DIOCESI BOLZANO-BRESSANONE
VESCOVO DIOCESANO
Folium Diœcesanum Bauzanense-Brixinense 2013, 361-373.
LINEE GUIDA
per il Rito delle Esequie
1. Le seguenti linee guida sono state redatte dalla Commissione Liturgica su richiesta della Conferenza dei Decani e su richiesta del Vescovo. Esse si basano sul libro liturgico “Die kirchliche Begräbnisfeier. Manuale” (Manuale tedesco) e sul “Rito delle Esequie” (RE). Il loro obiettivo è quello di offrire suggerimenti liturgici e pastorali per i riti nella diocesi.
I. Il compito pastorale nei momenti di lutto
2. La morte, per molti congiunti, è una prova molto difficile, affrontabile spesso solo con l’aiuto di altre persone. La crisi che emerge nelle persone rimaste in vita dall’esperienza della morte necessita di un aiuto empatico e pastorale. Il rito funebre ci permette di prendere congedo in maniera degna dai defunti (si pensi, in proposito, alla pubblicazione del Movimento Cattolico Femminile della Diocesi di Bolzano-Bressanone in lingua tedesca “Star vicini nella malattia e nella morte. Suggerimenti ed esempi per l’attività pastorale con gli infermi e nell’elaborazione del lutto”). Se si vuole offrire conforto e consolazione ai congiunti, l’interpretazione della morte in senso religioso è un elemento fondante. Essa si esprime nel rito di congedo al capezzale, nella composizione, a casa o nelle cappelle del commiato, nella preghiera per i defunti (“veglia funebre”), e, infine, nel rito liturgico delle esequie.
3. Queste celebrazioni invitano ad un’interpretazione precisa della vita, riferendosi all’individualità della defunta/del defunto. Così, anche i rapporti dei viventi con i defunti, e con gli altri viventi, così come il loro rapporto con Dio, devono essere presi in considerazione. Per questo, i congiunti devono essere possibilmente coinvolti nella preparazione e nella configurazione delle celebrazioni liturgiche. Bisogna tener conto anche di coloro che, pur non facendo parte della Chiesa o non condividendo la fede cristiana, prendono parte alle esequie. Il rito funebre dovrebbe essere un annuncio rivolto a tutti della nostra fede nella resurrezione. Alla salma è dovuto un trattamento rispettoso e dignitoso, essendo essa un simbolo dell’umanità e della sua dignità, a cui Dio ha concesso la Sua grazia anche oltre la morte. Inoltre, la salma ricorda ai presenti l’esperienza vitale della defunta/del defunto.
II. Significato religioso e sociale delle esequie
4. La morte di una persona non è solo motivo di dolore per i congiunti, ma anche un avvenimento di importanza sociale, che coinvolge tutti gli appartenenti alla comunità parrocchiale. Andando contro alle tendenze individualiste della società attuale e alla familiarizzazione delle sepolture, la Chiesa rimane legata al principio che le esequie religiose non abbiano carattere solo privato, ma siano vere e proprie celebrazioni, a cui tutta la comunità dovrebbe prendere parte (cfr. RE, Presentazione, 4). È giusto che, come da tradizione, nei giorni tra la morte e la sepoltura abbia luogo la veglia funebre (liturgia della Parola, liturgia delle ore, commemorazione, recita del Rosario,…), a cui dovrebbero aver accesso anche altri, oltre ai parenti stretti (cfr. RE 26-46: “Nella casa del defunto”; Manuale tedesco 1-13: „Totenwache und Gebet im Trauerhaus“). La composizione della salma in casa dovrebbe essere mantenuta come preziosa tradizione ed incoraggiata. In questo modo, la salma non resta da sola, e ad essa viene garantito un trattamento dignitoso: la sua vicinanza, infatti, può essere importante nei giorni del congedo, e può facilitare l’elaborazione del lutto.
Luogo della celebrazione
5. Il rito delle esequie, in quanto rito eucaristico, è aperto a tutta la comunità parrocchiale. La liturgia funebre (messa e congedo dalla salma) ha luogo normalmente nella chiesa parrocchiale, ovvero in una chiesa stabilita dal consiglio pastorale parrocchiale (cfr. RE, Presentazione 4).
