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Sinodo della Chiesa italiana: nuova partenza anziché approvazione rapida

La seconda assemblea del Cammino sinodale delle Chiese in Italia, svoltasi a Roma dal 29 marzo al 3 aprile 2025, è stata segnata da una svolta inaspettata: invece di adottare una relazione finale come previsto, i delegati hanno deciso a stragrande maggioranza di rinviare i lavori e di riunirsi nuovamente nell'autunno 2025 con un nuovo testo.

Anche la delegazione della diocesi di Bolzano-Bressanone - composta dal vescovo Ivo Muser, dal direttore dell'Ufficio pastorale Reinhard Demetz, da Annamaria Fiung, Paola Cecarini e Michele Dalla Serra - ha partecipato attivamente ai lavori a Roma. “In alta montagna, a volte è necessario tornare indietro o cambiare percorso poco prima di raggiungere la vetta”, dice Reinhard Demetz, descrivendo l'esperienza dei giorni scorsi. "È esattamente quello che è successo durante l'assemblea: il testo preparato non era adeguato, sia in termini di contenuto che di metodo. La decisione comune di fermarsi e ripartire è stata un passo maturo".

Il vescovo Ivo Muser vede in questo sviluppo un forte segno di sinodalità vissuta: "Gli errori sono stati affrontati apertamente, non c'è stata una rottura, ma piuttosto una decisione comune di una nuova partenza. Questa esperienza ci ha fatto bene".

Già alla vigilia e all'inizio dell'assemblea era emerso chiaramente che molti dei circa 1.000 delegati ritenevano che la bozza di testo preparata fosse inadeguata: troppo vaga, troppo poco coraggiosa. In un'atmosfera aperta, nei gruppi di lavoro e nei dibattiti, non solo sono state espresse critiche, ma si sono anche cercate vie costruttive per ripensare e dare maggior peso a temi centrali come il ruolo della donna nella Chiesa, l’accompagnamento personale dei giovani, il rinnovamento dell'iniziazione cristiana e l'importanza della Parola di Dio nella formazione. Particolare attenzione è stata rivolta all'obbligo di introdurre i consigli (pastorali e/o parrocchiali) a tutti i livelli, prassi già consolidata nella diocesi di Bolzano-Bressanone, ma ancora un cantiere in molte diocesi italiane.

Annamaria Fiung descrive i giorni a Roma come un'esperienza intensa: "È stato bello fermarsi, fare un passo indietro per andare avanti più coraggiosamente insieme. Mi ha particolarmente colpito il riconoscimento del ruolo delle donne nella Chiesa, anche se c'è ancora molto da fare".

Paola Cecarini sottolinea: ”Alcuni hanno usato l’espressione ‘assemblea ribelle’, ma non abbiamo sperimentato nessun clima di rivolta, semmai di condivisione autentica di un dissenso comune intorno ad un documento provvisorio. Abbiamo imparato che il sinodo si costruisce momento per momento, che mettersi in ascolto vuol dire anche accogliere i passi incerti, le direzioni sbagliate.”

Michele Dalla Serra aggiunge: ”Siamo riusciti, tutti insieme, a essere una Chiesa viva, creativa e generativa, in grado di mettersi in ascolto reciproco, anche superando alcuni ‘errori di percorso’. Mi ha colpito come ciascuno abbia voluto dare il proprio contributo per far sì che la voce di tutti venisse ascoltata e considerata, a prescindere dal ruolo ricoperto o dalla provenienza.“

L'assemblea continuerà a fine ottobre 2025 con un testo rielaborato che rispecchi meglio la diversità e la profondità del lavoro sinodale compiuto fino ad oggi. La diocesi di Bolzano-Bressanone continuerà a svolgere un ruolo attivo.