rallegratevi”. Queste parole esprimono il significato di questa celebrazione, con la quale vogliamo salutare e ricordare San Giovanni Bosco, oggi in modo particolare presente tra di noi. San Giovanni Bosco è stato certamente un grande dono del Signore alla Chiesa, un singolare testimone del Vangelo. Non è questo il momento per ricordare i tempi nei quali è vissuto don Bosco e le difficoltà che ha dovuto affrontare. Ma la sua passione evangelica lo spingeva ad affrontare con audacia e coraggio i problemi che emergevano dalla società del suo tempo. Tra tutti si imponeva la tragedia dell’abbandono dei ragazzi e dei giovani. Essi venivano barbaramente sfruttati nelle officine e nelle fabbriche. Il lavoro minorile era una delle tragedie della società europea dell’epoca che avanzava sulla via dell’industrializzazione. E scarsa era la coscienza della società civile di fronte a questo drammatico sfruttamento. Fiacca era anche l´impegno per i giovani da parte della stessa comunità ecclesiale presa, in quegli anni, dai problemi politici e culturali relativi al rapporto tra Chiesa e Stato italiano. Don Bosco, in questo contesto, prese una nuova strada, non restò impigliato nelle polemiche e nei dibattiti. Fin da giovane sacerdote, anzi già da ragazzo, si impegnò immediatamente sulla frontiera dell’educazione e della salvezza dei giovani. Non aspettò indicazioni dal parroco, non fece corsi particolari di aggiornamento pedagogico e neppure attese che gli fossero date istruzioni dai vari responsabili. Fu il Vangelo stesso a suggerirgli l’amore per i più piccoli e per i più poveri. Era ancora ragazzo quando iniziò a radunare i suoi coetanei facendoli giocare e pregare. Sì, fu il Vangelo il suo primo e più autorevole maestro. È dal Vangelo, possiamo dire, che don Bosco capì la centralità dei giovani nella pastorale della Chiesa. Basta infatti aprire le pagine di questo libro per comprendere il fuoco deposto nel cuore di chi lo ascolta. Abbiamo ascoltato la pagina evangelica di Matteo. Gli apostoli stanno discutendo tra loro su chi sia il più grande. Non ci meravigliamo, care sorelle e cari fratelli, di questa scena. Anche noi la conosciamo bene. Quante volte ci accade di discutere per rivendicare posti e attenzioni, interessi e posizioni! E quante volte ci inquietiamo tra noi per affermare noi stessi, le nostre opinioni, i nostri desideri le nostre proposte! Mentre accade questo, Gesù prende un bambino e lo pone in mezzo e dice ai discepoli: “Se non vi convertirete e non diventerete come bambini non entrerete nel regno dei cieli”. Sì, al centro della nostra attenzione non deve essere la preoccupazione per noi stessi, ma per i piccoli, i deboli, per coloro che non hanno voce e strumenti per diffendersi. Essi debbono stare al centro della nostra attenzione e anche della nostra comunità cristiana. Sia perché dobbiamo amarli, aiutarli, sostenerli, farli crescere alla scuola del Vangelo, sia perché ci insegnano come essere davanti a Dio, appunto, come figli, come bambini. Don Bosco sta ancora oggi dinanzi a noi con la grande convinzione: Il primo annuncio della fede deve iniziare con l’invito alla gioia, con l’indicazione dove sono le vere gioie della vita, cos’è la vera qualità della vita. Questo è tanto importante nella nostra società dei consumi. Non sono i consumi che danno vera gioia, una gioia duratura, ma è l’amore, è la carità, quest’ultima alla lunga è anche più attraente, se viene percepita come autentica. I giovani di allora capivano che don Bosco li amava veramente, che voleva solo il loro bene, anzi la loro salvezza. Soltanto la carità riesce a suscitare nelle persone il meglio delle loro capacità, il meglio di se stessi.Possa Cristo stesso essere il vero maestro della vita per i nostri giovani, per tutti noi. Davanti alle reliquie di S. Giovanni Bosco chiedo tutti i genitori, i maestri, gli educatori, noi sacerdoti, tutti gli adulti: Siamo testimoni della vita e della fede per i nostri bambini e per i nostri giovani. Non possiamo pretendere nulla da loro se noi non siamo i primi a mettere in pratica ciò che pretendiamo da loro! Non dobbiamo essere perfetti, ma coerenti, sinceri, credibili, impegnati, pronti all´ascolto e all´accoglienza. Le nostre parole insegnano, ma le nostre opere attirano! E più che maestri, i nostri bambini e i nostri giovani hanno bisogno di testimoni! S. Giovanni Bosco, apostolo dei giovani, prega per la tua famiglia salesiana, prega per tutti i nostri giovani, prega per noi. Amen.