Esequie in forma privata
6. Nel caso in cui il congedo e la sepoltura vengano celebrate in forma privata (in famiglia, o fra amici stretti), bisogna tener conto che i defunti hanno vissuto anche in altri contesti sociali (in parrocchia, in paese, sul posto di lavoro, con un circolo di amici, all’interno di associazioni, etc.). Per questo anche altre persone che si rattristano per la sua dipartita hanno diritto a congedarsi dalla salma. Se i congiunti desiderano un rito in forma privata, la comunità può celebrare il rito eucaristico in un altro momento (per esempio durante una messa in un giorno feriale, o durante la celebrazione domenicale dell’Eucaristia).
Sepoltura a carico della comunità
7. Nel caso di sepoltura a carico della comunità sono le autorità locali a farsi carico delle esequie e dei costi ad essa connessi. Ogni individuo, infatti, anche se è rimasto solo e senza parenti, ha diritto ad avere delle esequie dignitose. Sono i membri della comunità, in quel momento, a prendersi carico della sepoltura: questo è un atto di carità, pari al pregare per l’anima del defunto. Le parrocchie e la Caritas devono farsi interpreti del defunto, in questo caso, e cercare un ulteriore contatto con la comunità locale. Per i defunti che non hanno potuto essere sepolti in presenza dei loro cari è prevista anche una celebrazione dell’eucaristia nella chiesa parrocchiale.
III. La commemorazione dei defunti
La liturgia
8. In ogni celebrazione liturgica, i fedeli sono consapevoli del loro legame con i defunti. Il rito eucaristico è la celebrazione del fatto che i morti vivono in Dio, perché nella messa si commemora il mistero della morte e resurrezione di Gesù. Tramite Cristo, infatti, ai morti sono concessi la misericordia e il perdono di Dio: per questo essi vengono commemorati nella preghiera eucaristica; nella liturgia delle ore, i morti assurgono al ruolo di intercessori, così come nella liturgia della Parola, la domenica o in occasione di altre festività con la preghiera di adorazione o di suffragio (durante la settimana anche nella preghiera alternata). È consigliabile commemorare l’“anniversario” della morte durante la messa settimanale. Nel caso si voglia rendere nota la commemorazione nelle comunicazioni parrocchiali, la seguente formula è la più appropriata: “Celebrazione eucaristica in memoria di N. N.” Per la liturgia delle ore, nella Celebrazione della Parola ed altre funzioni si userà invece la formulazione seguente: “Preghiera per la defunta/il defunto N. N.”. La commemorazione annuale in occasione della festività dei morti (o il pomeriggio di Ognissanti) riunisce le persone nella convinzione che i defunti abbiano trovato pace presso Dio.
La tomba, il luogo della sepoltura come luogo di commemorazione comune
9. Nella disposizione del cimitero, delle singole tombe e nei luoghi di sepoltura delle urne dovrebbe trovare espressione la fede cristiana nella resurrezione. La tomba e la sua cura, ma anche il luogo in cui è deposta l’urna, sono per molti un aiuto importantissimo per superare il lutto ed una testimonianza di fede. A causa della carenza di spazio, o della scadenza delle concessioni , alcune tombe devono essere cedute: è consigliabile, in questo caso, la costruzione di uno spazio di commemorazione comune, per mantenere viva la memoria dei defunti. È particolarmente indicato che il nome di questo spazio, un’immagine o un simbolo rimandino alla fede cristiana. In questo luogo di raccoglimento possono essere sistemati anche i defunti che, dopo la cremazione, non hanno ricevuto una sepoltura individuale.
Altre forme di commemorazione dei defunti
10. In molte chiese si trovano lapidi o libri in cui sono elencati i nomi dei defunti appartenenti alla comunità parrocchiale. Inoltre, le piccole foto-ricordo con sopra i dati fondamentali del defunto, sono un ricordo particolarmente importante, soprattutto in ambito privato.
