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Comunicati 2020

Dies Academicus allo Studio teologico accademico di Bressanone

“A voi che oggi avete concluso il vostro percorso di formazione allo Studio teologico accademico di Bressanone auguro di ricordare sempre le belle esperienze che avete vissuto qui”. Lo ha detto questa mattina (29 gennaio 2020) a Bressanone il vescovo Ivo Muser rivolgendosi agli studenti che, in occasione del Dies Academicus, hanno ricevuto il diploma di baccalaureato in teologia e in filosofia.

Ricordando s. Freinademetz, di cui oggi ricorre la memoria liturgica, mons. Ivo Muser ha invitato gli studenti a tenere sempre presente il Vangelo nella loro vita. “Nel suo percorso di preparazione al sacerdozio s. Freinademetz ha pronunciato otto volte il suo ‘adsum’, il suo ‘eccomi’ – ha sottolineato il vescovo –. Auguro a ciascuno di voi di dire spesso ‘adsum’, ‘eccomi’: abbiamo bisogno della vostra disponibilità e competenza per lavorare insieme nella Chiesa e nella società. Siamo chiamati a vivere il Vangelo e a scoprire Cristo come fonte di tutto e come nostra grande meta. Siamo chiamati a farlo nel contesto odierno, con le sue sfide e le sue possibilità. Abbiamo bisogno di persone che si mettano a disposizione e desiderino essere membri attivi e convinti della comunità ecclesiale oggi”.

Lo Studio teologico di Bressanone, una realtà in costante dialogo con il territorio

Una grande varietà che viene valorizzata grazie al fare rete con altre realtà accademiche e all’essere costantemente in dialogo con il territorio. Queste le caratteristiche dello Studio teologico accademico di Bressanone (STA) presentate questa mattina dal preside, Alexander Notdurfter, in occasione del Dies Academicus, al quale ha partecipato anche il vescovo di Treviso, mons. Michele Tomasi, per molti anni professore allo STA.

Accompagnando i presenti in una sorta di visita virtuale dell’istituto, Nortdurfter ha ricordato che “lo Studio teologico è oggi frequentato da 131 studenti di varie età e nazionalità”. “A seguire le lezioni incontriamo giovani che si preparano per lavorare in strutture ecclesiastiche, insegnanti di religione che fanno formazione permanente – ha sottolineato – c’è la studentessa di una grande facoltà tedesca e c’è la suora africana che sta studiando qui da noi per poi tornare nella sua diocesi di origine pronta ad assumere incarichi di responsabilità. E tra un giovane e l’altro ci sono quelli che sono rimasti giovani, che dopo aver fatto carriera nella loro professione, ora sono qui per occuparsi di quello che da tempo gli tocca il cuore”.

Una realtà quanto mai varia, quella dello STA di Bressanone, “che si arricchirà, il prossimo anno grazie all’arrivo di 12 studenti dalla Tanzania e dall’India” e che da anni è in rete con diverse altre realtà accademiche quali lo Studio teologico di Trento, la Facoltà di teologia di Innsbruck, la Facoltà teologica del Triveneto e la Libera università di Bolzano. “Ma siamo in contatto anche con altre scuole e istituzioni – ha aggiunto Notdurfter – dove i nostri studenti svolgono il loro tirocinio. E poi ci sono i gruppi, le associazioni e le realtà ecclesiali e gli uffici della Curia”. Nutrito il gruppo di studenti uditori: lo scorso anno sono stati 400. “Il corpo docente, formato da 11 professori e 62 docenti, non propone agli studenti visioni unilaterali della teologia e della filosofia, ma si sforza – ha proseguito il preside dello STA – di avere una visione equilibrata di filosofia e teologia, senza mai perdere di vista l’applicabilità di queste materie. Da qui l’essere in costante dialogo con la realtà: cerchiamo di rispondere agli uomini e alle donne che ci ascoltano dal lunedì al venerdì e a volte anche il sabato, o meglio di raccogliere le loro preoccupazioni e quello che sta loro a cuore”. “Varietà, fare rete e essere in collegamento con la realtà: questo è ciò che ci distingue – sottolinea Notdurfter –. Tutte caratteristiche queste che hanno a che fare con l’essere cattolici nel senso più profondo del termine. Sono convinto che la nostra missione come Studio teologico accademico di Bressanone sia quella di vivere queste caratteristiche nella vita quotidiana e di tenerle sempre presenti nello sviluppo delle nostre attività”.

