Inviati nella vita. Dio è vicino.
Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne da Nàzaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E subito, uscendo dall'acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. E venne una voce dal cielo: "Tu sei il Figlio mio, l'amato: in te ho posto il mio compiacimento".
(Mc 1,9-11 = estratto dal Vangelo di Mc 1,7-11 - ciclo B - 2021)
Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: “Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento”.
(Lc 3,21-22 = estratto dal Vangelo di Lc 3,15-16.21-22 - ciclo C - 2022)
Messaggio:
Dio è con te. Tu sei il suo figlio prediletto. Per questo puoi e devi portare il suo amore al mondo. Lo Spirito di Dio ti libera perché tu possa vivere in pienezza.
Elementi per la predica:
Ciclo B: Marco pone la narrazione del battesimo di Gesù al principio del suo Vangelo. In esso non si trova alcuna narrazione del Natale, né ricordo dell’infanzia di Gesù. Mentre Matteo e Luca, al principio del loro Vangelo, si soffermano sull’ascendenza terrena di Gesù e sulla sua nascita umana, Marco si interessa in primo luogo per la “rinascita di Gesù dall’alto” (Gv 3,3). Il momento decisivo è per Marco il battesimo di Gesù nel fiume Giordano. Anche per noi vi sono per così dire due momenti della nascita: la nascita alla vita terrena, fisica, e la nascita alla vita dei figli di Dio. Anche per noi il battesimo è il momento decisivo, attraverso il quale siamo inseriti nella realtà della vita, della morte e della risurrezione di Gesù Cristo. “Tu sei il mio Figlio amato”: lasciamo risuonare in noi ancora una volta queste parole. Questo “Tu” non è rivolto soltanto a Gesù. Anche noi siamo coinvolti tramite il battesimo in questo evento. “Tu”, sì proprio tu, sei il mio figlio amato.
Ciclo C: Luca pone la narrazione del battesimo di Gesù nel punto di svolta della vita e della missione di Gesù. “Tu sei il mio Figlio, l’amato”: questo “tu” non è rivolto soltanto a Gesù. Anche noi siamo coinvolti, attraverso il battesimo, in questo evento. “Tu”, sì proprio tu, sei il mio figlio amato. Anche per noi il battesimo è il momento decisivo, attraverso il quale siamo inseriti nella missione di Gesù Cristo, come “figli”.
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Quasi quasi verrebbe da aggiungere anche: “la mia figlia amata” – così si risponderebbe meglio alla sensibilità del nostro tempo. E tuttavia vale la pena - prima di compiere questo passo doveroso - soffermarsi ancora un poco sul “figlio”. Il Vangelo di Luca cita qui il Salmo 2,7: si tratta di un salmo di intronizzazione, cioè una preghiera o un canto eseguito in occasione dell’incoronazione di un re. Con l’appellativo di “figlio” non ci si rivolge ad un semplice bambino, ma al principe ereditario, all’erede al trono, chiamato ad assumere la carica di re e a raccoglierne l’eredità. “Il mio figlio sei tu” significa dunque: tu sei il mio inviato, il mio rappresentante, il mio incaricato.
In questo senso, attraverso il battesimo siamo tutti divenuti “figli”: Dio ci dona il suo amore e fa di noi degli inviati, dei messaggeri di amore in grado di rappresentarlo. E, naturalmente, questo vale anche per le “figlie”.
Tu sei il mio figlio amato, la mia figlia amata: il mistero del battesimo è racchiuso del tutto in quest’affermazione. Dio mi accoglie nel suo amore e mi rende suo messaggero di amore. Egli ci dona il suo amore e nel tempo stesso ci affida il compito di portare il so amore nel mondo.
Le acquasantiere all’ingresso delle nostre chiese assumono in questo contesto un significato particolare. Esse ci ricordano che al principio del nostro essere cristiani non vi è un’azione meritoria da parte nostra, ma l’assenso amorevole di Dio: tu sei il mio figlio amato, la mia figlia amata.
Da più di un anno e mezzo, le acquasantiere nelle nostre chiese sono vuote e di conseguenza viene a mancare il rito, ormai familiare, del segno di croce con l’acqua benedetta. Ma forse la situazione che stiamo vivendo può anche aiutarci a riflettere. Quante volte ci siamo fatti il segno di croce con l’acqua santa quasi istintivamente, senza pensare realmente a quello che stavamo facendo? Anche senza l’acqua santa, possiamo soffermarci a pensare quanto è bella la simbologia del rito che compiamo all’entrata e all’uscita di chiesa.
Con il rito all’entrata e all’uscita di chiesa facciamo memoria del sì di Dio che ci accoglie nel battesimo, cosicché possiamo rivolgerci a Lui in ogni momento con fiducia. La nostra vita è custodita nelle sue mani, anche se spesso essa è difficile e noi stessi non siamo perfetti. Dio si prende cura di noi, così come siamo. Egli ci affida il suo Vangelo, il suo annuncio di gioia, che siamo chiamati a portare nel mondo, quali messaggeri e strumenti del suo amore.
La festa del Battesimo del Signore è una buona occasione per porre al centro dell’attenzione il segno di croce che si compie all’entrata e all’uscita di chiesa. Nell’atto di segnarsi con la croce si può pronunciare una breve preghiera, facile da imparare:
Segno di croce all’entrata della chiesa:
Nell’acqua del battesimo
mi hai accolto con amore
Vengo a te in preghiera.
Segno di croce all’uscita di chiesa:
Dall’acqua del battesimo
mi hai mandato nel mondo
Fa’ di me uno strumento del tuo amore.
Ora si possono eventualmente dare indicazioni riguardanti i materiali (link) presenti sul bollettino o nella bacheca parrocchiale.
Anche la benedizione con l’acqua santa a casa ci ricorda il nostro battesimo. Per i genitori, essa può essere un bel modo per percorrere, insieme ai loro figli, la via verso Dio. Una breve passeggiata alla chiesa più vicina può rappresentare, così come la benedizione all’uscita di casa, un momento e un’occasione di dialogo intimo. Non solo i bambini, ma anche i genitori potranno così sperimentare di nuovo quanto sia bello sapere di essere accolti da Dio e chiamati ad accogliersi gli uni gli altri.
Dio abita il nostro quotidiano, fra le nostre quattro mura. Egli è presente sempre e dappertutto, in ogni momento della nostra vita. Le piccole acquasantiere che si trovano in molte case ci ricordano che siamo accolti e inviati nel mondo da lui.
La festa del Battesimo del Signore vuol essere così un invito a vivere il bel rito della benedizione anche a casa. Quando benedici il tuo bambino con l’acqua santa, fai memoria del Battesimo e compi un gesto di tenerezza verso tuo figlio. La benedizione è l’espressione della fiducia che Dio ripone in te/in noi e del mandato di essere messaggeri e strumenti del suo amore.
Tu sei il mio figlio amato, tu sei la mia figlia amata.
Reinhard Demetz