IV. Il rito religioso delle esequie
11. Il manuale tedesco “Die kirchliche Begräbnisfeier” e il libro rituale “Rito delle Esequie” contengono istruzioni per le forme liturgiche fondamentali (RE 55-98: “Celebrazione delle Esequie”, RE 99-117: “Esequie nelle cappella del cimitero”; RE 118-164: “Esequie dei bambini”; Manuale tedesco 14-68: „Grundform“; Manuale tedesco 69-99: „Begräbnis eines Kindes“; Manuale tedesco 100-116: „Feier der Verabschiedung ohne Beisetzung“). Nelle situazioni concrete si dovrà prendere atto degli usi locali e delle circostanze. Quando possibile, è comunque consigliabile portare la salma in chiesa per la celebrazione liturgica. Nelle pagine seguenti verranno presi in esame i singoli aspetti delle esequie religiose.
Celebrazione dell’Eucaristia e Liturgia della Parola
12. Il momento principale delle esequie religiose è la celebrazione della santa messa, che rappresenta l’attualizzazione della morte e resurrezione del Signore. Se in una comunità parrocchiale o in un’unità pastorale è presente solo un sacerdote, il rito funebre deve avere la precedenza sulla messa del giorno feriale.
13. Nel caso in cui una celebrazione eucaristica sia inappropriata, o non sia possibile, può aver luogo una Liturgia della Parola (cfr. RE 74-87; Manuale tedesco 32-35; cfr. anche: RE, Premesse generali 6, 19; Manuale tedesco, Pastorale Einführung 49). Anche nell’ascolto della Parola di Dio viene attualizzato il mistero pasquale, e i defunti vengono affidati alla misericordia di Dio. Inoltre è consigliabile la celebrazione, in un momento opportuno, di una messa in memoria del defunto, anche quando i congiunti abbiano espressamente richiesto un rito funebre senza celebrazione eucaristica.
14. Il termine che indica le esequie è “celebrazione eucaristica” o “santa messa”, oppure “liturgia della Parola per la defunta/il defunto N.”, a cui sarebbe da aggiungere, ad esempio “al termine avrà luogo la sepoltura nel cimitero locale”.
Inumazione
15. Su esempio della deposizione di Gesù nel sepolcro, l’inumazione è la forma di sepoltura preferibile per la fede cristiana. Essa ricorda anche l’immagine del chicco di grano: il corpo viene messo nella terra come un seme, per trasformarsi e risorgere a nuova vita (cfr. Gv 12,24f, I Cor 15,35f). La citazione in quest'ultimo testo, secondo cui il corpo è il tempio dello Spirito Santo (I Cor 3,16; 6,19), evidenzia appunto il rispetto che merita questo corpo. Per questo, la tradizione ecclesiastica consiglia vivamente di seppellire le salme (cfr. CIC c.1177 § 3).
16. Il corteo funebre, che è parte integrante del rito delle esequie, accompagna la defunta/il defunto al suo ultimo luogo di riposo. Il calare la bara nella tomba durante la celebrazione liturgica, come previsto dal rito, è un ultimo atto di amore alla persona (cfr. RE 96; Manuale tedesco, Pastorale Einführung 63). Per questo, la celebrazione non deve chiudersi con il congedo in chiesa.
Cremazione
17. La forma di sepoltura, sia essa inumazione o cremazione, non mette in dubbio la fede nella resurrezione e nella vita eterna. La Chiesa permette la cremazione, a meno che essa non sia stata scelta come forma di sepoltura esplicitamente rivolta contro la fede cristiana (cfr. CIC c. 1177 § 3). In alcuni luoghi sono motivi pratici (carenza di posti) a rendere necessaria la cremazione. In base alle leggi statali e regionali, i cimiteri locali devono predisporre anche strutture destinate alla sepoltura delle urne. “La prassi di spargere le ceneri in natura, oppure di conservarle in luoghi diversi dal cimitero, come, ad esempio, nelle abitazioni private, solleva non poche domande e perplessità. La Chiesa ha molti motivi per essere contraria a simili scelte, che possono sottintendere concezioni panteistiche o naturalistiche. Soprattutto nel caso di spargimento delle ceneri o di sepulture anonime si impedisce la possibilità di esprimere con riferimento a un luogo preciso il dolore personale e comunitario. Inoltre si rende più difficile il ricordo dei morti, estinguendolo anzitempo. Per le generazioni successive la vita di coloro che le hanno precedute scompare senza lasciare tracce.” (RE 165; cfr. Die Deutschen Bischöfe: „Der Herr vollende an Dir, was er in der Taufe begonnen hat“, 1. November 2011, Nr. 12)
18. Durante la celebrazione liturgica, fino alla deposizione dell’urna, si dovrà prendere atto della particolarità di questa forma di sepoltura. Tutti i rituali e le letture dovranno perciò essere adeguati alla situazione. Chi ha scelto la cremazione è consapevole che il simbolo concreto del corpo, che rappresenta l’individualità della persona, viene annullato dal fuoco. L’incinerazione anticipa il processo di decomposizione della salma; le “ceneri” non hanno la stessa dignità del corpo. I manuali “Die kirchliche Begräbnisfeier” e “Rito delle Esequie” ci offrono vari aspetti concreti.
