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Omelie

Apertura dell'Anno Santo 2025

Vescovo Ivo Muser

Domenica 29 dicembre 2024

Duomo di Bressanone

Heute beginnt das Heilige Jahr in allen katholischen Diözesen der Welt. Heute zu Mittag haben in unserer Diözese alle Glocken geläutet, ein hörbares Zeichen der Freude und des gemeinsamen Aufbrechens. Papst Franziskus hat dieses Heilige Jahr unter das Leitwort gestellt: „Pilger und Pilgerinnen der Hoffnung“. 

Von einer Pilgerreise erzählt heute auch der Abschnitt aus der Kindheitsgeschichte des Lukasevangeliums. Eine Wallfahrt steht an, von Galiläa hinauf nach Jerusalem, zum Tempel, zum heiligsten Ort des Volkes und der Religion. Jesus ist zwölf. Das Alter der Pubertät. Das Alter für die Bar Mitzwa, die Reife, um ein volles Mitglied der jüdischen Volks- und Religionsgemeinschaft zu werden. Jesus zeigt deutlich, dass er jetzt seinen Eltern gegenüber selbständig geworden ist. Ohne sie zu fragen oder sie wenigstens zu informieren, bleibt er in Jerusalem, während die Eltern sich bereits auf den langen Heimweg machen. 

Schmerzlich erleben sie, dass er nicht nur ihnen gehorcht, sondern zuerst einem Anderen, den er „meinen Vater“ nennt. Deutlich bemerkt der Evangelist: „Doch sie verstanden das Wort nicht, das er zu ihnen gesagt hatte.“ (Lk 2,50). Es berührt mich, zu spüren, wie weh ihnen dieses Wort getan hat. Sie sind nicht die letzte Autorität im Leben ihres Kindes. Sie müssen lernen, es frei- und loszulassen. Es wird selbständig. Es kommt der Tag, wo Jesus von zu Hause weggehen wird. Schmerz der Abnabelung und der Trennung. Schicksal und Aufgabe aller Eltern! 

Anche Maria e Giuseppe sperimentano come il loro bambino non appartenga semplicemente a loro. C'è qualcun altro, un Altro totalmente diverso, a cui Gesù fa riferimento, a cui riserva più spazio nella sua vita rispetto ai suoi genitori. Dio ha il primo posto! I bambini non appartengono semplicemente ai loro genitori; sono solo “in prestito” e a loro affidati. I genitori non hanno il diritto di decidere e disporre della vita dei propri figli. La famiglia non deve cercare di dominare un singolo membro.  

E nel Vangelo di oggi sento risuonare un'altra corda. Maria dice a suo figlio, quando finalmente lo trovano nel Tempio dopo tre giorni: " Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo" (Lc 2,48). Per i genitori non c'è apprensione più grande che perdere un figlio. Secondo me, la paura dei genitori di Gesù è anche l'immagine di una preoccupazione molto profonda: che anche io potrei perdere Gesù. Peggiore di tutte le perdite umane sarebbe non trovarlo più. È un pensiero toccante immaginare Giuseppe e Maria mentre cercano il loro Gesù assillati dal dolore. Andare così alla ricerca di Gesù, dal profondo del cuore! E poi provare la gioia di ritrovarlo – e precisamente quel Gesù che dice di sé: "Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?" (Lc 2,49). 

Per intercessione della Madre di Dio e di San Giuseppe, oggi preghiamo affinché nella nostra vita ci sia questa ricerca e questo ritrovamento di Gesù. Non è forse questo il principale obiettivo di quest'Anno Santo? Cercare e trovare LUI come il fondamento della nostra speranza? 

Wir hören jetzt sechs Stimmen, die uns sagen, was für sie Hoffnung bedeutet und woran sie diese Hoffnung festmachen. Ich wünsche uns allen, am Beginn dieses Heiligen Jahres, viele Gründe der Hoffnung, die uns leben helfen.