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IL TEAM PASTORALE NELLE PARROCCHIE
Gesù Cristo conduce la sua Chiesa ad un futuro di speranza. In un tempo caratterizzato da molti cambiamenti, uomini e donne sono chiamati in virtù del battesimo ad assumere responsabilità nella Chiesa e a far sì che la Parola di Dio possa anche oggi risuonare ed essere luce agli uomini. I segni dei tempi c’invitano a scoprire un nuovo modo di sentire e vivere la Chiesa, interessata da cambiamenti profondi, cambiamenti cui desideriamo contribuire e conferire un senso nuovo. La comune responsabilità di presbiteri e laici nel sostenere la vita della Chiesa trova particolare espressione nella guida delle parrocchie. A partire dalla pubblicazione del regolamento diocesano per incaricati parrocchiali e responsabili parrocchiali (FDBB 38 (2002), 308-312) sono state compiute in quest’ambito esperienze significative. Il Sinodo diocesano (nr. 395) ha inoltre rafforzato la convinzione della bontà della via intrapresa. Sulla base di ciò, le seguenti linee guida intendono specificare importanti aspetti del regolamento sopracitato e insieme stabiliscono che il team pastorale debba essere il modello-guida di tutte le parrocchie della diocesi.
1. S’introducono gradualmente Team pastorali in tutte le parrocchie della diocesi di Bolzano-Bressanone. Si vuole con questo rafforzare il “lavoro team” nella guida delle parrocchie, renderne possibile la guida stessa in un tempo in cui la mancanza di presbiteri si fa particolarmente sentire e assicurarne il futuro. Tramite i Team pastorali s’intende rimarcare la responsabilità comune di tutti i battezzati nella Chiesa e rendere tangibile tale responsabilità nella quotidianità della vita parrocchiale.
2. Il Team pastorale è un gruppo di collaboratori parrocchiali incaricati che, sotto la guida del parroco o dell’incaricato parrocchiale, rispondono dell’attività pastorale.
Composizione del Team pastorale
3. Il Team pastorale si compone di 3-5 membri che in qualità di responsabili assumono la cura dei seguenti ambiti: dell’annuncio, della liturgia, della carità e dell’amministrazione, nonché del coordinamento del Team pastorale stesso.
4. Il Team pastorale viene eletto insieme dal Consiglio pastorale parrocchiale e dal Consiglio per gli affari economici e assume, fra le altre cose, le funzioni della giunta esecutiva del Consiglio pastorale parrocchiale. In parrocchie multilingui si presti attenzione a che ciascuna lingua trovi rappresentanza adeguata all’interno del Team pastorale.
5. In parrocchie che abbiano meno di 1.000 abitanti il Consiglio pastorale parrocchiale stesso può assumere le funzioni del Team pastorale. In tal caso gli incarichi previsti dal punto 3 del presente testo devono essere con chiarezza assegnati a persone definite.
6. I membri del Team pastorale possono anche essere cooptati da fuori del Consiglio pastorale parrocchiale eletto; in tal caso essi sono d’ufficio membri dello stesso.
7. Il/la presidente del Consiglio pastorale parrocchiale coordina il Team pastorale.
8. Il Team pastorale così composto viene confermato dal parroco, agisce su suo mandato e viene da lui introdotto negli incarichi di competenza. I nominativi dei membri del Team pastorale e le loro funzioni devono essere trasmessi all’Ufficio pastorale.
9. In parrocchie nelle quali, in accordo col regolamento quadro diocesano (FDBB 38 (2002), 260-264), incaricati parrocchiali sono affiancati da responsabili parrocchiali, il Team pastorale viene costituito con decreto dal vescovo diocesano su proposta dell’incaricato parrocchiale, del Consiglio pastorale parrocchiale e del Consiglio per gli affari economici. Il/la presidente del Consiglio pastorale parrocchiale viene così nominato/a responsabile parrocchiale.
10. La durata del mandato del Team pastorale riflette quella del Consiglio pastorale parrocchiale e termina con l’inizio del mandato del Team pastorale susseguente. Si presti attenzione a che nuovi membri siano di volta in volta coinvolti a far parte del Team pastorale.