La celebrazione del commiato prima della cremazione – in presenza della salma
19. Per la celebrazione del commiato prima della cremazione il manuale tedesco offre una proposta specifica (cfr Manuale tedesco 128-144) mentre il Rituale in lingua italiana dá indicazioni piu generali al riguardo (RE 165-167). In linea di principio si osservi: nel caso si celebri l’eucaristia o la liturgia della Parola in presenza della salma, che verrà poi portata alla cremazione, non si faccia la processione al camposanto, poiché si darebbe l’impressione che la salma venga accompagnata alla sepoltura.
20. “Dopo le esequie, il sacerdote, il diacono o il laico incaricato accompagnino il feretro al luogo indicato” (RE 167/5), ad esempio sul sagrato della chiesa dove tutti possano prendere commiato dal defunto. Accompagnare la salma sul sagrato della chiesa è indicato soprattutto quando alla celebrazione delle esequie sono presenti associazioni e gruppi che desiderano, al termine dell’azione liturgica, commemorare il defunto. Al termine l’agenzia funebre accompagnerà la salma al crematorio.
21. Inoltre per le comunità di lingua tedesca, la salma dopo la professione di fede e il personale commiato dei presenti con l’aspersione dell’acqua benedetta, può essere accompagnata all’esterno della chiesa e così sottratta allo sguardo della comunità. Mentre la salma lascia la chiesa e viene accompagnata alla cremazione, i presenti seguono le preghiere dei fedeli, e le orazioni conclusive (cfr Manuale tedesco 139-140).
22. In alternativa si può concludere tutta la liturgia del commiato in chiesa dopodiché la salma viene inviata alla cremazione.
23. In ogni caso si deve far presente, attraverso il rito, che la salma sarà cremata, ed è da evitare ogni eventuale riferimento alla sepoltura.
24. Quando il congedo ha luogo in una camera ardente (cappella del cimitero, in ospedale, nel crematorio,…) è prevista una celebrazione specifica (RE 168-179: “Sul luogo della cremazione”).
La celebrazione della deposizione dell’urna
25. Per la deposizione dell’urna in un momento diverso da quello delle esequie, i testi liturgici offrono numerose indicazioni (RE 189-191: “Preghiere per la deposizione dell’urna”; Manuale tedesco 145-162: „Die Feier der Urnenbeisetzung“).
La celebrazione del commiato e della deposizione dell’urna
26. Nel caso in cui il commiato non abbia avuto luogo prima della cremazione, la celebrazione può aver luogo anche in un momento successivo. Se la celebrazione dell’eucaristia (o la liturgia della Parola) avviene in presenza dell’urna, è opportuno che l’urna sia posta vicina al cero pasquale, coperta da un panno bianco, addobbata con dei fiori, e che su di essa sia posta un’immagine della defunta/del defunto (cfr. RE 180-188: “Monizioni e preghiere per la celebrazione esequiale dopo la cremazione in presenza dell’urna cineraria”; Manuale tedesco 163-192: „Die Feier der Verabschiedung und der Urnenbeisetzung“).
La celebrazione dell’Eucaristia (o la Liturgia della Parola) in chiesa, assente l’urna
27. In situazioni in cui la salma sia già stata cremata, e l’urna non può quindi essere presente alla celebrazione, per il commiato viene celebrata la liturgia dei defunti, come prevista dal messale. È consigliabile, anche in questo caso, esporre un’immagine della defunta/del defunto e predisporre una decorazione floreale.
