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Comunicati 2018

Cristo nasce ed è presente anche in questo carcere

“Cristo nasce ed è presente anche in questo carcere! Per questo auguro tanta speranza, tanta umanità e tanta solidarietà a tutti voi”. Lo ha detto questa mattina il vescovo Ivo Muser ai detenuti della casa circondariale di via Dante a Bolzano, dove ha presieduto una liturgia della Parola in preparazione al Natale.

“Dio in Gesù Cristo si è fatto uomo e così partecipa alla realtà umana: questo vuol dire che partecipa e vive anche le sofferenze, i dolori, le domande aperte, le delusioni, le infedeltà che noi uomini dobbiamo sopportare”, ha affermato mons. Ivo Muser, commentando la pagina del vangelo di Matteo proclamata durante il momento di preghiera. “Di questi dolori – ha proseguito il vescovo –, di queste sofferenze Gesù ci parla direttamente nel Vangelo: avere fame e sete e non aver da mangiare, essere forestiero e sentirsi escluso, essere senza tetto o senza vestiti, essere malato, ed anche essere carcerato. Gesù ci fa riflettere che ogni persona può sopportare queste carenze e sofferenze se si sente accompagnata e riceve aiuti concreti”. Da qui l’invito a “portare umanità in ogni situazione della nostra vita, soprattutto nei momenti e nei luoghi di dolore, solitudine e sofferenza”.

“Non abbiamo bisogno di una società perfetta, ma di una società umana – ha sottolineato il vescovo -. Attendere e festeggiare il Natale del Signore significa prendere tutto ciò che è umano e aprirlo a Dio”. Mons. Muser ha ricordato che “ogni volta che abbiamo fatto del bene agli altri, l’abbiamo fatto anche a Dio”. “Questa identificazione di Gesù con l’umanità – ha spiegato – è la conseguenza radicale dell’incarnazione di Dio nella sua persona. Fare del bene agli altri, portare umanità e rispetto nei diversi ambiti della nostra società e ad ogni persona vuol dire onorare Dio e rispettarlo veramente”. Questo è possibile anche tra le mura di un carcere, “vivendo nel rispetto reciproco”.

Mons. Muser si è quindi rivolto agli ospiti della casa circondariale di via Dante. “Ci sono delle persone che vi stanno vicino, che non vi dimenticano anche durante la vostra permanenza qui – ha detto –. La storia passata, anche se lo volessimo, non può essere riscritta. Ma la storia che guarda al futuro, è ancora tutta da scrivere, con la grazia di Dio e con la vostra personale responsabilità. Imparando dagli sbagli del passato, si può aprire un nuovo capitolo della vita. Nessuno di noi minimizza ciò che avete fatto. Dovete assumervi le responsabilità per le scelte sbagliate della vostra vita. Ma nonostante tutto: nessuno di voi deve perdere la propria dignità, il proprio valore. Col il suo perdono Dio vuole aiutarvi a cambiare la vostra vita, proprio là dove avete commesso un errore, che a volte è divenuto anche un reato”.

“Lascio un carcere ricco di umanità e questo grazie alle tante persone che sono vicine a questa struttura e ai suoi ospiti e che si adoperano per rendere le giornate meno tristi”, ha detto la direttrice Anna Rita Nuzzaci, che dai primi mesi del prossimo anno lascerà dopo 16 anni la casa circondariale di via Dante per andare a dirigere il carcere di Trento. “Sono contenta che si farà il nuovo carcere di Bolzano – ha aggiunto –. Questo carcere è descritto come uno dei peggiori d’Italia, ma questo riguarda solo la struttura. Tra queste mura, infatti, si respira una grande carica di umanità e questo grazie anche alla collaborazione di tanti volontari. L’Alto Adige è una terra ricca, non solo economicamente, ma anche in generosità e umanità. E noi, qui lo sperimentiamo ogni giorno. Cosa porto con me di questi 16 anni trascorsi a Bolzano? La carica di umanità trasmessa alle persone bisognose e quella delle persone che hanno offerto il loro aiuto”.
La casa circondariale di Bolzano ospita attualmente 115 detenuti (a fronte di una capienza massima di 105 persone); di questi 86 sono stranieri e 29 cittadini italiani. L’80% dei detenuti sta scontando una pena definitiva.