Nella lectio allo Studio teologico accademico a Bressanone, l’attivista per la pace Sumaya Farhat-Naser è partita dalla storia in Medio Oriente per far capire come si è arrivati all'attuale conflitto. “C'è una guerra perché due popoli sostengono che la terra appartiene a loro”, ha detto Sumaya Farhat-Naser, fermamente contraria a questa impostazione ‘o l'uno o l'altro’. “Tutti perdono in guerra – ha sottolineato poi nella conferenza all’istituto Vinzentinum – e la vittoria assoluta di cui si parla va a scapito dell'umanità. La guerra non è solo distruzione di case, ma significa veramente la perdita di umanità a causa di terribili massacri. E solo con l'umanità possiamo vincere contro questa disumanità”.
Al Vinzentinum, in particolare, Sumaya Farhat-Naser ha parlato del suo lavoro per la pace a partire dagli anni '90, di come si sia battuta per la protezione di ragazze e donne e per i loro diritti, del centro che ha creato in cui le donne di Israele e Palestina lavorano per la pace. “Abbiamo parlato, discusso, pianto, ma ci siamo sempre ritrovate perché abbiamo imparato a guardare certe situazioni con gli occhi dell'altra”, ha spiegato la relatrice. “Se vogliamo la pace, dobbiamo renderla possibile attraverso l'incontro e il dialogo, abbiamo bisogno di un compromesso in cui tutti cedano un po', in modo che tutti vincano”, ha detto, sottolineando però che la pace non è possibile senza un intervento esterno.
In termini politici, Sumaya Farhat-Naser vede la soluzione ideale, quella dei due Stati, difficilmente realizzabile; parla piuttosto di uno Stato binazionale in cui Israele e Palestina abbiano una legislazione comune e tutti gli abitanti abbiano gli stessi diritti pur mantenendo la propria identità.
L’altra ospite cristiana, la dottoressa Hiyam Marzouqa, ha ricevuto un caloroso benvenuto alla scuola primaria di Cadipietra in valle Aurina, frutto di un rapporto che dura da anni con il Caritas Baby Hospital di Betlemme, ospedale che cura a tutti i bambini fino ai 18 anni, indipendentemente dalla loro estrazione sociale e dalla loro religione. Inoltre, da due anni la scuola primaria di Cadipietra sostiene un progetto per la costruzione di una mensa scolastica a Betlemme, in modo che i bambini ricevano un pasto caldo almeno una volta al giorno.
La dottoressa Hiyam, a lungo medico a Betlemme, ha parlato del suo lavoro per la pace con un linguaggio adatto ai bambini e si è commossa fino alle lacrime quando gli alunni della scuola elementare si sono esibiti in una danza della pace per esprimere la loro volontà di lavorare per la pace, anche nel loro piccolo.
Oltre ai vari appuntamenti, la Settimana della pace si concluderà nella Domenica missionaria mondiale, quando tutte le parrocchie e le comunità religiose sono invitate a pregare per la pace nelle celebrazioni festive. L'Ufficio missionario diocesano ha preparato una serie di suggerimenti disponibili sul sito web www.bz-bx.net/it/pace