Luogo della deposizione dell'urna
28. Per evitare la privatizzazione della sepoltura, si raccomanda di deporre le urne nel camposanto. Per la cremazione si deve far sì che sul luogo della sepoltura sia presente un segno commemorativo dignitoso e riconoscibile. Non è tanto l’urna in sé a rivestire un ruolo primario, ma, piuttosto, il nome del defunto e, possibilmente, una sua immagine ed un simbolo religioso. I colombari per le urne devono essere sigillati. Ancora più indicata è una sepoltura in terra (nella tomba di famiglia o in uno spazio del cimitero destinato precedentemente all’urna).
V. Dettagli sul rito delle esequie
Il cero pasquale
29. Nella celebrazione in chiesa, il cero pasquale deve essere posto in un punto ben visibile, per sottolineare la continuità tra Battesimo, morte, resurrezione dei credenti e mistero pasquale del Cristo. Per questo, la salma, o l’urna, dovrebbero essere poste, in chiesa, vicine al cero pasquale.
L’omelia
30. L’omelia deve spiegare ai presenti, per consolarli, il messaggio della fede in una prospettiva di morte e resurrezione. Si eviterà, quindi, di ripercorrere nel dettaglio la vita del defunto, concentrandosi invece su quello che la sua vita può aver rappresentato per l’impostazione della nostra vita da cristiani. Per questo è necessaria una certa empatia nei confronti dei congiunti, degli amici e dei conoscenti, oltre che il rispetto per il defunto.
Preghiere (Preghiere dei fedeli)
31. La preghiera di suffragio è espressione della fede in Dio, che concede ai fedeli ciò che essi Gli chiedono (cfr. Mt 7,7). In essa, i congiunti affidano i loro defunti alla misericordia e alla bontà di Dio. Anche nella messa funebre le preghiere dei fedeli devono essere brevi cercando di illuminare il momento della morte e della sofferenza in spirito cristiano. Sono invece da evitare lunghe preghiere che facciano riferimento alla vita personale del defunto. Parole di gratitudine al defunto, infatti, dovrebbero aver luogo in altri momenti della celebrazione (per esempio nell’omelia, nell’offertorio, nell’introduzione,…), oppure nelle parole di commemorazione e nelle forme di commiato esterne al contesto liturgico (vedi sotto).
Musica, canti e suono delle campane
32. La musica e il canto rivestono una particolare importanza nella liturgia per i defunti. Il lamento, le domande, le richieste, le speranze, la disperazione e la fiducia nel mistero pasquale trovano in essi un’espressione esemplare. Quindi, la musica e i canti devono essere in linea con lo spirito delle Sacre Scritture e della liturgia. Ulteriori richieste che non siano esattamente in linea con questo spirito possono essere prese in considerazione subito dopo la liturgia. Il suono delle campane scandisce il tempo del lutto e della speranza. Le diverse modalità del suono (campane a morto, commiato, ecc.) sottolineano il significato della vita, il richiamo a pregare e a rendere grazie a Dio, segnando così i momenti di commemorazione.
Discorsi commemorativi e forme di commiato non liturgiche
33. Nel caso in cui, durante un funerale, dei rappresentanti della vita pubblica o delle persone vicine al defunto vogliano pronunciare dei discorsi commemorativi, essi possono farlo, in ottemperanza alle usanze del luogo, alla fine della messa (o della liturgia della Parola) o dopo la conclusione del rituale al cimitero. Tali discorsi non verranno pronunciati dall'ambone, ma in un luogo più indicato. Forme di congedo non liturgiche durante la sepoltura (ad esempio gesti di congedo da parte di associazioni locali) sono da tenersi solo alla conclusione del rito religioso, come parte non integrante di questo. Se è previsto più di un oratore, è importante trovare un accordo. Per il rito del congedo con la salma presente prima della cremazione si veda al punto 19.
VI. Altri servizi
La comunità
34. Ogni celebrazione esequiale non è solo un rito rivolto ad una famiglia, o agli amici ed ai congiunti, ma anche una celebrazione di tutta la Chiesa, che si esprime nella comunità ecclesiastica presente (parrocchia, comunità locale). La celebrazione offre al tempo stesso la possibilità di un commiato pubblico. La comunità riunita dà il suo fondamentale contributo alla celebrazione funebre con la sua partecipazione, il suo essere pronta a ricevere la Parola di Dio, con la sua testimonianza di fede e la preghiera comunitaria (cfr. RE, Presentazione 5; RE, Premesse generali 16; Manuale tedesco 69).