11. Se un membro depone l’incarico, il Team pastorale stesso ne assume i compiti finché non venga designato un nuovo membro (cfr. punti 4 e 5).
12. Se in parrocchia fosse presente un assistente pastorale, questi prende parte alle sedute del Team pastorale e lo coadiuva nei suoi incarichi; egli non ha tuttavia facoltà di voto. Quando un assistente pastorale agisce a livello di unità pastorale o sovraparrocchiale, segue e coadiuva i Team pastorali nelle singole parrocchie nella misura in cui ciò rientra nel suo ambito di attività e prende parte secondo necessità alle sedute degli stessi.
Compiti e modalità di lavoro del Team pastorale
13. Il Team pastorale risponde, sotto la guida del parroco o dell’incaricato parrocchiale, dell’attività pastorale della parrocchia e dell’ordinaria amministrazione di questa. Ogni membro del Team pastorale coordina, coadiuva e accompagna le persone che svolgono attività riconducibili al suo ambito di competenza e assieme a loro contribuisce a sviluppare tali attività nel senso del Vangelo, al fine di coinvolgere quante più persone possibili nel servizio della Buona Notizia.
14. Il Consiglio pastorale parrocchiale e/o unitario stabilisce quale deve essere il programma pastorale della parrocchia e dell’unità pastorale. Il programma così definito viene attuato dal Team pastorale. Il Consiglio pastorale parrocchiale coadiuva e consiglia il Team pastorale nell’esercizio delle sue funzioni.
15. Eventuali decisioni all’interno del Team riguardanti l’attuazione del programma pastorale vengono prese per via di consenso. Se tuttavia si rendesse necessaria una votazione, si proceda per maggioranza semplice.
16. I membri del Team pastorale sono interlocutori di riferimento di eventuali gruppi di lavoro del Consiglio pastorale parrocchiale relativi ai loro ambiti di competenza. Favoriscono inoltre il reciproco scambio fra i gruppi di lavoro e ne garantiscono il collegamento con il Consiglio pastorale parrocchiale.
17. Il Team pastorale conviene a regolari sedute in cui lo scambio di informazioni e la riflessione su questioni imminenti hanno la priorità. Dove un presbitero abbia la guida pastorale di più parrocchie, l’autonomia del Team pastorale venga in particolar modo incentivata. Di conseguenza, le sedute del team pastorale possono aver luogo anche in assenza del parroco o dell’incaricato parrocchiale, fermo restando che l’ordine del giorno debba essere in precedenza stabilito di concerto con costoro. Allo stesso modo, il parroco o l’incaricato parrocchiale devono essere quanto prima posti al corrente delle decisioni prese nella seduta in questione.
18. La crescita spirituale e l’approfondimento della fede abbiano un valore centrale all’interno del Team pastorale. Ogni riunione dello stesso dovrebbe essere aperta con un momento di meditazione della Sacra Scrittura, ad esempio del passo del Vangelo della domenica precedente o successiva, e con una preghiera per i bisogni della comunità parrocchiale.
19. Il/la responsabile parrocchiale è, assieme all’incaricato parrocchiale, primo interlocutore negli affari della parrocchia e rappresenta la parrocchia nei rapporti esterni.
20. I membri dei Team pastorali cercano la reciproca collaborazione a livello di unità pastorale e lavorano assieme. Sono inoltre in contatto con gli uffici diocesani competenti, dai quali ottengono consigli e sostegno.
Ad experimentum approvato in data 01.09.2019
+Ivo Muser, Vescovo
STATUTO E REGOLAMENTO DEGLI ORGANISMI DELLA PARROCCHIA E DELLE UNITÀ PASTORALI
1. Statuto del Consiglio pastorale parrocchiale e del Consiglio pastorale unitario
I. Fondamento teologico
Art. 1 La Chiesa, comunità dei credenti in Cristo, è edificata dal Signore stesso con “pietre vive” e arricchita di molteplici doni di grazia (cfr. 1 Pt 2,5). Le comunità parrocchiali rivestono un ruolo particolare nella comunità della Chiesa, perché esse rendono presente in un certo qual modo la Chiesa visibile diffusa su tutta la Terra (Concilio Vaticano II, Costituzione sulla liturgia, SC 42).
