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Comunicati 2025

Giornata mondiale di preghiera per la pace: un appello per la pace

Il nuovo anno si è aperto con le comunità religiose riunite in duomo a Bolzano per la 58.ma Giornata mondiale di preghiera per la pace: un momento pieno di riflessioni, segnato da una suggestiva processione con la Luce di Betlemme.

La pastora della comunità evangelica luterana di Bolzano Frauke Leonhäuser, il parroco della Chiesa romena ortodossa Lucian Milasan e il vescovo diocesano Ivo Muser, rappresentanti delle tre confessioni cristiane, assieme agli esponenti delle comunità religiose musulmana, bahai, buddista, sikh e indù che vivono in Alto Adige: tutti assieme a pregare e a riflettere su pace e giustizia in un duomo gremito a Bolzano il primo pomeriggio del 2025, appuntamento fisso del 1° gennaio. La Giornata mondiale di preghiera per la pace – promossa da Consulta delle aggregazioni laicali, Katholisches Forum e Giardino delle religioni – è stata celebrata quest’anno con un’assemblea ecumenica e interreligiosa per dire no alle guerre a cui hanno partecipato nel capoluogo sacerdoti, associazioni, decine di altoatesini di tutte le età. Una suggestiva processione dentro il duomo, aperta dalla grande lanterna portata dai giovani scout con la Luce di Betlemme, è stato il momento culminante del pomeriggio. La fiamma della Luce di Betlemme (“conservata e mantenuta viva dallo scorso anno da un gruppo austriaco, poiché per ragioni comprensibili quest’anno non è stato possibile far arrivare la luce dal Medio Oriente”, ha spiegato il decano don Mario Gretter) ha acceso le piccole lanterne e le candele dei partecipanti, che in chiesa hanno animato un lungo corteo luminoso e hanno portato poi la luce nelle rispettive case. L’altro momento significativo è stata la distribuzione del pane della pace: i cesti con singoli pani sono stati affidati dagli scout ai rappresentanti delle varie religioni che sono andati tra i banchi ad offrire i sacchetti ai fedeli. 

Le religioni si fanno sentire

Tutti i rappresentanti delle religioni sono intervenuti con parole di pace, pronunciate nel rispettivo idioma e poi in italiano e tedesco, intervallate dalla musica del duo Nova Lux e dal suggestivo accompagnamento dell’armonica di Arcangelo Lotto. “Sapete cosa mi fa impressione quando penso alla Terrasanta, all’Ucraina, ai tanti conflitti nel mondo? Che tutti rivendicano solo i propri diritti, tutti si fermano nel proprio recinto. E tutti parlano soltanto delle proprie ferite”, ha detto il vescovo. Tra le comunità religiose “le differenze sono tante – ha proseguito – ma stasera siamo accomunati da un grande desiderio: implorare la pace. Che non va solo desiderata, ma deve essere accolta e costruita giorno dopo giorno da ciascuno di noi. Mi auguro una società dove ciascuno di noi possa vivere la propria identità, anche religiosa, ma non chiusa bensì costruita nel dialogo.” La pastora evangelico luterana ha ricordato che “il mondo ci unisce tutti. Martin Lutero ha detto: anche se domani tramontasse il mondo, io oggi pianterei ancora un alberello di mele. Lasciateci continuare a sperare e piantare.” Nel suo intervento, il parroco ortodosso ha osservato che “parlare di pace è facile, ma è molto difficile metterla in pratica. Presuppone incontrare e accettare l’altro, accettare la diversità. Bisogna educare alla pace, passo dopo passo, sperando un giorno di poter camminare, proprio come fanno i bambini.” Il rappresentante della comunità islamica in Alto Adige ha sottolineato che “in un periodo così difficile diventa essenziale chiedersi: sono disposto a mettere in discussione i miei pensieri, a difendere una persona davanti a un’ingiustizia, a mettere da parte il mio orgoglio? Ognuno di noi sa su cosa deve lavorare come singolo e comunità. Solo con questo sforzo spirituale, che si tramuta in azioni concrete, possiamo aspettarci la ricompensa di Allah, il paradiso.”