Ogni anno il 7 ottobre si celebra la Giornata mondiale del lavoro dignitoso. Il lavoro occupa uno spazio estremamente importante nella vita della maggior parte delle persone: è più di un semplice strumento di sussistenza, dà senso alla vita, è un mezzo e un presupposto per lo sviluppo della personalità. “Condizioni di lavoro inique contraddicono la dignità fondamentale di ogni essere umano, sempre e ovunque”, afferma Johann Kiem, referente diocesano per il lavoro e la giustizia sociale.
La società sta cambiando rapidamente, trasformandosi in una “società 24 ore su 24” orientata quasi esclusivamente alla produzione e al consumo. “Il lavoro richiesto senza misura e senza sosta, un lavoro 24 ore su 24, 7 giorni su 7, può privarci a lungo termine di spazi e momenti importanti per le amicizie e le relazioni, il matrimonio e la famiglia, l'impegno nel volontariato e politico, la religione e la cultura”, sottolinea Kiem. Per questo “la crescita economica a scapito del lavoro dignitoso non solo è una mancanza di rispetto nei confronti dei lavoratori, ma a lungo termine minaccia anche la coesione sociale”, aggiunge il referente diocesano.
Rispetto, trasparenza, comunicazione e relazioni sono concetti fondamentali indispensabili per un lavoro dignitoso. «Proteggere questa dignità inizia dalle piccole cose, da noi stessi. Ha anche a che fare semplicemente con il modo in cui trattiamo le persone e il loro lavoro. E poi, naturalmente, è fondamentale anche il quadro giuridico e strutturale del mondo del lavoro, che è soprattutto oggetto di attenzione delle associazioni dei lavoratori“, afferma Kiem, che rimanda anche all'opuscolo ”Buon lavoro” pubblicato dalla Commissione diocesana per i problemi sociali e il lavoro.