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Giampietro Crespiatico: Diaconi di fraternità

Di Giampietro Crespiatico è diacono permanente a Santa Maria Assunta a Merano dal 2009

Servire il Signore nella gioia: questo è il tema su cui sono stati chiamati a riflettere e pregare i diaconi permanenti di lingua italiana della diocesi di Bolzano-Bressanone che nel 2022 si sono ritrovati per quattro giorni a Bressanone per il consueto incontro di esercizi spirituali annuali accompagnati nelle meditazioni dal frate domenicano Padre Daniele.

La pandemia aveva spezzato quella che ormai era un’abitudine consolidata per i diaconi della nostra Diocesi ma la fraternità diaconale è riuscita nuovamente ad organizzare e aderire agli esercizi spirituali.

Per molti di noi, impegnati come diaconi nelle proprie parrocchie e che svolgono vita secolare avendo famiglia e lavori professionali esterni all’ambito ecclesiastico, quello del ritiro spirituale è un momento molto atteso ed era dunque importante potersi riappropriare di questi momenti in una lenta ma significativa ripresa ad una normalità di vita a cui da tempo tutti aneliamo dopo la pausa forzata.

Quello degli esercizi spirituali è un tempo necessario non solo per una preghiera più profonda ma è un tempo in cui ci si sofferma e si riflette sulla propria vocazione, sulla propria spiritualità e sulla propria fede. Ma non solo. Il tempo degli esercizi spirituali è un tempo in cui si rinsaldano i legami di fraternità con i confratelli nel servizio, un tempo in cui si ritrova la propria vocazione e il giusto slancio per il proprio servizio all’interno delle comunità parrocchiali in cui siamo chiamati ad operare. Una rigenerazione spirituale necessaria per poter purificare i nostri cuori, la nostra mente e il nostro spirito e per poter “riaprire” le porte dei nostri cuori e lasciare entrare nuovamente con forza il soffio dello Spirito, energia viva del nostro servizio.

Il diacono, come ministro ordinato, è strumento prezioso del “quotidiano” nella vita della Chiesa stessa, nella dimensione spirituale, in quella liturgica e celebrativa ma soprattutto in quella caritativa nella quale ha la consapevolezza di rappresentare nella Chiesa il volto di Cristo Servo. Il nostro essere diaconi e il nostro servizio alla comunità sono atti concreti di presenza, atti concreti che spesso escono dagli schemi prettamente liturgici e celebrativi e che si esplicitano nella carità e nella quotidiana collaborazione nelle attività delle comunità parrocchiali di appartenenza fatta anche e soprattutto di relazioni.

Questa presenza fisica e relazionale ha dunque necessità di presenza spirituale; una presenza spirituale che sempre va rinvigorita, aggiornata, formata, curata e custodita anche come presenza gioiosa.

Ecco quello che ci ha lasciato questi giorni di esercizi spirituali, di preghiera, di riflessione e di adorazione: la gioia del servire il Signore, la gioia di poter servire la comunità, i propri fratelli e le proprie sorelle nella fede e nella carità.