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Comunicati 2022

Conoscere e accettare la disabilità

La pastorale dell’inclusione delle persone con disabilità è stata al centro del Convegno diocesano di febbraio tenutosi il 4 febbraio pomeriggio all’Accademia Cusanus di Bressanone. Di conoscenza, accettazione e partecipazione hanno parlato con operatori e volontari don Stefano Buttinoni della Chiesa di Milano e Vanessa Macchia, docente all’Università di Bolzano.

L’inclusione è stato il tema di fondo del Convegno diocesano “Per Dio nessuno è troppo piccolo – pastorale con persone con disabilità” proposto dall’Ufficio pastorale diocesano e dall’Accademia Cusanus di Bressanone. La relazione di don Stefano Buttinoni dell’Arcidiocesi di Milano, incaricato Caritas per la disabilità con i giovani negli oratori milanesi, ha focalizzato il tema “Far appartenere le persone con disabilità alla comunità cristiana ci salva dall’autosufficienza”: la disabilità non è una malattia, ha sottolineato, “è uno stato di vita, un approccio differente ad ogni realtà: intellettiva, psicologica, fisica, spirituale.” Buttinoni ha ricordato che il nostro mondo è spesso modellato da norme come la bellezza o l'intelligenza: “Tutto ciò che si discosta è diverso e crea timore perché mette in discussione le norme e in definitiva anche l'essere umano.” Spesso alle persone con bisogni speciali vengono date etichette che danno un nome alla loro disabilità: don Buttinoni ha invitato “a non fermarsi alla disabilità ma a guardare la persona che la vive, a voler conoscere veramente la persona. Alla conoscenza fa seguito l’accettazione incondizionata.”

Vanessa Macchia docente di didattica e pedagogia speciale alla facoltà di Scienze della formazione dell’Università di Bolzano, ha discusso di comunità inclusiva e ha rimarcato che “l'inclusione sfida le persone e richiede alla società e alle istituzioni di adattarsi ai bisogni individuali. Questo inizia con le barriere architettoniche e continua con le riserve e i pregiudizi.” L'inclusione non cerca solo di superare le barriere ma anche l'esclusione, ha aggiunto: “Solo allora partecipazione e coinvolgimento sono possibili. L'inclusione, tuttavia, non si ferma ai diversi bisogni, ma ha nel mirino la parità dei diritti, delle opportunità, della dignità delle persone.” L'inclusione, ha concluso “è un processo in cui siamo sempre in evoluzione, come persone, come società e anche come Chiesa.”

Al convegno di Bressanone i familiari di persone con bisogni speciali hanno poi dato una preziosa testimonianza delle loro esperienze: la vita quotidiana, hanno detto, è e rimane una sfida a tutti i livelli, ma il sentimento che prevale è quella di essere arricchiti dalle persone con disabilità.