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Visita al Consiglio Provinciale

Egregio Signor Presidente del Consiglio Provinciale,sehr geehrte Frau Vizepräsidentin,geschätzte Mitglieder des Präsidiums,stimati Consiglieri Provinciali,geehrte Landtagsabgeordnete,sehr geehrter Herr Landeshauptmann und geehrte Mitglieder der Landesregierung,egregio Signor Vicepresidente della Giunta Provinciale e stimati Assessori! Con gioia e convinzione ho accolto l’invito che l’egregio signor Presidente del Consiglio Provinciale mi ha rivolto in occasione della sua visita due settimane dopo la mia ordinazione episcopale. Nie im Laufe eines Jahres werden so viele Wünsche ausgesprochen wie in diesen Tagen vor dem Weihnachtsfest und vor dem Jahreswechsel. Erlauben Sie mir deshalb, dass auch ich meinen Besuch hier im Landtag verbinde mit einigen Wünschen an Sie persönlich und an ihren wichtigen Dienst, der Ihnen in diesem besonderen und wichtigen Haus zum Wohl unseres Landes anvertraut und übertragen ist. 1. In der Mitte des christlichen Weihnachtsfestes steht die Aussage: „Und das Wort ist Fleisch geworden und hat unter uns gewohnt“ (Joh 1,14). Christen bekennen, dass Gott ein Wort für diese Welt hat und dass er sich sosehr für diese Welt entschieden hat, dass sein rettendes Wort Fleisch geworden ist mit allen Konsequenzen, von der Krippe bis zum Kreuz. Dieses Bekenntnis meint: Gott und die Welt, Gott und der Mensch, haben für immer miteinander zu tun. Politik hat deswegen für Christen viel mit dieser „Fleischwerdung“ zu tun, mit dem konkreten und alltäglichen Einsatz für den Menschen und seine Welt.Zum wichtigsten Instrumentarium der Politik, und damit auch dieses Hohen Hauses, gehört das Wort. Wir wissen es alle: Worte haben eine ganz eigene Kraft. Sie gehen uns nach, sie treffen uns, sie prägen uns, mit ihnen drücken wir uns selber aus. Worte können aufrichten, aber auch niederreißen; Worte können Brücken bauen, aber auch zerstören. Worte können verbinden, aber auch jede Beziehung unterbinden. Worte sind viel mehr als Schall und Rauch. Und wir alle wissen, dass ein ganz enger Zusammenhang besteht zwischen Denken, Reden und Tun. Unsere Sprache, unsere Wortwahl, verrät uns immer. Und gerade wir in unserem Land mit seiner besonderen Geschichte wissen, wie sensibel der Umgang mit dem Wort und mit der Sprache ist. Das hat immer auch zu tun mit unserer Identität, mit unseren Wurzeln, mit unserer Kultur, mit unserer Gegenwart und unserer Zukunft.Ich wünsche diesem Haus offene Worte, ehrliche und überzeugte Worte, aber keine verletzenden Worte und keine Worte, die Brücken niederreißen. Ich wünsche diesem Haus wahrhaftige Worte, die Ausdruck der eigenen Überzeugung und des eigenen Einsatzes für das Gemeinwohl sind, ohne den anderen ihre Überzeugung und ihre Verantwortung abzusprechen.Ich wünsche diesem Haus eine gute, verbindliche und verbindende Wortwahl bei allem legitimen gesellschaftlichen und politischen Pluralismus, zu dem wir uns in einer Demokratie bekennen. Ich wünsche Ihnen den Abstand zu populistischen und aggressiven Worten, die kurzfristig den Applaus und die Zustimmung finden, die aber nicht helfen, das gemeinsame Haus Südtirol zu gestalten und aufzubauen. Ich wünsche Ihnen viele tragfähige Visionen und im Dienst am Gemeinwohl auch den Mut zu unpopulären Entscheidungen. 