Vescovo Muser, in questi giorni ha vissuto diversi momenti e incontri in Tanzania. Che impressione porta a casa da questo viaggio?
È stato un viaggio molto intenso, ma soprattutto di comunione e condivisione. Sono molto grato alle famiglie dei nostri seminaristi, ai loro vescovi e alle loro parrocchie. Porto con me una grande gioia e la consapevolezza di appartenere a una Chiesa universale. Ciò che ci unisce è molto più grande di ciò che ci divide.
Il viaggio nei Paesi di missione è sempre associato a progetti diocesani di cooperazione. Quali progetti ha visitato in Tanzania? Le donazioni e il sostegno finanziario degli altoatesini sono stati utilizzati bene?
Abbiamo visitato molti progetti, soprattutto quelli di educazione, formazione e anche di promozione umana. Ringrazio tutti coloro che sostengono questi progetti, perché possono esistere solo grazie ai benefattori. Il loro aiuto trova qui un impiego serio e concreto. Queste iniziative sono segni concreti di solidarietà e posso assicurare agli altoatesini che le donazioni arrivano e aiutano la popolazione locale. Un sentito grazie a tutti coloro che contribuiscono e aiutano questa comunità, facilitando e promuovendo la vita.
Durante il viaggio c'è stato anche un incontro con i vescovi locali e con i genitori dei seminaristi. Quali sono le sue sensazioni a riguardo?
In Tanzania ci sono molti seminaristi e giovani interessati alla Chiesa e alla vita sociale, oltre che al proprio cammino vocazionale. I vescovi incontrati sono molto grati che alcuni dei loro seminaristi trascorrano un periodo di formazione a Bressanone e di servizio pastorale in Alto Adige, augurandosi che possano tornare nel loro Paese di origine arricchiti da questa esperienza nella nostra diocesi. I vescovi sono molto grati per un progetto di scambio profondamente ecclesiale da cui tutti possiamo imparare molto
In Tanzania, la Chiesa cattolica è ancora piuttosto giovane e vivace. Cosa impara la Chiesa d'Europa dalla Chiesa in Africa e quali suggestioni porta con sé da questo viaggio?
La Chiesa qui è molto giovane, vivace e piena di speranza. Porto con me la gioia di vivere, di trasmettere la fede e di appartenere alla nostra Chiesa universale. Nonostante le sfide, ho incontrato bambini, giovani, anziani e famiglie felici di essere cristiani. Noi abbiamo bisogno di questa gioia.