I membri delle comunità parrocchiali partecipano, in quanto cristiani battezzati e cresimati, all’ufficio sacerdotale, profetico e regale di Cristo e collaborano al compito e alla missione della Chiesa nel mondo odierno (Giovanni Paolo II, Esortazione apostolica “Christifideles laici”, n. 23).
In modo speciale è compito del parroco provvedere alla cura pastorale della comunità a lui affidata e compiere come pastore le funzioni di insegnare, santificare e governare (cfr. can. 519 CIC).
In questo compito il parroco è coadiuvato nella parrocchia dal Consiglio pastorale parrocchiale che collabora nell’attività pastorale con il consiglio e l’azione. Nell’unità pastorale le parrocchie in essa associate collaborano strettamente in conformità agli “Orientamenti per la pastorale nelle unità pastorali”. In questa collaborazione il responsabile dell’unità pastorale è coadiuvato dal Consiglio pastorale unitario.
II. Composizione del Consiglio pastorale parrocchiale e del Consiglio pastorale unitario
Composizione del Consiglio pastorale parrocchiale (CPP)
Art. 2 Il Consiglio pastorale parrocchiale (CPP) viene istituito in ogni parrocchia ed è composto:
Art. 3 In ogni parrocchia della Diocesi c’è solo un Consiglio Pastorale Parrocchiale.
La composizione dei CPP nelle parrocchie plurilingue deve rispecchiare approssimativamente le strutture etniche della comunità, tenendo presente le realtà del posto. Il CPP uscente stabilisce la composizione etnica del CPP (questo riguarda sia la scelta dei delegati/delle delegate come per i membri dei CPP che devono essere eletti attraverso l’apposita lista dei candidati/candidate). Se in una comunità parrocchiale il gruppo linguistico minoritario non è in grado di far eleggere un suo rappresentante, bisogna comunque fare in modo che esso sia rappresentato da un proprio membro nel Consiglio.
Art. 4 Il CPP resta in carica per cinque anni. Qualora circostanze parti-colari lo suggeriscano, la durata dell’incarico può essere ridotta o prolungata con il consenso dell’Ordinario.
Composizione del Consiglio pastorale unitario (CPU)
Art. 5 Se più parrocchie sono associate in una unità pastorale, si istituisce il Consiglio pastorale unitario (CPU) che coadiuva il Responsabile con il consiglio e l’azione.
Il CPU è composto:
Art. 6 Il CPU resta in carica per cinque anni, o comunque fino a quando, dopo la nuova nomina dei CPP, sono eletti i rappresentanti dei CPP nel CPU.
Per tutto il resto si deve fare riferimento alle direttive vigenti per i CPP e al regolamento per gli organismi delle parrocchie e delle unità pastorali (cfr. C).
Decadenza del mandato
Art. 7 Il mandato di un membro del Consiglio Pastorale decade qualora egli dia le dimissioni o sia impedito o sia assente ingiustificato per tre sedute consecutive.
Se un membro decade, subentra il candidato con il maggior numero di voti e, in caso di parità, il più anziano in età. Se il membro che decade rappresenta un ambito pastorale, viene sostituito da un altro membro dello stesso ambito. Se questo non fosse possibile, il CPP può determinare un altro ambito pastorale che dal quale una persona sarà delegata al CPP.
Qualora un membro del Consiglio Pastorale Unitario decada dal suo mandato o per dimissioni o per impedimento o per tre assenze ingiustificate consecutive, il CPP della parrocchia di appartenenza del membro del CPU deve eleggerne un altro come sostituto.
Quando la metà o più dei membri cessa contemporaneamente di farne parte, il Consiglio deve essere sciolto. Una eventuale nuova elezione è da concordarsi con la Curia diocesana.
III. Compiti del Consiglio pastorale parrocchiale e del Consiglio pastorale unitario
Art. 8 Il Consiglio pastorale parrocchiale e il Consiglio pastorale unitario hanno il compito di analizzare la situazione della pastorale nella parrocchia ossia della unità pastorale, rispettivamente nell’unità pastorale, valutarla alla luce del vangelo, promuovere iniziative pastorali e fissare – tenendo conto degli orientamenti del Sinodo (2013-2015) e delle priorità della Diocesi – le priorità pastorali nell’ambito dell’annuncio, della liturgia e della carità.
