Nella festività di Ognissanti, in mattinata il vescovo Ivo Muser ha celebrato nella chiesa giubilare di Santa Croce a Lana e nel pomeriggio ha presieduto la tradizionale liturgia della Parola nel cimitero di Bolzano. Queste giornate dedicate ai santi e ai defunti, ha detto il vescovo davanti alla cappella funeraria a Oltrisarco, “richiamano al fondamento della speranza cristiana: nella vita e nella morte siamo nelle mani di Dio. Un cristianesimo secolarizzato, riferito solo a questo mondo, sarebbe una menzogna e un inganno e crollerebbe al più tardi davanti alle tombe dei nostri defunti e davanti alla nostra stessa tomba.”
Monsignor Muser ha preso spunto da due incontri avuti nei mesi scorsi con sconosciuti in treno e durante una passeggiata per specificare che “parlare della morte e della vita dopo la morte non è un tema marginale, non è qualcosa di aggiuntivo o secondario, ma il tema principale dell’annuncio cristiano. La questione della morte e della vita deve essere il fulcro dell'attività della Chiesa e deve rimanere tale. Questo è il motivo per cui la Chiesa deve sempre parlare della Pasqua in relazione a ciò in cui crede, ciò che annuncia, celebra e offre come questioni esistenziali e come aiuto per la vita.”
Nell’omelia il vescovo ha poi invitato i presenti a ricordare “non solo i nostri cari ma anche tutti coloro che hanno subito una morte atroce: tutti coloro che sono stati uccisi; coloro che si sono tolti la vita; tutte le vittime dell’odio, del terrorismo, del fanatismo, dei femminicidi e delle guerre; e non ci dimentichiamo delle migliaia di profughi che hanno perso la vita attraversando il deserto o il mare.” Nella relazione con gli altri il vescovo ha esortato a “non essere veloci nei nostri giudizi, superficiali, autoreferenziali e indifferenti” e ha rivolto una preghiera “per tutte le persone coinvolte e sofferenti nelle zone di conflitto, spesso dimenticate. La guerra non inizia sui campi di battaglia, ma sempre nei pensieri, nei sentimenti e nelle parole delle persone. Non esistono vittorie ottenute attraverso la guerra, il nazionalismo, il disprezzo di altri popoli, lingue e culture”, ha concluso Muser. Alla liturgia è seguita la benedizione delle tombe lungo il perimetro del cimitero.
Domani, domenica 2 novembre, commemorazione dei defunti, il vescovo Muser celebra la Santa Messa alle 18 nel suo paese natale di Gais in val Pusteria.
