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Comunicati 2022

50 anni dei Consigli parrocchiali: sempre più aperti e accoglienti

“Radicati spiritualmente, aperti alle relazioni, ben organizzati, al servizio dei poveri: così equipaggiati i consigli pastorali parrocchiali possono guardare al futuro con fiducia. Anche oggi sono più che mai indispensabili”, ha detto il vescovo Ivo Muser il 3 dicembre a Bressanone nella cerimonia per i 50 anni dall’istituzione dei consigli parrocchiali in diocesi.

Il 3 dicembre 1972 si tennero nella parrocchie della diocesi di Bolzano-Bressanone le prime elezioni dei Consigli pastorali parrocchiali, in attuazione del Concilio Vaticano II e del Sinodo diocesano promosso dal vescovo Gargitter. La consultazione offrì ai laici – uomini e donne – una nuova possibilità di contribuire alla gestione della vita nella propria parrocchia. Esattamente 50 anni dopo la Chiesa altoatesina ha celebrato oggi a Bressanone l‘anniversario e l’impegno dei consigli parrocchiali. Alla cerimonia nell’Accademia Cusanus, oltre ai rappresentanti delle parrocchie, erano presenti il vescovo Ivo Muser e il presidente della Provincia Arno Kompatscher. Circa 3.000 persone sono attive nei consigli parrocchiali delle parrocchie altoatesine dopo ogni elezione (finora 11), ma circa 20mila quelle che si sono spese in più mandati a favore della loro comunità. A tutte loro il vescovo ha espresso il profondo grazie della Chiesa locale.

Monsignor Muser ha ricordato che “i consigli pastorali parrocchiali non sono nati 50 anni fa come un gruppo tuttofare del parroco, ma come espressione della responsabilità comune di tutti i battezzati, ciascuno per la propria parte, nella vita e nel lavoro della parrocchia.” A mezzo secolo di distanza il vescovo ha osservato che “oggi non vi è più una parrocchia con un parroco tutto per sé, ma nessuna parrocchia può esistere senza un proprio consiglio parrocchiale.” Cresce quindi la consapevolezza nuova della responsabilità vicendevole e fondamentale, perché – ha aggiunto Muser – “se il consiglio non è in grado di ampliare lo sguardo e rivolgerlo a tutti, e non solo a coloro che partecipano alla vita ecclesiale, la parrocchia si ridurrà a una setta o a un circolo esoterico.”

Nelle difficoltà di questo tempo, la mancanza di fedeli attivi e di sacerdoti chiama il consiglio parrocchiale a concentrarsi su ambiti precisi, ha spiegato il vescovo: la spiritualità (“che permette alle comunità parrocchiali di ravvivare la propria fede”), le relazioni (“diamo spazio alle persone affinché possano donare il loro contributo di competenze e idee”), l’organizzazione (“una comunità di persone che diriga la parrocchia in modo strutturato, creando spazi di incontro, di conversazione e condivisione”), l’attenzione ai poveri, ai bisognosi e alle persone sole (“oggi il bisogno è ancora più vicino di quanto si pensi”). La sintesi del vescovo: “Radicati spiritualmente, aperti alle relazioni, ben organizzati, al servizio dei poveri: così equipaggiati possiamo guardare al futuro con fiducia. Dopo cinquant’anni, il consiglio pastorale parrocchiale è più che mai indispensabile.”

Il presidente Kompatscher ha sottolineato l’importanza fondamentale del volontariato per la qualità della vita in Alto Adige, “un impegno di gratuità non solo per le cose materiali ma anche per l’anima, perché è importante che la nostra società cammini assieme.” Kompatscher ha ribadito l’importanza dei consigli parrocchiali, “un servizio di solidarietà che ho sperimentato con la prima ondata i profughi in Alto Adige. Vi siete impegnati per affermare i valori cristiani e la solidarietà. La nostra società ha bisogno di voi come moltiplicatori.”

Relatore alla cerimonia, don Marco Saiani, già vicario generale dell’arcidiocesi di Trento, ha illustrato lo sviluppo dei consigli nell’arcidiocesi di Trento e ha ricordato l’importanza di partecipare alla vita sociale: “La formula elettiva è espressione del coinvolgimento di tutta la comunità parrocchiale nelle problematiche che la riguardano e consente ai fedeli di fornirsi di una propria rappresentanza.“ Tra i compiti del consiglio, ha indicato la lettura della realtà, lo studio e la progettazione del cammino della pastorale con le linee di azione in tema di annuncio del Vangelo, liturgia e carità.

Harald Fleißner (Ufficio pastorale della diocesi di Innsbruck) ha illustrato il funzionamento degli organismi in Tirolo e guardato al loro futuro: “Sarà importante che i consigli parrocchiali siano ancora più coinvolti nella gestione delle parrocchie e nella cura pastorale. Solo se la rete dei consigli parrocchiali è ben estesa e coinvolge le diversità sul territorio, anche le parrocchie rimarranno vive. E dopo il Covid devono avere sempre più spazio i temi dell'ospitalità e della cultura dell'accoglienza.“