In collaborazione con il parroco ossia con il responsabile, i Consigli si impegnano affinché il mandato e la missione della Chiesa trovino concreta attuazione nella parrocchia, rispettivamente nell’unità pastorale.
In particolare è compito del CPP e del CPU:
Art. 9 Il CPU formula un programma pastorale, che si può estendere a uno o più anni, e lo mette per iscritto.
Art. 10 Nel campo amministrativo il CPP ha queste competenze:
IV. Modalità operative del Consiglio pastorale parrocchiale e del Consiglio pastorale unitario
Art. 11 Il CPP e il CPU si riuniscono almeno quattro volte all’anno. Le sedute si svolgono secondo il “Regolamento dei Consigli e degli organismi nella parrocchie e dell’unità pastorale (vedi Pagina 12).
Art. 12 Nelle Parrocchie che hanno il CPP plurilingue, questo si riunisce di norma insieme. Argomenti particolari (che per e.s. riguardano un solo gruppo linguistico, oppure un ambito particolare della pastorale) possono essere discussi in una seduta separata, per essere poi sottoposti alla delibera nel CPP.
Art. 13 Le delibere entrano in vigore se il parroco o il responsabile dell’unità pastorale sono d’accordo. Se questo non avviene, oppure se viene fatto ricorso all’Ordinario, valgono le norme previste dal “Regolamento”.
Art. 14 Le decisioni prese nel CPP o nel CPU con l’approvazione del parroco o del responsabile sono obbliganti nel rispettivo ambito (parrocchia o unità pastorale). Decisioni che superano l’amministrazione ordinaria hanno bisogno dell’approvazione dell’Ordinariato vescovile. Le decisioni devono essere portate a conoscenza della comunità parrocchiale o delle parrocchie dell’unità pastorale nella forma più idonea.
V. Organi del Consiglio pastorale parrocchiale e del Consiglio pastorale unitario
Il/La presidente del Consiglio pastorale parrocchiale e del Consiglio pastorale unitario
Art. 15 La posizione particolare del parroco e del responsabile dell’unità pastorale, secondo il can. 536 CIC, rimane salvaguardata anche se come presidente delle sedute viene eletto, con maggioranza di voto, un laico, che sarà chiamato semplicemente presidente.
Art. 16 Il/La presidente rappresenta pubblicamente il CPP, rispettiva-mente il CPU ed è corresponsabile della vita ecclesiale insieme con il parroco, rispettivamente con il responsabile dell’unità pastorale. Egli convoca le sedute del CPP, rispettivamente del CPU, e le modera. In caso di impedimento del/della presidente subentra il/la vicepresidente, il quale/la quale viene eletta con la semplice maggioranza
La giunta esecutiva del Consiglio pastorale parrocchiale e del Consiglio pastorale unitario
Art. 17 La giunta esecutiva è composta da almeno tre membri. Ne fanno sempre parte il parroco, ossia il responsabile dell’unità pastorale e il/la presidente del CPP, rispettivamente del CPU, inoltre altri membri eletti al loro interno dal CPP, rispettivamente dal CPU. Presidente della giunta è il/la presidente del CPP, rispettivamente del CPU.
Art. 18 Compiti della giunta esecutiva:
Art. 19 La giunta esecutiva dura in carica fino alla costituzione della nuova giunta da parte del nuovo eletto CPP o CPU.
Le commissioni e i gruppi di lavoro
Art. 20 Per specifici ambiti (ad es. liturgia, catechesi, formazione degli adulti, Caritas, missioni, pastorale giovanile, pastorale familiare, pubbliche relazioni, ecc.) il CPU può costituire corrispondenti commissioni o incaricare responsabili. Il riferimento a programma pastorale dell’unità pastorale il loro compito è fare proposte per la pastorale nell’unità pastorale e presentarle al CPP. Quest’ultimo ha il compito di prendere le decisioni strategiche per la Pastorale dell’unità pastorale (per es.: Liturgia, il modo di preparare la catechesi per i sacramenti…). Allo stesso tempo il CPP può costituire, per gli stessi ambiti, dei gruppi di lavoro o incaricare dei responsabili. Il loro compito nelle Parrocchie è coordinare e promuovere il lavoro pastorale nei rispettivi vari ambiti in riferimento al programma pastorale del CPU.
