In apertura del Convegno pastorale all’Accademia Cusano il direttore dell’Ufficio pastorale Reinhard Demetz ha salutato i rappresentanti di clero, operatori della pastorale, consigli parrocchiali, volontari e associazioni ecclesiali che hanno gremito la sala.
Il tema del convegno, “Con gioia e speranza: vivere la sinodalità”, è stato approfondito da tre relatori. Suor Simona Brambilla, Prefetta del Dicastero vaticano per la vita consacrata (prima donna a ricoprire questa carica in un dicastero), si è soffermata sul Sinodo, definito “una chiamata alla conversione personale, comunitaria, relazionale, istituzionale, ecclesiale, affinché la Chiesa diventi sempre più un popolo di discepoli missionari.” Il Sinodo, ha ricordato la relatrice, ha ribadito “la necessità di una conversione dei processi decisionali e del servizio di autorità nei diversi ambiti della Chiesa, per liberarlo da possibili derive narcisiste/clericaliste.” La Prefetta ha poi paragonato la Chiesa a una rete da pesca, “che accoglie in sé le diversità personali e culturali. Una rete da pesca è fatta di legami, se saltano la rete si rompe e va riparata.” Chi esercita un servizio di autorità deve impegnarsi a ricucire le reti, “che può aprire la strada a una rinascita. È una conversione al riconoscere e riparare le strutture e le dinamiche di peccato in noi, tra noi e attorno a noi, a rammendare cuori feriti, legami, reti che ci uniscono come fratelli e sorelle”, ha concluso.
Gabriele Eder-Cackl, direttrice dell’Istituto pastorale austriaco, ha parlato di impegni e ostacoli per la pari dignità delle donne nella Chiesa sinodale. Su 1,4 miliardi di cattolici battezzati nel mondo, 700 milioni donne: “Tra i fattori necessari per essere una Chiesa sinodale in futuro – ha detto – quasi tutte le diocesi hanno citato la dignità, la giustizia e la valorizzazione delle donne.” Ne è derivato un impulso positivo: “All'interno della Chiesa cattolica si sta lavorando per affidare più incarichi di vertice alle donne, ove possibile secondo il diritto canonico”, ha detto la relatrice, anche se persistono le difficoltà per le resistenze all’interno di parte della Chiesa e nell’attuazione pratica delle delibere sinodali.
Dario Vitali, consulente e coordinatore teologico del Sinodo della Chiesa universale, ha approfondito il tema della sinodalità come stile ecclesiale: “Sinodalità è camminare insieme, ma non è un vagare senza meta. La meta è già data, perché rivelata dal Signore stesso. Sono le vie da percorrere per arrivarci insieme che vanno scoperte cammin facendo.” Ha definito quindi la Chiesa sinodale una “Chiesa dell’ascolto reciproco, in cui ciascuno ha qualcosa da imparare. Il processo sinodale mostra che la vita della Chiesa locale è fondata sulla circolarità dei soggetti che la articolano: il Popolo di Dio con il suo Vescovo, coadiuvato dal suo presbiterio. Sono questi tre soggetti a garantire la dinamica sinodale dell’ascolto. Questa circolarità dinamica dell’ascolto rende virtuosi i processi decisionali, rende sincere le intenzioni, rende vere le decisioni, perché coinvolge tutti nello stesso cammino. Vale per il discernimento dei carismi e dei ministeri, vale per l’uso del denaro, vale per gli abusi e le decisioni da assumere.”
Nel corso del convegno 10 laboratori hanno offerto ai partecipanti l’opportunità di scegliere quali esperienze pratiche di sinodalità approfondire: ad esempio l’esperienza imprenditoriale nella guida delle persone, il coaching nel contesto ecclesiale, le forme di partecipazione alla liturgia, nuovi spazi e percorsi della Chiesa nel mondo di oggi, come accompagnare il volontariato.
Domani (sabato 20) il Convegno pastorale prosegue con l’intervento del vescovo Ivo Muser, il suo dialogo con i partecipanti e la cerimonia di consegna delle onorificenze diocesane a tre persone per il loro lungo servizio al prossimo.