Teologia, una materia che apre alla comprensione della nostra società

“La Sacra Scrittura così come la teologia morale possono essere una guida affidabile anche al giorno d’oggi”. È quanto ha affermato il giornalista e teologo Martin Lercher, che  partendo da un passo del “Faust” di Goethe (“Habe nun, Theologie studiert, mit heißem Bemühn”) ha ripercorso i suoi anni di studio allo STA di Bressanone, sottolineando l’importanza che la teologia ha nel suo lavoro. “La teologia – ha spiegato – fornisce una sorta di manuale delle istruzioni per comprendere la nostra cultura, che si basa sui valori cristiani, e la nostra società”. Lercher si è quindi soffermato sulla “spiritualità cristiana, che apre allo studio della teologia e arricchisce la vita”.

Consegnati i diplomi di baccalaureato

Dopo gli interventi di Lena Bayer e di Thomas Ebner, che hanno presentato le loro tesi, si è proceduto con la consegna dei diplomi. Il vescovo Muser ha consegnato i diplomi di baccalaureato in teologia a Lena Bayer, Monika Delueg, Julia Engl, Andrea Anna Glaser, Manuela Hochrainer, Nataliya Ihnatsevych, Maria Magdalena Innerhofer, Marina Kerschbaumer, Margareth Kuenzer, Luizia Kuntner, Karin Lamprecht, Christine Leiter, Tanja Michaeler, Katharina Mur, Carmen Pellegrini, Katja Pichler, Judith Ploner, Alice Scibelli, Gaetano Valecce e Viktoria Volgger. Le congratulazioni del vescovo sono andate anche a Thomas Ebner e a Ruthild Heimann che hanno conseguito il baccalaureato in filosofia.

A Verena Massl il premio “Vescovo Karl Golser” promosso dal De Pace Fidei

A Verena Massl il vescovo Muser ha consegnato il premio “Vescovo Karl Golser”, promosso dall’istituto De Pace Fidei di Bressanone. Massl a conclusione del master in innovazione ricerca per gli interventi socio-assistenziali-educativi all’università di Bolzano ha discusso una tesi dedicata ai giovani di seconda generazione del villaggio di Neve Shalom – Wahat al Salam (Oasi di pace) che sorge a metà strada tra Gerusalemme e Tel Aviv. Abitato da una settantina di famiglie – metà ebree e metà arabe – il villaggio è qualcosa di unico oggi in Israele. Di fatti è la sola comunità nel Paese in cui ebrei e arabi, tutti di cittadinanza israeliana, vivono insieme per scelta.  

“Caro denaro – Turpe mammona. Chiesa e finanze” il tema dell’Annuario 2020

“Il denaro è uno strumento di interazione universale che immagazzina e trasforma il valore dei beni. È il prodotto del nostro immaginario collettivo e si basa essenzialmente sulla fiducia tra le persone. Allo stesso tempo, tuttavia, questa fiducia è minata dal denaro stesso, poiché i limiti di ciò che è acquistabile vengono costantemente spostati”. È quanto ha ricordato Markus Moling, presentando l’Annuario 2020 dello STA di Bressanone, dal titolo “Caro denaro – Turpe mammona. Chiesa e finanze”.

“Come istanza morale, è proprio la Chiesa nella Scrittura e nella tradizione che mette in guardia contro questi spostamenti di confine e auspica un uso oculato del denaro che tenga conto dei più disagiati”, ha aggiunto Moling, che ha quindi ricordato le parole di Papa Francesco, “Il denaro deve servire e non governare”. Il Papa ha più volte criticato un’”economia che uccide”, poiché orientata al massimo profitto e ormai svuotata di qualsiasi dimensione umana. “Ogni singola persona e le sue esigenze devono essere prese in considerazione e deve essere promosso il suo sviluppo integrale – ha sottolineato Moling – superando l’ingiusta distribuzione mondiale dei beni e quindi il divario sempre più ampio tra ricchi e poveri. Come istituzione, anche la Chiesa dipende dal denaro ed è essa stessa una potenza economica. Proprio per questo viene messa alla prova”. Ricordando, infine, il filosofo altomedievale Severino Boezio, Moling ha sottolineato come “il denaro rende più felici quando lo si spende di quando lo si accumula”.