Art. 21 Delle commissioni e dei gruppi di lavoro possono far parte anche persone che non sono membri del CPP o del CPU. Le commissioni e i gruppi di lavoro restano in carica per cinque anni come il CPP e il CPU.
Art. 22 Ogni commissione e ogni gruppo di lavoro elegge al suo interno un/a responsabile, un/a vice-responsabile e un/a segretario/a con il compito di redigere il verbale delle sedute.
Art. 23 Le commissioni e i gruppi di lavoro nello svolgimento del loro lavoro si attengono alle indicazioni generali del CPP o del CPU e prendono le decisioni importanti in accordo con essi. Una volta all’anno esse presentano al Consiglio una relazione del loro operato, che viene discussa nel Consiglio.
L’assemblea parrocchiale
Art. 24 Tutti i parrocchiani dovranno essere invitati una volta all’anno a un’assemblea parrocchiale, che ha lo scopo di rafforzare il senso di appartenenza alla comunità parrocchiale, dare informazioni dirette sulla vita e sulle iniziative della parrocchia e offrire a tutti i partecipanti la possibilità di collaborare alla vita parrocchiale con proposte e prese di posizione.
Assemblee di tal genere sono raccomandabili anche sul piano dell’unità pastorale.
Art. 25 Nel corso dell’assemblea parrocchiale il CPP, il CPAE, i vari gruppi di lavoro, rispettivamente il CPU e le sue commissioni dovrebbero:
Art. 26 I lavori dell’assemblea devono essere verbalizzati e i relativi atti conservati nell’archivio parrocchiale.
B. Statuto del Consiglio per gli affari economici della parrocchia
I. Natura e finalità
Art. 1 Il Consiglio per gli affari economici della parrocchia (CPAE) viene istituito in ogni parrocchia in conformità al can. 537 CIC ed è l’organismo nel quale si esprime la collaborazione responsabile dei laici nell’amministrazione dei beni ecclesiastici.
Il CPAE deve essere distinto dal CPP e opera nel proprio settore in armonia con le direttive della diocesi e con le leggi del diritto canonico e civile.
Art. 2 Compito del CPAE è assistere il parroco nell’amministrazione dei beni della parrocchia (can. 1280 CIC) e provvedere affinché, tramite una oculata amministrazione, questi beni assolvano il loro compito istituzionale e cioè il compimento regolare del culto divino, l’assicurazione di un dignitoso sostentamento del clero e delle altre persone a diretto servizio della Chiesa, l’esercizio delle opere di apostolato e di carità (cfr. can. 1254 § 2 CIC).
II. Composizione
Art. 3 Il CPAE è composto dal parroco che lo presiede quale legale rappresentante della parrocchia in conformità al can. 532 CIC e da altri membri in numero minimo di due e massimo di sei, di cui la metà designati dal CPP e l’altra metà dal parroco.
Art. 4 Tra i membri del CPAE viene designato il/la vicepresidente nonché un/a segretario/a che redige il verbale delle sedute ed è responsabile della custodia dei documenti.
Art. 5 Il CPAE rimane in carico cinque anni in corrispondenza del periodo di carica del CPP. Il CPAE prosegue lo svolgimento delle proprie funzioni anche dopo la scadenza del periodo di carica fino alla costituzione del nuovo CPAE. È ammessa la rielezione o la riconferma dei membri del CPAE.
Art. 6 Qualora un membro del CPAE cessi dal proprio ufficio per dimissioni, impossibilità permanente di partecipare alle sedute o per assenza ingiustificata a tre sedute consecutive, entro un mese verrà sostituito da un nuovo membro conformemente alle relative modalità di nomina (elezione da parte del CPP o nomina da parte del parroco).
