La pace sia con voi: come vescovo inizio ogni celebrazione con questo augurio. È così che Cristo risorto ha salutato i suoi discepoli la sera del primo giorno di Pasqua. Pace - dono e missione!
Questa promessa ha un valore speciale anche in questa Pasqua. Non lontano da noi, la gente sta soffrendo da più di un anno le conseguenze di una crudele guerra di aggressione. La guerra non inizia sui campi di battaglia, ma nei pensieri, nei sentimenti e nelle parole delle persone. Non ci sono vittorie ottenute attraverso la guerra, il nazionalismo, la denigrazione di altri popoli, lingue e culture. Alla fine di una guerra ci sono sempre e solo perdenti.
Il popolo pasquale plasma la propria vita come un popolo di speranza e di pace, non con lo sguardo al passato, ma in avanti, insieme.
Si impegna per l'unità nella diversità - qui da noi e in un'Europa comune, dove culture, lingue, mentalità, confessioni e religioni diverse si incontrano e si arricchiscono a vicenda. Abbiamo bisogno di segni che uniscano, riconcilino e aiutino, in un cammino comune, a imparare, interpretare e perdonare la storia - anche in Alto Adige.
Tutti noi possiamo dare semplici segni pasquali di pace, giorno dopo giorno, sforzandoci di conoscere gli "altri": il vicino di casa, una persona di etnia diversa, un giovane che in questo momento non riesce ad affrontare la vita, un anziano che nessuno ascolta più, o un rifugiato con la sua storia e la sua speranza. Ogni incontro autentico riduce i pregiudizi, allontana le insicurezze e la paura del contatto, costruisce un ponte per la pace.
La pace sia con voi: è così che è iniziata la Pasqua. È così che la Pasqua diventa una missione, giorno dopo giorno. È così che diventa chiaro che noi scegliamo sempre la vita. Con questa promessa del Signore risorto, auguro a tutti una Pasqua di speranza, di gioia e di pace. Costruiamo ponti di pace con Cristo, vincitore della morte, e camminiamoci sopra, gli uni verso gli altri.
Auguro ogni benedizione, speranza e gioia di vivere per questa festa sopra tutte le feste.
