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Comunicati 2025

Processione di san Cassiano: l’esempio di Francesco e il futuro Papa

Da quasi 300 anni nella terza domenica di Pasqua si celebra a Bressanone la tradizionale processione che vede sfilare tutte le comunità parrocchiali del circondario con le reliquie dei patroni diocesani Cassiano e Vigilio. “Ma oggi la trasmissione della fede è nelle nostre mani. Per questo non servono solo gli altri, serviamo noi”, ha detto oggi (4 maggio) il vescovo Ivo Muser nella celebrazione in duomo. Muser ha ricordato ancora papa Francesco nella prospettiva del conclave a Roma e del sostegno al futuro pontefice.

“I nostri patroni diocesani Cassiano e Vigilio rappresentano l’inizio del cammino di fede degli oltre 1500 anni di storia della nostra diocesi. Oggi la trasmissione della fede è nelle nostre mani. Per questo non servono solo gli altri. Serviamo noi, servo io”: così il vescovo Ivo Muser davanti ai circa 4mila fedeli partecipanti alla storica processione di san Cassiano a Bressanone, che si svolge dal 1734 e risale alla festa della traslazione delle reliquie di san Cassiano, portate da Imola nel duomo cittadino. La domenica di san Cassiano, la terza di Pasqua, sfilano i busti con le reliquie dei santi patroni diocesani Cassiano e Vigilio, le comunità parrocchiali del circondario, le bande musicali, associazioni e movimenti ecclesiali con i relativi gonfaloni. Il grande corteo rappresenta un momento culminante dell’anno diocesano e solo in tre occasioni non si è svolto: nel 1945 alla fine della guerra e nel 2020 e 2021 a causa della pandemia da Covid. Dopo la celebrazione nella cattedrale di Bressanone si è snodata la processione lungo le vie del centro prima del ritorno in piazza Duomo per la benedizione finale.

Nella sua omelia il vescovo Muser ha voluto ricordare ancora papa Francesco: “Lo stile con cui ha esercitato il suo ministero petrino, i gesti e le scelte che ha compiuto hanno toccato il cuore di molte persone, anche al di fuori della nostra Chiesa.” Monsignor Muser si è soffermato anche sul conclave che inizia mercoledì 7 e sul prossimo pontefice: “Aspettiamo il 267.mo Papa della nostra Chiesa. Oggi invito tutti a vivere e attendere questo momento nello spirito, come espressione della nostra fede. Il Papa è chiamato soprattutto a servire l'unità della Chiesa, è questo che i fedeli possono e devono aspettarsi da lui. Non conosciamo ancora il nuovo pontefice, ma sappiamo ciò che dovrà essere: il Pietro di oggi, così come lo sono stati Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco durante il loro pontificato.”

Il vescovo ha ricordato che la Chiesa è semprein cammino attraverso la storia, “cercando strade percorribili. Per questo possono esserci tensioni, divergenze di opinioni, confronti quando si tratta di cercare risposte e soluzioni conformi al Vangelo. Trovo invece preoccupante che certi gruppi sostengano il Papa solo fino a quando prende decisioni che corrispondono a idee e preferenze personali. Essere con il Papa e sostenerlo deve essere espressione della dimensione oggettiva della nostra fede, non di un sentimento soggettivo. Il pensare, il parlare e il credere cattolico non devono mai essere polarizzanti ed escludenti.” Per questo il vescovo invita tutta la