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Comunicati 2025

Muser: aiutare a vivere, segno di speranza per la società

Si celebra domenica 2 febbraio la 47.ma Giornata nazionale per la vita. Il tema del 2025, nell’anno giubilare, è “Trasmettere la vita speranza per il mondo”. Nel suo messaggio per la ricorrenza, il vescovo Ivo Muser ringrazia “tutti coloro che danno la priorità alla vita, diventando così un segno di speranza per la società: nel parlare, nell'agire, nel proprio atteggiamento e nella propria condotta di vita, nell'aiuto concreto a tutti coloro che portano il peso dell’esistenza.” È necessario, aggiunge il vescovo, “che facciamo sentire con decisione la nostra voce anche quando le donne subiscono violenza.”

Nel suo messaggio per la Giornata nazionale per la vita 2025, il vescovo Ivo Muser ricorda che “la speranza cristiana è sostenuta dal sì di Dio alla creazione, alla vita e alla persona umana come uomo e donna. Questa speranza riceve nella fede cristiana la certezza radicale che la vita umana è indisponibile e sacra. I cristiani sono quindi profondamente amanti della vita - della vita umana e dell’ambiente coesistente. Sono amici della vita già nata così come di quella nascente, della vita realizzata come della vita con disabilità e malattia. Sono amici della vita temporale e della vita eterna.”

Monsignor Muser ringrazia “tutti coloro che in questo Anno Santo 2025 danno coraggiosamente e decisamente la priorità alla vita, diventando così un segno di speranza per il nostro mondo: nel parlare, nell'agire, nel proprio atteggiamento e nella propria condotta di vita, nell'aiuto concreto a tutti coloro che portano il peso della loro esistenza e che possono scegliere la vita solo se sostenuti e accompagnati. È anche molto importante che facciamo sentire con decisione la nostra voce quando le donne subiscono violenza domestica e pubblica. Questo ferisce, oltraggia e umilia tutti noi.”

La vita umana è sacra e quindi inviolabile, dalla concezione fino alla morte: “La vita in tutte le sue forme – spiega il vescovo – merita rispetto, gratitudine, stupore, attenzione, e la convinzione che non possiamo fare tutto ciò che siamo in grado di fare.” Il vescovo sottolinea poi un altro aspetto: “Nell'atteggiamento verso la creazione, verso tutte le forme di vita e, soprattutto, nel rapporto con la vita umana si gioca la fede in Dio.” Per questo mette in guardia: “È pericoloso permettere e applicare suddivisioni: non nato-nato; sano-malato; disabile-normale; giovane-anziano; degno-indegno di vivere. La storia è piena di esempi ammonitori! Qui è importante essere chiari e inequivocabili, per il bene della persona e della sua dignità donata da Dio”, conclude monsignor Muser nel suo messaggio.