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Domande frequenti in relazione agli accusati (sacerdoti, diaconi, collaboratori ecclesiali, persone consacrate)

In primo luogo, i dati vengono controllati per verificare se corrispondono alla persona.

La persona accusata viene contattata e informata dai responsabili della diocesi o dell'istituto religioso.

Sono garantiti sia il buon nome dell'accusato sia la presunzione di innocenza. 

La persona accusata ha il diritto di giustificarsi e difendersi. 

All'accusato viene fornito un sostegno psicologico, spirituale e legale. 

A seconda della situazione, può essere necessario, per la protezione della presunta persona vittima, della/e parrocchia/e o della/e comunità interessata/e, ma anche dell'accusato, che durante l'indagine preliminare ed il successivo procedimento, l'accusato rimanga in un luogo protetto ed eventualmente anche che sia temporaneamente sospeso da un ufficio o incarico ecclesiastico.

Le persone accusate hanno diritto alla protezione della loro buona reputazione, alla presunzione di innocenza, alla difesa, alla privacy, e alla riservatezza secondo il diritto canonico e civile, al sostegno psicologico, legale e spirituale.

In questo caso, è necessario predisporre una strategia di informazione e comunicazione ben studiata e preparata che deve essere concordata con i responsabili della diocesi o della comunità religiosa e con la persona accusata ingiustamente. Occorre prendere in considerazione anche la parrocchia, l'istituzione o l'organizzazione in cui il presunto abuso si sarebbe verificato. 

Vengono fornite offerte di sostegno psicologico, spirituale e legale sia alla persona accusata ingiustamente che alle parrocchie, istituzioni e organizzazioni coinvolte.  

Il vescovo/vicario generale informa della condanna della persona accusata, prima la parrocchia (unità pastorale, istituzione ecclesiastica, ecc.) attraverso il responsabile e poi la diocesi. 

A seconda dei principi di diritto canonico e di diritto civile, le ragioni della condanna possono essere comunicate solo parzialmente o per nulla, al fine di proteggere la persona vittima dell'abuso.

Il Vescovo/Vicario generale informa i sacerdoti accusati (diaconi, dipendenti della Chiesa, religiosi...)* del loro status secondo la legge ecclesiastica e civile e di qualsiasi appropriata misura terapeutica o di altro tipo che è stata o sarà presa in relazione all'accusa. Il servizio diocesano viene coinvolto dal vescovo/vicario generale nelle decisioni sul personale riguardanti i sacerdoti accusati, condannati o assolti (...)*, ad esempio prima della loro nomina o reintegrazione nel ministero diocesano. Devono anche essere prese in considerazione la persona accusata, condannata o assolta e la parrocchia interessata (unità pastorale, organizzazione ecclesiastica, ecc.).

Il vescovo/vicario generale, insieme al Servizio diocesano e il Vicario giudiziale, stabilisce i criteri per un'adeguata gestione dei sacerdoti accusati, condannati o assolti, (...)* e del loro impiego responsabile nella nostra diocesi. Regola inoltre le modalità di comunicazione con i responsabili della parrocchia, dell'unità pastorale o dell'area ecclesiastica di assegnazione e chi deve essere coinvolto nei colloqui con il sacerdote (...)* e i rispettivi responsabili. 

La dignità della persona, il benessere e la sicurezza delle persone nella parrocchia o nella zona pastorale di destinazione devono essere ugualmente garantiti. Questi principi sono di fondamentale importanza nella diocesi e hanno la priorità.