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Predigten

Vorweihnachtlicher Besuch im Gefängnis von Bozen 2024

Bischof Ivo Muser

Dienstag, 17. Dezember 2024

Bozen, Gefängnis in der Dantestraße

Cari fratelli detenuti, stimato direttore, cari collaboratori e operatori di questa struttura, caro don Giorgio, caro Signor Bertoldi, cari rappresentanti delle varie associazioni e istituzioni che sostengono nel corso dell’anno le attività di questa struttura, stimate autorità!

Entrando in questa struttura mi fanno sempre grande impressione le tante porte che caratterizzano questo ambiente: porte chiuse, porte sbarrate, porte che si aprono, porte che si chiudono. 

Nella notte di Betlemme Dio si fa uomo e bussa alla porta del mondo. Lo fa con la delicatezza e la fragilità di un bambino. E questo Dio continua a bussare alla porta del cuore di ogni uomo. Non si stanca mai di farlo. Lo fa anche quando questa porta è chiusa o addirittura sbarrata. 

Non si fa prendere dallo sconforto e dalla rassegnazione. Dio è paziente. Rimane davanti alla porta e bussa. 

Non usa la forza o la prepotenza. Dio bussa delicatamente alla porta del nostro cuore. Bussa alla porta del cuore di ciascuno di noi. Lo fa anche in questo momento. Non abbiamo timore di accoglierlo. Non lasciamo che lo sconforto, la sofferenza e il dolore prendano il sopravvento. Lasciamo che la luce del Natale arrivi ad illuminare le piccole o grandi oscurità del presente. 

Non illudiamoci: non tutte le porte si apriranno al primo tentativo. Quando questo accade, non lasciamoci scoraggiare o non facciamoci prendere dalla rabbia. Impariamo ancora una volta da Dio a rispettare con pazienza i tempi e la volontà degli altri.

E impariamo a bussare, nella preghiera, alla porta del cuore di Dio. Non dobbiamo avere paura di chiedere che ci doni la sua luce e la sua pace.

Nella notte di Natale – fra otto giorni – inizierà l´Anno Santo, che sarà celebrato a Roma e in tutto il mondo cattolico. Un simbolo particolare di questo Anno Santo saranno le porte aperte nelle quattro basiliche principali di Roma (San Pietro, San Giovanni in Laterano, Santa Maria Maggiore e San Paolo fuori le Mura). Ci sarà anche una quinta porta, fortemente voluta da Papa Francesco, che si trova nel penitenziario romano di Rebibbia. Queste Porte Sante sono il simbolo di ciò che è avvenuto nella notte di Betlemme e in tutta la vita di Gesù: Dio apre la sua porta all’umanità intera. Tutto l’Anno Santo è all’insegna del motto: “Pellegrini di speranza”. 

Noi tutti abbiamo bisogno di speranza! Una cosa è ciò che meritiamo per il male compiuto; altra cosa, invece, è il respiro della speranza, che non può essere soffocato da niente e da nessuno. La speranza non può essere tolta a nessuno, perché è la forza per andare avanti; è la tensione verso il futuro per trasformare la vita; è una spinta verso il domani.

Ringrazio quanti in questa casa si adoperano ogni giorno per tenere accesa la luce della speranza. So che il vostro non è un servizio facile, ma vi esorto – anche nei momenti più complicati - ad essere sempre testimoni di speranza.

Un grazie particolare dico a tutti i volontari che operano in questa casa circondariale, che danno un volto alla speranza, venendo incontro alle tante necessità di chi si trova a trascorrere un periodo della sua vita in questa struttura.

A voi, fratelli detenuti, auguro che possiate sperimentare concretamente la vicinanza di qualcuno. Anche nel buio più profondo, nei momenti in cui il dolore è più grande e la nostalgia più pungente, respirate la speranza. Lasciate che sia la speranza a respirare in voi! 

Fratelli e sorelle, lasciamoci toccare tutti dalla promessa di Gesù nel vangelo che ho scelto per questo nostro incontro e che esprime molto del mistero del Natale: “Io sono la porta… Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza” (Gv 10,10). Questo Buon Pastore non ha memoria del peccato, ma di noi, di ciascuno di noi. E crede che sia sempre possibile ricominciare, rialzarsi, cambiare la direzione.

In diesen Tagen vor dem Weihnachtsfest bewegt uns vielleicht auch die Frage: Warum sollen wir Weihnachten überhaupt feiern? Was hat sich denn verändert seit der Geburt Christi? Es gibt ja immer noch Hass und Gewalt in der kleinen und in der großen Welt, es gibt immer noch Krankheit, Leid, Gewalt und offenbar sind Gefängnisse auch heute nicht überflüssig geworden. 

Es stimmt, dass es all dies auch heute noch gibt. Christen glauben an einen Gott, der uns nicht zwingt und der unsere Freiheit will und respektiert, sogar dann, wenn wir sie missbrauchen. Aber es gilt auch: Dort, wo Menschen Christus einlassen durch die Tür ihres Herzens, dort geschieht Veränderung, dort öffnen sich Türen. 

Come ho fatto già diverse volte, mi auguro anche oggi che si possa realizzare la costruzione del nuovo carcere di Bolzano, di cui si parla ormai da tanto tempo. Mi auguro una forte volontà politica. La nuova struttura deve essere una priorità! Anche chi ha sbagliato ha il diritto di espiare la sua pena in condizioni dignitose. E anche agli operatori bisogna garantire un ambiente di lavoro altrettanto dignitoso. 

Fratelli e sorelle, le cinque porte dell´Anno Santo ormai imminente esprimono una grande speranza: la porta della  misericordia di Dio è sempre aperta! Per ciascuno di noi. E ne abbiamo bisogno! Chiediamo dunque, anche a nostra volta, di non chiudere mai le porte del perdono e di saper andare oltre i contrasti e il male per aprire nuove vie alla speranza. Per questo auguro tanta speranza, tanta umanità, tanta riconciliazione e tanta solidarietà a tutti voi.