Un esempio concreto di come le persone con un background migratorio possano lavorare per sé stesse e per gli altri è stato presentato da una migrante peruviana, residente da anni in Alto Adige. Testimonial d’eccezione, ha aperto la quinta seduta del Consiglio Pastorale raccontando la propria esperienza. Insegnante qualificata, è arrivata in Alto Adige per circostanze lavorative particolari e ha espresso gratitudine alla Chiesa per il sostegno e la sicurezza trovati.
Dopo questa toccante testimonianza, la seduta è proseguita con il saluto introduttivo, una preghiera guidata dal Vescovo e l’approvazione dell’ordine del giorno. Il primo punto trattato è stato il Cammino sinodale delle Chiese in Italia, articolato su tre livelli: diocesano, mondiale e nazionale. Il recente Sinodo universale, che si è conclusa a ottobre, ha presentato un documento finale. Pur non avendo preso parte direttamente a questa fase, la Diocesi è stata rappresentata da una delegazione di giovani, tra cui Simon Klotzner, primo responsabile della Gioventù Cattolica Sudtirolese (SKJ). Mentre un gruppo da Germania, Austria e Svizzera ha partecipato per un mese, la SKJ ha avuto incontri in due fine settimana a Roma per dialogare con i partecipanti del Sinodo universale, poiché la rappresentanza giovanile risultava carente. Per quanto riguarda il percorso italiano, Anna Maria Fiung ha descritto l’esperienza come un cammino "in cui il Popolo di Dio è in viaggio nella diversità", con il coinvolgimento di 1.000 persone suddivise in 100 tavoli di lavoro.
Un altro argomento della seduta ha riguardato le prospettive per le parrocchie del futuro. Sono stati presentati quattro modelli, approfonditi in gruppi di lavoro. Questi variano dalla parrocchia tradizionale, con consiglio parrocchiale, team pastorale e consiglio per gli affari economici, fino a un’unica parrocchia giuridicamente unificata, ove necessario. Tra questi due estremi vi sono varianti intermedie che prevedono consigli o team pastorali condivisi tra più parrocchie. L’obiettivo, secondo le indicazioni del Sinodo diocesano, è di mantenere le parrocchie, purché ci siano persone disponibili a garantire i "servizi essenziali". Solo in caso di impossibilità si considereranno collaborazioni più strette o unificazioni. Il tutto è fondato sul principio di solidarietà e sussidiarietà.
Un altro tema discusso sono state le conseguenze dell’ascolto dei giovani durante la precedente seduta del Consiglio. È emerso che i giovani vivono la fede non solo all’interno della Chiesa. Per questo è essenziale creare spazi di esperienza spirituale, coinvolgerli attraverso i gruppi della cresima, sostenere la SKJ e adottare misure per prevenire ogni forma di abuso spirituale.
Nel confronto tra il Vescovo e i membri del Consiglio Pastorale sono stati proposti alcuni suggerimenti, tra cui la valutazione del nuovo percorso di preparazione alla cresima e il sostegno a celebrazioni della Parola attraverso materiali adeguati. Rispondendo a una domanda sulle visite pastorali a Bolzano, il Vescovo Ivo Muser ha sottolineato che, nonostante le sfide, vede con ottimismo il potenziale della comunità ecclesiale nel capoluogo altoatesino.
Infine, l’attenzione si è concentrata sull’Anno Santo 2025, il cui motto "Pellegrini della speranza" riprende un tema centrale di Papa Francesco. A livello diocesano, il Giubileo sarà caratterizzato da pellegrinaggi e dalla presenza di sette chiese giubilari. Il Vescovo ha intenzione di visitare ognuna di queste chiese almeno una volta nel corso dell’anno.
Testo: Josef Bernhart