III. Compiti e modalità di lavoro
Art. 7 Il CPAE opera nell’ambito dell’amministrazione ordinaria dei beni ecclesiastici della parrocchia e ha questi compiti:
Art. 8 Il CPAE collabora con il CPP soprattutto in questi ambiti:
Art. 9 Gli atti di straordinaria amministrazione, elencati nel Decreto dell’Ordinario diocesano, sono discussi nel CPAE e decisi tenendo conto delle necessarie autorizzazioni e prese di posizione. Per l’attuazione delle delibere è necessaria l’approvazione o l’autorizzazione dell’Ordinario diocesano in conformità al can. 1281 § 1 CIC.
Art. 10 Il CPAE si riunisce almeno tre volte all’anno e ogni qualvolta il parroco lo ritenga necessario o lo richiedano almeno due membri del CPAE. Spetta al presidente convocare il CPAE e redigere l’ordine del giorno. Per le sedute ci si attiene al “Regolamento dei Consigli e degli organismi della parrocchia e dell’unità pastorale” (vedi pag. 12).
IV. Resoconto amministrativo
Art. 11 Al termine di ogni anno finanziario, che va dal 01.01 al 31.12, viene presentato al CPP il resoconto finanziario per una presa di posizione che il CPP deve comunicare entro quattro settimane. Dopo questo termine il CPAE decide l’approvazione del reso conto finanziario, che viene presentato entro il 30 giugno dell’anno successivo alla curia vescovile in doppia copia firmato dal parroco e dal/dalla vicepresidente.
Art. 12 Una volta all’anno il CPAE rende conto anche alla comunità parrocchiale nella forma adeguata (assemblea parrocchiale, notiziario parrocchiale, ecc.) dell’amministrazione dei beni ecclesiastici, informando sulle voci più rilevanti delle entrate e delle uscite e sulla situazione economico-finanziaria della parrocchia.
V. Corresponsabilità nell’amministrazione
Art. 13 Il parroco con il consenso del CPAE può affidare affari di ordinaria amministrazione a singole persone, le quali ne sono responsabili davanti al parroco e al CPAE e ne rendono conto.
Art. 14 Per ulteriori affidamenti di responsabilità nell’amministrazione come pure per l’esercizio della legale rappresentanza in atti di straordinaria amministrazione è necessaria la richiesta all’Ordinario diocesano e la sua autorizzazione.
VI. Norme generali
Art. 15 Per tutto ciò che non è regolato dai presenti statuti si applicano le norme del Codice di Diritto Canonico, le disposizioni dell’Ordinario diocesano e le norme del diritto civile.
C. Regolamento dei Consigli e degli organismi della parrocchia e dell’unità pastorale
Gli organismi della parrocchia e dell’unità pastorale (CPP, CPAE, CPU, giunta esecutiva, gruppi di lavoro, commissioni) operano in conformità ai rispettivi statuti e secondo questo regolamento:
I presenti Statuti del Consiglio pastorale parrocchiale, Consiglio pastorale unitario e Consiglio per affari economici della parrocchia, come pure il Regolamento degli organismi della parrocchia e dell’unità pastorale sono con ciò approvati ed entrano in vigore il 15. settembre 2016.
Essi sostituiscono gli statuti del 1. settembre 2009.
Bolzano, Festa dell’Esaltazione della Croce, 14. settembre 2016
Prot. 482-16
+Ivo Muser
Vescovo di Bolzano-Bressanone
ASSISTENTI PASTORALI REGOLAMENTO PER L’ATTIVITÀ NELLE PARROCCHIE E NELLE UNITÀ PASTORALI
I. Profilo professionale, posizione e compito nella Chiesa
Come Chiesa siamo chiamati a vivere e operare insieme con Cristo nella comunità. Questa fondamentale vocazione, che proviene dai sacramenti del battesimo, della cresima e dell’eucaristia, si manifesta nei vari servizi, incarichi e uffici della Chiesa, fra i quali ha un posto particolare quello di assistente pastorale.
“Assistente pastorale” indica un servizio pastorale professionale aperto a donne e uomini e precisamente una collaborazione pastorale qualificata con i responsabili nelle parrocchie, nelle unità pastorali, nei decanati come pure nelle associazioni ecclesiali sul piano diocesano.
