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Omelie

Giornata mondiale del Migrante e Rifugiato 2021

Domenica, 26 settembre 2021

Omelia del vescovo Ivo Muser

Il tema scelto da Papa Francesco per questa importante Giornata è: “VERSO UN ‘NOI’ SEMPRE PIU’ GRANDE!”  Ma vorrei ricordare anche a tutti che nella nostra Diocesi abbiamo iniziato l’anno pastorale che ha come tema e obiettivo da raggiungere “vicini e assieme”, obiettivo che alla fine si può esprimere con la piccola parola “NOI”, perché tante singole persone, quando stanno vicine e stanno assieme, alla fine quale parola usano per definirsi? dicono ‘NOI’!

Allora riflettiamo con esempi molto semplici che tutti possiamo capire: Tutti noi, quando eravamo piccoli, all’età di 18 mesi /2 anni circa, abbiamo cominciato ad usare due paroline: “IO” e “MIO”.  È una fase importante della vita, che gli psicologici hanno definito come “egocentrismo infantile”. Dicendo “io” e “mio” il bambino afferma se stesso come creatura singola, separata dagli altri e non più dipendente al 100% dalla mamma e dai genitori. Potremmo fare l’errore di ritenere il bambino ‘egoista’, ma è naturale che sia così. Poi le esperienze al nido, alla scuola materna e in altri ambienti in cui si condividono le cose e gli spazi, aiutano a crescere e a scoprire che non ci sono solo “io”, ma ci sono anche gli altri … E qui è importantissimo il ruolo educativo dei genitori e degli insegnanti, degli adulti in generale.

Trasportando questo esempio alla società, possiamo dire che un gruppo - ed anche una parrocchia, una comunità cristiana - che continua a pensare solo a sé stessa, resta chiusa sui propri interessi e non si apre agli altri … resta prigioniera di un ‘infantilismo’ negativo.

Torniamo all’esempio della vita: quando le persone giovani/adulte iniziano a dire “NOI”? L’esempio è quello della coppia di innamorati: entrambi non dicono più “io e lui” oppure “io e lei”, ma dicono “NOI”!  Per esempio: “Noi andiamo al cinema! Noi andiamo a ballare! Noi andiamo in montagna!”

Perché si arriva a dire “NOI”? Ci avete mai pensato? Perché le due persone che prima erano distinte e separate, pian piano con l’amore si fondono in un’unica realtà umana, la coppia! Sono due singole persone, è vero, ma si pensano e si definiscono come un’unica realtà: perciò si usa una sola parola: “noi”. In alcune lingue c’è il ‘voi’ che indica ‘voi due’! Parola diversa dal ‘voi’ che indica tre o più persone.

Se poi la coppia col tempo diventa “famiglia”, quindi non sono più 2 ma 3-4-5-6 persone… la parola che usiamo è comunque sempre un NOI, perché ciò che rende uniti è la relazione di amore, di affetto, di fraternità, di amicizia. Questo vale anche per le comunità religiose, per i gruppi di amici molto affiatati. Insomma: il NOI indica che non pensiamo a ciascuno come essere singolo distaccato e separato dagli altri, ma come una realtà unica, pur composta da persone diverse.

Ecco perché Papa Francesco ha voluto questo tema: “verso un ‘noi’ sempre più grande!” Il suo messaggio è rivolto ai cristiani delle parrocchie, ma anche a tutte le persone che vivono religioni diverse, ma in questo unico nostro mondo! Siamo un “NOI”! Siamo un´ ”unica famiglia umana!”

E per i cristiani, la “famiglia umana che crede in Gesù”, è la chiesa, che prima di essere una costruzione di pietre e di cemento, è una comunità che deve manifestare Gesù vivo e presente nel mondo!  Guardate con attenzione la copertina del libretto: chi ha creato questo ritratto di Gesù servendosi di tante piccole foto, ha proprio reso concreto quello che San Paolo dice: “Poichè come in un solo corpo abbiamo molte membra e queste membra non hanno tutte la medesima funzione, così anche noi, pur essendo molti, siamo un corpo solo in Cristo e ciascuno per la sua parte siamo membra gli uni degli altri” (Rm 12,4-5)

Oggi qui possiamo guardarci ed ascoltarci nelle nostre diversità: la verità è che siamo diversi! Allora con San Paolo diciamo: Anche noi, pur essendo molti e diversi, siamo un corpo solo in Cristo! Questa è la bellezza della chiesa cattolica: mandata a tutti, aperta a tutti! Lo dico con convinzione: Sono contento, sono fiero di essere cattolico. E questa celebrazione me lo fa gustare con gioia!

E allora lasciate che legga una frase del messaggio di Papa Francesco: “Nell’incontro con la diversità degli stranieri, dei migranti, dei rifugiati e nel dialogo interculturale che ne può scaturire, ci è data l’opportunità di crescere come Chiesa, di arricchirci mutuamente…

I fedeli cattolici sono chiamati ad impegnarsi affinché la Chiesa diventi sempre più inclusiva”.

Allora, dico: Chiesa di Bolzano - Bressanone, parrocchie tutte in Alto Adige, apriamoci alla diversità di lingue, di riti, di canti… Siamo “famiglia umana” che vuole crescere con il contributo di tutti!

Ma invito tutti, proprio tutti e tutte, con le stesse parole di Papa Francesco – nel suo messaggio per oggi – che potrete rileggere sul foglietto: “A tutti gli uomini e le donne del mondo, va il mio appello a camminare insieme verso un noi sempre più grande, a ricomporre la famiglia umana, per costruire assieme il nostro futuro di giustizia e di pace, assicurando che nessuno rimanga escluso. Il futuro delle nostre società è un futuro “a colori”. Per questo dobbiamo imparare oggi a vivere insieme, in armonia e pace.”