Ho appreso la notizia sulla strada, davanti al Duomo di Bolzano. Le campane del Duomo suonavano a festa e sono rimasto profondamente commosso. Non conosciamo ancora il nome del Papa, non conosciamo il suo programma, né la sua provenienza. Sappiamo soltanto la cosa più importante: abbiamo il nuovo Pietro di oggi. E questo Pietro di oggi, chiunque egli sia, ha bisogno del nostro sostegno, della nostra preghiera, della nostra vicinanza.
Auguro al nuovo Papa di poter essere un uomo libero. Mi è piaciuto il suo primo saluto, il saluto del Signore risorto. È anche una ripresa del gesto di Papa Francesco, che ha potuto salutare il mondo la domenica di Pasqua con l’ultima benedizione e con l’ultimo saluto alla Piazza San Pietro — e attraverso la piazza, al mondo intero — con parole di pace. Dobbiamo parlare di pace: nei nostri cuori, nei nostri pensieri, nei nostri atteggiamenti.
La pace è veramente la sfida più grande della quale tutti noi dobbiamo occuparci.