Anche quest’anno il vescovo diocesano Ivo Muser ha voluto incontrare i detenuti, il personale e i volontari del carcere di Bolzano per lo scambio degli auguri di Pasqua. Durante la liturgia nella cappella della struttura di via Dante, il vescovo ha sottolineato che nell’anno del Giubileo il Papa ha aperto la Porta Santa nel carcere di Rebibbia “e ha voluto ricordarci che dietro ogni sbarra si nascondono storie, dolori e speranze. È importante non perdere mai la speranza, il cuore di questo Anno Santo e di un messaggio universale di misericordia e riscatto che abbraccia ogni persona.” Rivolto ai detenuti, monsignor Muser li ha esortati “ad assumervi le responsabilità per scelte sbagliate, a chiedere perdono e a credere in un Dio che non vi esclude, che non vi dimentica, che sta dalla vostra parte.”
Nel richiamare al dovere “di proteggere sempre la dignità umana”, il vescovo ha auspicato “il coraggio di affrontare il problema del sovraffollamento, di migliorare le condizioni di vita in carcere, di investire in percorsi di rieducazione che diano una reale possibilità di riscatto. Perciò non mi stanco di ripetere: la costruzione del nuovo carcere di Bolzano, di cui si parla ormai da decenni, deve essere una priorità. Anche chi ha sbagliato ha il diritto di espiare la sua pena in condizioni dignitose.” Attualmente sono circa 120 i detenuti a Bolzano, in una struttura con una capienza di 88 posti.
L’Anno Santo della speranza, ha proseguito il presule, “ci insegni a guardare alle carceri come spazi di cambiamento e di vita nuova. Un Paese che offre a tutti una possibilità di riscatto è un Paese che può rinascere. Che il 2025, nel segno della ‘basilica’ di Rebibbia, sia l’anno in cui il silenzio delle carceri si trasforma in voce di speranza. Per i detenuti, per le loro famiglie, per tutti noi.” Anche agli operatori bisogna garantire un ambiente di lavoro altrettanto dignitoso: Muser ha quindi ringraziato “chi in questa struttura si adopera ogni giorno per tenere accesa la luce della speranza. So che questo servizio non è facile, ma siate sempre testimoni di umanità, di vicinanza e di compassione. Grazie a tutti voi se tentate di rendere umano questo ambiente. È una missione pasquale”, ha concluso Muser nella liturgia animata dal coro “Comunione e liberazione” dell’Alto Adige.
Al termine del rito, il vescovo ha consegnato a don Giorgio Gallina, assistente spirituale dei detenuti, una stola con il motivo dell’Anno Santo e ha compiuto una visita alle diverse attività formative offerte nella struttura, accompagnato dal direttore Giovangiuseppe Monti. Significativo anche il dono di Pasqua dei giovani ai detenuti: i ragazzi del punto di incontro Cilla di Merano hanno confezionato 120 sacchetti con le uova pasquali e una frase di speranza da distribuire a ciascuno dei reclusi.