Per il servizio di assistenti pastorali è richiesta una matura personalità, vita di fede, rapporto personale con Cristo e senso di appartenenza alla Chiesa in unità con il Vescovo. Concretamente ci si attende dall’assistente pastorale:
II. I particolari settori di attività
I particolari ambiti di lavoro nei quali gli assistenti pastorali devono mostrare capacità e competenza sono:
III. Indicazioni per l’assunzione, l’organizzazione del lavoro e il regolamento di servizio
Normalmente l’assistente pastorale è assunto in base a un contratto da parte della parrocchia o dell’ente particolare; il legale rappresentante firma il contratto di assunzione. Per l’assistente pastorale viene nominata da parte della parrocchia o dell’ente particolare una persona di riferimento, che può essere il parroco o un’altra persona da lui nominata, la quale ha la competenza di dare le direttive in base agli accordi presi e di fare regolari verifiche. Tenendo conto delle esigenze pastorali locali e delle attitudini e qualifiche personali, vengono concordati – d’accordo con il direttore dell’Ufficio pastorale – i punti principali dell’attività e i corrispondenti compiti e competenze, in forma scritta e sottofirmata. Ogni anno si fa una verifica del lavoro svolto.
L’assunzione di un assistente pastorale prevede questi punti:
Datore di lavoro è la parrocchia o l’istituzione nella quale viene svolto il servizio. Se il servizio riguarda più parrocchie o un’unità pastorale o un decanato, viene concordato quale parrocchia si incarica dell’assunzione e in quale proporzione si dividono le spese fra le parrocchie.
Gli assistenti pastorali sono assunti normalmente:
La retribuzione si orienta, nel caso di un ciclo di studi teologici completi, sullo stipendio degli insegnanti di religione nella scuola media (con indennità di bilinguismo, senza supplemento provinciale).
Nel contratto sono determinati l’ambito di lavoro, l’orario di lavoro, la retribuzione o l’onorario, il pagamento dei contributi sociali e altri punti.
Il contratto collettivo del settore commercio e servizi terziari prevede fra il resto:
Le spese sostenute nel lavoro sono retribuite dietro presentazione delle fatture.
I viaggi di servizio devono essere autorizzati per ragioni di assicurazione. Il viaggio dalla residenza al luogo di lavoro non va considerato viaggio di servizio. Le spese di viaggio sono rimborsate secondo le regole della Curia.
Gli assistenti pastorali sono persone incaricate della pastorale parrocchiale ordinaria e perciò sono membri d’ufficio del consiglio pastorale parrocchiale.
All’assistente pastorale spetta un proprio ambiente di servizio e i sussidi che gli competono.
IV. Preparazione, accompagnamento e formazione permanente
La formazione dell’assistente pastorale si compie in una facoltà teologica o istituto superiore o in apposite istituzioni.
L’Ufficio pastorale offre agli assistenti pastorali – specialmente nel primo anno di servizio – un accompagnamento pratico. Una volta all’anno ha luogo un colloquio con il direttore dell’Ufficio pastorale. Si svolgono anche regolari incontri e scambi di esperienze fra di loro.
Gli assistenti pastorali sono invitati ai corsi di aggiornamento pastorale, con il compenso previsto al n. 12 c e con queste regole:
V. Contributo diocesano per la copertura del costo del personale
Per calcolare esattamente il costo di una assunzione (cfr. n. 10) bisogna considerare che come base va preso il contratto collettivo per il commercio e i servizi terziari e in base a questo va calcolato lo stipendio lordo, i contributi sociali, l’IRAP, il contributo per il fondo pensione e il TFR. Per il calcolo esatto ci si rivolga a un commercialista.
Per quanto riguarda il contributo diocesano per la copertura del costo vale quanto segue:
Un contributo diocesano per la copertura del costo annuale viene garantito a ogni parrocchia che lo richiede nella misura del 20%. Questo contributo – in considerazione della particolare situazione finanziaria della parrocchia – può essere elevato fino al 50%. Il contributo vale per tre anni e la richiesta può essere ripetuta.
Per usufruire di questo contributo deve essere presentata all’Ufficio amministrativo della Curia vescovile la relativa richiesta. Allo scopo sono necessari i seguenti documenti:
Approvo il “Regolamento assistenti pastorali” il quale entra subito in vigore. Questo sostituisce il regolamento in vigore dal 18.3.2003.
