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Comunicati 2025

Papa Leone al vescovo Muser: “Alto Adige modello di pace”

Nel suo primo incontro con papa Leone XIV, oggi (17 giugno) in Vaticano il vescovo Ivo Muser ha ricevuto un segno di particolare apprezzamento per l'Alto Adige: il Papa ha definito il modello di convivenza pacifica raggiunto come un possibile esempio per altre regioni. Il saluto del vescovo diocesano al nuovo pontefice si è svolto nell'ambito dell'incontro con tutti i vescovi della Conferenza episcopale italiana.

Papa Leone XIV ha ricevuto oggi (17 giugno) in udienza la Conferenza Episcopale Italiana. Quella dei vescovi italiani è stata la prima Conferenza episcopale a incontrare il nuovo pontefice. All’evento nel Palazzo apostolico in Vaticano (Aula delle Benedizioni) ha partecipato anche il vescovo diocesano Ivo Muser.

“Ho avuto la gioia – racconta da Roma il vescovo Muser – di salutare per la prima volta il nuovo Papa. Mi sono presentato come vescovo di Bolzano-Bressanone, come vescovo in Alto Adige, e subito il Santo Padre mi ha detto: Ah, lì dove si parlano le tre lingue.” Monsignor Muser riferisce poi che “il Papa ha aggiunto qualcosa che potrebbe essere davvero per tutti noi uno stimolo e un grande incoraggiamento: il vostro modello – mi ha detto – potrebbe essere un modello di dialogo e di pace per molti.” Un passaggio veramente significativo, secondo il vescovo, “perché questa è la nostra vocazione e la via che l’Alto Adige percorre da decenni, anche con il contributo della diocesi. Faccio ritorno a Bolzano portando con me da Roma questa esortazione, questo chiaro messaggio di dialogo, di pace, di convivenza.”

Nell’incontro con i vescovi della CEI, osserva ancora Muser, “papa Leone ha sottolineato il legame particolare del successore di Pietro con la Chiesa che è in Italia. Poi, nel suo bellissimo discorso, il Papa ha evidenziato il compito e, allo stesso tempo, le sfide del presente: l’evangelizzazione e l’annuncio, l’esigenza di tradurre Cristo nelle vene della cultura, il senso di comunione nella società, il ruolo dei laici nella Chiesa, la relazione con le nuove tecnologie e l’AI, l’importanza della non violenza, sottolineando che proprio le parrocchie devono essere un laboratorio di non-violenza. Ha infine evidenziato la collegialità, ma anche – e questo mi sembra molto importante – il fatto che il Papa ha bisogno dei vescovi e che tiene in grande conto la sinodalità e le Chiese particolari.

Il Santo Padre con i circa 220 vescovi delle diocesi italiane nel Palazzo apostolico. Foto: Vatican Media.