2. Nessuna festa è così originaria e radicata nelle usanze, nei canti, nelle tradizioni culinarie e negli umani stati d’animo come il Natale, e mai nel corso dell’anno viene fatto tanto di bene come intorno a questa festa. Si vedono, visitano, invitano e si fanno regali a persone e gruppi di persone che non hanno il privilegio di un posto al sole – né in generale nella vita, né in particolare nella nostra Terra. Mi riempie anche di profonda gratitudine costatare quanta beneficenza viene fatta nel periodo natalizio dalla nostra gente nei riguardi dei bisognosi, sia all’interno, sia al di fuori dei confini altoatesini. Noi ci troviamo a vivere in una terra ricca e dovremmo essere grati del fatto che nella storia del nostro Paese mai come ora si è sperimentato un tale stato di benessere finanziario e materiale. A questo benessere hanno contribuito sicuramente anche il confronto politico e la responsabilità dell’istituzione in cui mi trovo. Mi preoccupa tuttavia il fatto che molti vadano perdendo il senso di gratitudine e di misura.Il sentimento comune e l’attesa del “sempre di più, sempre avanti, sempre più velocemente, sempre più in alto, sempre più dispendio, sempre più ricchezza” – sembra guidare e determinare il pensiero e l’azione di non pochi nostri concittadini. Molti si sono abituati al solo esigere di più e sempre di più! Una tale visione della vita fa distogliere lo sguardo dalle forme di povertà che sussistono anche nella nostra Terra, soprattutto dalle nuove povertà che hanno colpito e colpiscono tuttora molte categorie di persone. Il “meno” sarebbe spesso un “più”! La politica non può certo risolvere ogni situazione e sarebbe ingiusto imputare a essa la responsabilità di tutto. Esiste una responsabilità del singolo che non può essere eliminata o delegata. Siamo tutti chiamati in causa, quando si tratta di pretendere meno e condividere di più. È compito di tutti noi partecipare a misure volte al risparmio e distribuite in modo equo.Il mio augurio a Voi è che troviate il coraggio, la volontà e la forza per stimare di più il bene comune rispetto agli interessi dei singoli e di singole cerchie di persone – a dispetto della pubblica opinione e delle elezioni future. Vi auguro il coraggio di concepire una politica che pensi e agisca partendo dai deboli e non dagli influenti. C’è bisogno di una politica che si ponga nell’ottica dei bambini, dei giovani, delle famiglie, delle donne e delle madri, dei malati, dei bisognosi e non da ultimo degli immigrati. Una politica che incida con misure adeguate partendo dalla responsabilità per le generazioni future. So bene che si fa presto a parlare e chiedere, e che tutto ciò è raggiungibile e realizzabile solo attraverso un grande impegno. Malgrado ciò io sono qui a chiedervi proprio questo importante genere di impegno politico. Vi chiedo una politica sostenibile, votata a valori comuni e unificanti. 3. Zwei Wochen nach meiner Bischofsweihe habe ich mich an die Südtiroler Öffentlichkeit gewandt mit der Bitte um einen klaren und geregelten Schutz des Sonntags. Für die Kirche ist der Sonntag unverzichtbar: Er berührt die christliche Identität. Er ist der christliche Urfeiertag. Der Sonntag ist Ausdruck des christlichen Bekenntnisses, dass nicht der Tod, sondern das Leben das letzte Wort hat. Er verbindet uns durch Feier und Gestaltung mit jenem Ursprung, der uns nicht verloren gehen darf, wenn wir uns nicht selber als Christen aufgeben wollen.Ich weiß und gebe es mit Schmerz zu, dass auch für viele Christen diese Sicht nicht mehr selbstverständlich ist. Und ich weiß, dass wir auch in Südtirol in einer religiös pluralistischen und oft sogar säkularisierten Gesellschaft leben. Trotzdem wage ich aus tiefer Überzeugung die Bitte auszusprechen, dass sich dieses Haus noch mehr für den Sonntagsschutz ausspricht und entscheidet. Aus tiefer Überzeugung bitte ich um ein Schwimmen gegen den Strom, weil der Sonntag, der befreit ist von allen nicht notwendigen Arbeiten, ein unschätzbarer Wert ist, den