Bolzano, 29 giugno 2009
+ Karl Golser, Vescovo
Prot. nr. 585/09
ORIENTAMENTI PER LA PASTORALE NELLE UNITÀ PASTORALI
“GETTATE LE VOSTRE RETI!”
Parola del Vescovo
Se diventa sempre più grave la mancanza di sacerdoti, tanto che certe strutture fondate sulla loro opera non possono essere più portate avanti, questo però non ci deve scoraggiare. Dobbiamo riconoscere i segni dei tempi e soprattutto credere che in fin dei conti il Signore Gesù Cristo stesso costruisce la sua Chiesa e le ha assicurato la sussistenza nei secoli.
“Prendete il largo e gettate le vostre reti!” (Lc 5,4) dice Gesù ai suoi discepoli, i quali avevano pescato tutta la notte senza aver preso nulla. Benché la pesca alla luce del giorno sia ancor meno fruttuosa, Pietro dice: “Maestro, sulla tua parola, getterò le reti” (Lc 5,5). Oggi la parola di Gesù è rivolta a noi che viviamo questo difficile momento nella Chiesa. Gesù ci chiama a fidarci della sua parola e delle sue promesse anche nel nostro tempo. Per mezzo suo avviene anche oggi qualcosa di grande.
Questa fiducia ci incoraggia a uscire al largo e provare anche qualcosa di nuovo. Non possiamo accontentarci di “curare” le nostre comunità. Noi vogliamo attuare ancor più la parola di Cristo che ci incarica di portare avanti il lieto messaggio nel mondo. Dobbiamo diventare di nuovo missionari, l’amore di Cristo deve spingerci come ha spinto l’apostolo Paolo.
I presenti orientamenti per la pastorale nelle unità pastorali si fondano sul convincimento che noi abbiamo nelle nostre comunità parrocchiali molti e generosi collaboratori e collaboratrici. In molti campi si parla oggi di collegamento in rete. In un collegamento in rete si usano meglio le energie. Si arriva così a sinergie che specialmente nelle nuove situazioni offrono possibilità nuove. Tale collegamento in rete comprende, quando si tratta del collegamento fra uomini, sia la posizione dei singoli membri che il rapporto fra di loro.
Come Vescovo vorrei accompagnare personalmente l’attuazione degli orientamenti. Gli orientamenti valgono per la formazione delle unità pastorali nei prossimi cinque anni. In base alle esperienze che si faranno, potranno essere, se necessario, rielaborati.
Ringrazio tutti quelli che per amore della Chiesa si preoccupano dei necessari cambiamenti. La benedizione di Dio li accompagni.
+ Karl Golser
Vescovo
I. Punto di partenza
La Chiesa, la sua missione e i suoi compiti
La situazione della Chiesa nella nostra diocesi
II. Prospettive
Formazione delle unità pastorali
Meta e scopo delle unità pastorali
Attività e collaboratori in ogni parrocchia
Attività nell’unità pastorale
Collaboratori/trici e organismi nell’unità pastorale
Parroco e altri sacerdoti
Diaconi, assistenti pastorali e altri collaboratori/trici
Consiglio pastorale unitario
Team pastorale
Amministratore/trice
Indicazioni per le questioni finanziarie
III. Istituzione
IV. Rinnovamento nella fede
Gli “Orientamenti per la pastorale nelle unità pastorali” sono con questo approvati ed entrano in vigore il 1° settembre 2009.
Bolzano, 19 giugno 2009, Festa del Sacro Cuore di Gesù
Karl Golser
Vescovo
Prot. nr. 584/09
REGOLAMENTO PER INCARICATI PARROCCHIALI E RESPONSABILI PARROCCHIALI
I. Disposizioni generali
II. L’incaricato parrocchiale
III. Il/La responsabile parrocchiale
IV. Rapporto con il Consiglio pastorale e con il Consiglio per gli affari economici
V. Partecipazione alle conferenze decanali e a convegni pastorali
Sia l’incaricato parrocchiale che i responsabili parrocchiali vengono invitati alle sedute della conferenza decanale. Inoltre sono invitati anche a prendere parte a convegni su problemi di natura pastorale.