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Comunicati 2024

Il vescovo Muser rientrato dalla Tanzania: tante sfide ma anche tanti progetti

Nel fine settimana il vescovo Ivo Muser ha lasciato la Tanzania per rientrare in Alto Adige e ha così concluso la visita di due settimane assieme ai dieci seminaristi del Paese africano che studiano a Bressanone. Tra le tappe del viaggio vi sono stati gli incontri con i vescovi delle diocesi di provenienza dei seminaristi, con i familiari dei giovani candidati al sacerdozio e la visita a progetti sostenuti dalla Chiesa di Bolzano-Bressanone in Tanzania.

Della delegazione diocesana guidata dal vescovo Muser hanno fatto parte tra gli altri il vicario generale Eugen Runggaldier, la direttrice dell’Ufficio missionario Irene Obexer Fortin e i responsabili del Seminario di Bressanone dove i dieci seminaristi studiano da tre anni grazie a un progetto di collaborazione tra la Chiesa altoatesina e quella tanzaniana. I giovani sono tornati a casa per un periodo di vacanza in famiglia prima di riprendere gli studi a settembre in Alto Adige. Hanno partecipato al viaggio anche i parroci delle parrocchie altoatesine in cui i seminaristi svolgono tirocinio pastorale nei fine settimana.

Il fitto programma dei 15 giorni in Tanzania è iniziato nella capitale Dar Es Salaam, dove la delegazione altoatesina ha incontrato i vescovi delle diocesi di provenienza dei seminaristi. Con loro monsignor Muser ha fatto il punto sul progetto formativo in corso a Bressanone: come noto, dopo il percorso di studio e l’ordinazione sacerdotale svolgeranno il servizio pastorale in Alto Adige per cinque anni prima di tornare nel Paese di origine ben formati e con una preziosa esperienza in parrocchia. Il progetto è anche espressione della cooperazione tra la Chiesa locale e le Chiese sorelle del Sud globale. “I vescovi sono molto grati che alcuni dei loro seminaristi vengano formati in Alto Adige. È un progetto di scambio profondamente ecclesiale da cui tutti possiamo imparare molto”, sottolinea il vescovo Muser.

La tappa successiva ha portato la delegazione altoatesina a Kigoma, nella parte occidentale del Paese, dove monsignor Muser ha anche amministrato la cresima a 75 giovani africani. “Le celebrazioni speciali, gli incontri e gli scambi con le famiglie dei seminaristi, con i vescovi e le parrocchie e il tempo trascorso con i tanti bambini sono stati molto toccanti. La Chiesa di Tanzania è molto giovane, vivace e piena di speranza. Sono stati i momenti più belli di questo viaggio”.

Il viaggio si è concluso con un soggiorno nel sud della Tanzania, presente anche il parroco di Tesimo, don Tumaini Ngonyani, che proviene da questa regione e da anni promuove la costruzione di infrastrutture nella sua città natale, Msindo. “Questi progetti hanno un impatto su tutti i settori della vita: nel settore sanitario, la creazione di un’infermeria ha permesso a molte persone di accedere alle cure mediche. Nel settore dell'istruzione stiamo aiutando per il futuro dei giovani della zona: la scuola è in funzione da nove anni e i bambini che l'hanno completata ora proseguono il loro percorso scolastico”, riferisce il parroco Tumaini. A Msindo si sta costruendo un'officina dove verranno assemblati tricicli e sedie a rotelle per persone con disabilità motorie, un progetto finanziato con l’azione degli Sternsinger altoatesini, i cantori della stella. L’officina è stata inaugurata e benedetta dal vescovo Muser.

Il gruppo ha visitato anche numerosi altri progetti sostenuti in Tanzania dall’ufficio missionario diocesano: un asilo, una scuola e un presidio sanitario, nonché un progetto in agricoltura e l'edificio amministrativo della diocesi di Kigoma, costruito anche grazie all'aiuto altoatesino. Il vescovo Muser è grato a tutte le persone che sostengono questi progetti: “Queste iniziative sono segni concreti di solidarietà. Posso assicurare agli altoatesini che le donazioni arrivano e aiutano la popolazione locale. Ringrazio tutti coloro che sostengono questi progetti, perché possono esistere solo grazie ai benefattori. Ogni progetto mira a offrire un aiuto per proseguire nel lavoro e per l'auto-aiuto”.

La sintesi finale del vescovo Muser: “È stato un viaggio molto intenso, ma soprattutto di comunione e condivisione. Sono molto grato alle famiglie dei nostri seminaristi, ai loro vescovi e alle loro parrocchie. Porto con me una grande gioia e la consapevolezza di appartenere a una Chiesa universale. Ciò che ci unisce è molto più grande di ciò che ci divide.”