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15 giorni in Tanzania – Intervista con il vescovo Muser

In luglio il vescovo Ivo Muser si è recato in Tanzania. Il fitto programma dei 15 giorni del viaggio prevedeva numerosi incontri e visite. Oltre agli incontri con i genitori dei seminaristi, i vescovi e le parrocchie, la delegazione diocesana ha visitato anche numerosi progetti di aiuto sostenuti dagli altoatesini. Nell'intervista che segue, mons. Muser racconta quali impressioni ha portato con sé dal Paese dell'Africa orientale.

Vescovo Muser, in questi giorni ha vissuto diversi momenti e incontri in Tanzania. Che impressione porta a casa da questo viaggio?

È stato un viaggio molto intenso, ma soprattutto di comunione e condivisione. Sono molto grato alle famiglie dei nostri seminaristi, ai loro vescovi e alle loro parrocchie. Porto con me una grande gioia e la consapevolezza di appartenere a una Chiesa universale. Ciò che ci unisce è molto più grande di ciò che ci divide.

Il viaggio nei Paesi di missione è sempre associato a progetti diocesani di cooperazione. Quali progetti ha visitato in Tanzania? Le donazioni e il sostegno finanziario degli altoatesini sono stati utilizzati bene?

Abbiamo visitato molti progetti, soprattutto quelli di educazione, formazione e anche di promozione umana. Ringrazio tutti coloro che sostengono questi progetti, perché possono esistere solo grazie ai benefattori. Il loro aiuto trova qui un impiego serio e concreto. Queste iniziative sono segni concreti di solidarietà e posso assicurare agli altoatesini che le donazioni arrivano e aiutano la popolazione locale. Un sentito grazie a tutti coloro che contribuiscono e aiutano questa comunità, facilitando e promuovendo la vita.

Durante il viaggio c'è stato anche un incontro con i vescovi locali e con i genitori dei seminaristi. Quali sono le sue sensazioni a riguardo?

In Tanzania ci sono molti seminaristi e giovani interessati alla Chiesa e alla vita sociale, oltre che al proprio cammino vocazionale. I vescovi incontrati sono molto grati che alcuni dei loro seminaristi trascorrano un periodo di formazione a Bressanone e di servizio pastorale in Alto Adige, augurandosi che possano tornare nel loro Paese di origine arricchiti da questa esperienza nella nostra diocesi. I vescovi sono molto grati per un progetto di scambio profondamente ecclesiale da cui tutti possiamo imparare molto

In Tanzania, la Chiesa cattolica è ancora piuttosto giovane e vivace. Cosa impara la Chiesa d'Europa dalla Chiesa in Africa e quali suggestioni porta con sé da questo viaggio?

La Chiesa qui è molto giovane, vivace e piena di speranza. Porto con me la gioia di vivere, di trasmettere la fede e di appartenere alla nostra Chiesa universale. Nonostante le sfide, ho incontrato bambini, giovani, anziani e famiglie felici di essere cristiani. Noi abbiamo bisogno di questa gioia.