La presidenza
35. È solitamente il sacerdote a presiedere la liturgia esequiale, o – ad eccezione della celebrazione eucaristica – il diacono. Per il rito funebre è responsabile il parroco locale (cfr. CIC can. 530). Se viene richiesto un altro sacerdote diocesano o ordinario (o anche un diacono), la sua presenza è da discutere con il parroco locale. In caso di necessità pastorale, il vescovo può incaricare anche dei laici come animatori delle esequie (cfr. RE, Premesse generali 19; Manuale tedesco, Pastorale Einführung 70). L'incarico deve comunque essere preceduto da una formazione per la celebrazione funebre.
Formazione di laici come animatori
36. A completamento delle linee guida “Formazione per la celebrazione della Parola, per i lettori, gli aiutanti alla Comunione e i cantori” (FDBB luglio-agosto 2009, 325-334) si fa presente che alla formazione vengono ammessi animatrici/animatori della liturgia della Parola che abbiano dichiarato la loro disponibilità e che siano stati riconosciuti come adatti al compito dal consiglio parrocchiale. Per i partecipanti a questa formazione, il parroco può far richiesta di incarico, previa decisione del consiglio parrocchiale, tramite l'ordinario. L'incarico viene affidato in forma scritta per cinque anni e può essere rinnovato. Gli incaricati verranno presentati durante una messa ed introdotti alla loro funzione. Se agli animatori non viene affidata l’omelia, essa, può essere sostituita da un testo di riflessione.
Accompagnamento dell'urna alla deposizione
37. Quando la deposizione dell'urna ha luogo a breve, o immediatamente dopo le esequie, un sacerdote, un diacono o un parroco possono autorizzare un membro della comunità ad accompagnare la deposizione dell'urna con la preghiera.
Altri servizi liturgici
38. Anche durante i riti funebri i servizi liturgici devono essere svolti nella loro completezza (cfr. Sacrosanctum Concilium, Nr.28, RE, Presentazione 5): lettori e lettrici, chierichetti, organisti, cantori, in particolare quelli che recitano i salmi insieme alla comunità. Se possibile, parenti, congiunti, amici ed altri membri della comunità potranno svolgere alcuni servizi liturgici durante le esequie (cfr. Manuale tedesco, Pastorale Einführung 72-74) o occuparsi di singole parti (musica, canto, preghiere di suffragio, ringraziamenti ecc.). Interventi troppo personali sono comunque da evitare.
Paramenti liturgici
39. Per il rito funebre tutti indossano i paramenti previsti per la santa messa (cfr. RE, Precisazioni, 9). I laici incaricati che presiedono il rito funebre indossano il camice.
VII. Situazioni particolari
40. Per i cattolici che hanno deciso per motivi di fede di uscire dalla Chiesa, o che hanno disposto nel testamento di non avere esequie religiose, non è previsto alcun rito funebre. Coloro che ne sono usciti per altri motivi, o che hanno dato poi segno di voler essere riaccolti, potranno essere sepolti con un rito religioso. In ogni situazione, tuttavia, la Chiesa offrirà la sua vicinanza pastorale ai congiunti, se essi la desiderano.
41. Il manuale in lingua tedesca “Die kirchliche Begräbnisfeier” contiene, nell'appendice 1, i testi indicati per l'accompagnamento della salma “se un rito religioso non fosse possibile” (Manuale tedesco, p. 197 e ss.; cfr. anche Manuale tedesco, Pastorale Einführung 75-82). Nel manuale vengono proposte anche altre situazioni degne di nota: per la cura pastorale in momenti di emergenza i “riti religiosi in caso di eventi catastrofici” (Manuale tedesco, p. 203 e ss; cfr. anche Manuale tedesco, Pastorale Einführung 83-85), per la cura pastorale negli ospedali il “rito per il congedo e la sepoltura dei bambini nati morti e abortiti” (Manuale tedesco, p. 211 e ss.; cfr. anche Manuale tedesco, Pastorale Einführung 86-89).
Approvazione
42. Queste linee guida sulle esequie religiose vengono approvate con questo documento e hanno validità a partire dalla domenica di Pentecoste, 19 maggio 2013. Esse vanno a sostituire la comunicazione dell'Ufficio pastorale sui riti esequiali e la cremazione dell'agosto 2001.