es neu zu entdecken und zu schützen gilt – auch gegen Widerstände und Privatinteressen – und der der gesamten Gesellschaft zum Vorteil gereicht. Der Mensch ist viel mehr als Produktivität, Leistung, Konsum und Arbeit. Wir brauchen diesen Tag mit seinen sozialen, familiären, kulturellen und religiösen Chancen! Es braucht dazu den politischen Willen und klare, nicht ständig aushöhlbare Regeln. Ich wünsche Ihnen diesen Mut, in der ehrlichen Überzeugung, dass wir letztlich auch als Wirtschaft und Gesellschaft nichts verlieren und viel gewinnen. Ich denke in diesem Zusammenhang vor allem auch an unsere Familien, an die vielen Frauen, die den größten Teil der Sonntagsarbeit zu leisten haben, aber auch an Vereine und Verbände, die versuchen, Menschen zusammenzuführen. Mir ist der Sonntag – auch als Christ und Bischof - deswegen so wichtig und so heilig, weil es mir um den Menschen geht! 4. È diventata una moda diffusa nella nostra società, anche in Alto Adige, lamentarsi nei confronti della politica e di coloro che la gestiscono e vi si dedicano, definendola un “affare sporco”. Non solo non condivido questa opinione, ma vorrei piuttosto mettere in guardia dalla stanchezza e dal risentimento nei confronti della politica e da giudizi sommari verso i suoi responsabili. È vero, ci sono molti esempi in cui i politici non impersonano più quello che dovrebbe essere lo scopo e l’essenza della politica: responsabilità per la “polis”, impegno per preservare l’interezza di una struttura umana e sociale. Vorrei – a partire dalla mia fede cristiana e in questo luogo particolare, in cui oggi mi è consentito di parlare – incoraggiare la gente della nostra Terra a coltivare interesse per la politica, a intervenire attivamente con parole e fatti, a impegnarsi per quella totalità che ci riguarda tutti, a essere critici nei confronti di soluzioni poco lungimiranti, troppo superficiali ed egoistiche. Soprattutto vorrei esortare a prendere le distanze da tutti gli slogan e le promesse di carattere populistico. Mi auguro più passione per la politica e più responsabilità nella cosa comune. Non penso in primo luogo alla politica dei partiti o alla semplice politica quotidiana, ma a quella parte non eliminabile o delegabile della responsabilità di ciascuno nei confronti dell’interezza della società, in cui viviamo, lavoriamo, ci incontriamo e in cui ognuno dipende dall’altro. Vi auguro, stimati rappresentanti di questa alta istituzione, la volontà e il coraggio sinceri e veritieri per amministrare insieme la nostra Terra - per tutti i suoi abitanti, anche per quelli che arrivano e arriveranno in numero sempre maggiore da altri stati, culture, lingue e religioni. Io vi assicuro il mio rispetto e la mia gratitudine per il vostro prezioso e irrinunciabile impegno politico, sia come maggioranza sia come opposizione. Gesegnete, gnadenreiche und frohe Weihnachten! Wem es geschenkt ist, als Christ dieses besondere Fest zu feiern, wünsche ich: Der Herr möge geboren werden in unserem Herzen, in unseren Familien und Gemeinschaften, in unserem Land. ER will Fleisch werden – nicht nur damals, sondern heute mitten unter uns. Er will zu tun haben mit unserem Leben, mit unseren Beziehungen, mit unserem Denken, Reden und Tun, mit unseren Entscheidungen, mit unserer Politik. Buone feste natalizie e che il 2012 sia un anno sereno e felice per tutti voi, i vostri cari e per la nostra Terra. Al è por me n gran onur podëi baiè chilò dan da os. Desco Vësco de nosta Diozeja toli l’occasiun da ves rengraziè por osc laur y ves incorajëii da recordè ince les raisc cristianes dela nosta sozietè.De cör ves augüri n bun Nadè plëgn de grazies, y de pêsc.