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Comunicati 2018

Con Maria per la dignità umana: lettera pastorale del vescovo Muser

“Dio pensa in grande per noi. E anche noi dobbiamo pensare in grande della persona, di tutte le persone”. Lo afferma il vescovo Ivo Muser nella lettera pastorale “Con Maria per la dignità umana”, scritta in occasione della solennità dell’Assunzione di Maria in cielo, che la Chiesa celebra il 15 agosto.

“Dio pensa in grande per noi. Sì, Dio guarda alla nostra limitatezza non per umiliarci e mantenerci tali, bensì per elevarci”. Mons. Muser ricorda che è questo il messaggio della festa dell’Assunzione di Maria in cielo. Un messaggio che ogni uomo è chiamato a rendere concreto nella vita di tutti i giorni. “Anche noi - scrive il vescovo nella lettera pastorale “Con Maria per la dignità umana” - dobbiamo pensare in grande delle persone, di tutte le persone”. Anche dei migranti.

Il dibattito sull’accoglienza dei profughi:
“Spesso le persone bisognose vengono perse di vista”
Il vescovo Muser si dice assai preoccupato e inquieto di fronte all’alzarsi dei toni quando si parla di accoglienza dei profughi: un vero e proprio “imbarbarimento del linguaggio”, accompagnato da “argomentazioni demagogiche” che alimentano “la fabbrica della paura”. “Non possiamo tacere quando i profughi sono definiti ‘carne umana sulle barche di trafficanti’ o ‘merce fatta di esseri umani’”, afferma il vescovo. “Siamo tutti consapevoli - prosegue - che la crisi dei profughi e la migrazione hanno bisogno di soluzioni politiche lungimiranti: soluzioni che non possono essere semplici, perché il problema è complesso e perché all’origine vi sono molte cause. Per questo ritengo molto problematiche le attuali tendenze verso una crescente chiusura dei confini. Le persone bisognose vengono perse di vista, soppiantate da interessi particolari messi in primo piano. Assistiamo al nuovo insorgere di un’eccessiva accentuazione del carattere nazionale che seppellisce la coesione, così importante anche a livello europeo. C’è bisogno di proporre soluzioni responsabili e non di parole ciniche e intrise di populismo. Serve obiettività e non fomentare le emozioni di rifiuto”.

La dignità della donna:
“Nessuna giustificazione per chi non aiuta una donna vittima di violenza”
La festa dell’Assunta ci invita a rivolgere lo sguardo a Maria e, con lei, a tutte le donne. “Questa grande solennità mariana - scrive mons. Muser - mette in risalto anche la dignità di ogni donna. Noi come ci poniamo nei confronti della dignità della donna? La violenza contro le donne è un tema presente ogni giorno. Mi mortifica il fatto che, davanti a questo problema, noi troppo spesso chiudiamo gli occhi. Ma quando una donna si trova ad essere vittima della violenza taciuta o delle varie forme di schiavitù, non c’è nessuna giustificazione per chi non fa nulla per aiutarla”. Il vescovo ricorda che la violenza sulle donne ha vari volti: dalla repressione psicologica fino alle aggressioni fisiche, che non di rado sfociano nel femminicidio. “Anche lo sfruttamento sessuale è una grave violazione della dignità della donna”, rammenta mons. Muser. “Noi non risolviamo il problema della prostituzione con determinate misure che la spostano da una strada all’altra - sottolinea il vescovo -. Lo risolviamo solo se cominciamo a individuare vie di scampo e di uscita dalla prostituzione per le donne coinvolte e se facciamo in modo che non si ricorra più alle loro prestazioni sessuali”. Mons. Muser auspica un impegno comune per sconfiggere la cultura di violenza, mercificazione e sopraffazione della donna e più in generale per sconfiggere la cultura dell’indifferenza verso chi chiede aiuto.

“L’Assunzione di Maria in cielo
è una festa della speranza”
La lettera pastorale “Con Maria per la dignità umana” si apre con un richiamo al significato della festa del 15 agosto, in cui la Chiesa fa memoria dell’Assunzione di Maria in cielo con il corpo e l’anima. “La festa che la Chiesa celebra il 15 di agosto è una festa della speranza”, ricorda mons. Muser. “Per noi la morte non significa un’interruzione o la caduta nel nulla - aggiunge -. La morte significa oltrepassare una soglia per entrare in una realtà che abbraccia e accoglie la nostra vita terrena. La storia della nostra vita non è un fatto secondario, perché è proprio questo percorso ad essere guidato verso la redenzione. Non c’è nulla di umano che non possa trovare redenzione, nulla che l’amore di Dio non possa avvolgere e salvare”.
La lettera pastorale si chiude con le parole di san Giovanni Bosco: “Camminate con i piedi per terra e con il cuore abitate il cielo”. “Guardando a Maria - conclude il vescovo -, auguro a tutti noi una fede viva nel Cielo e un impegno deciso per la dignità di ogni persona: nel pensare, nel parlare e nell’agire”.