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Fogli di lavoro sui provvedimenti del Sinodo diocesano:

Scegliere l'ambito desiderato:

 

Formazione:

IL PERCORSO DI FORMAZIONE DIOCESANO: IL MIO APPUNTAMENTO ANNUALE CON LA FORMAZIONE!

Testi per l’approfondimento

Bibbia:

Pr 9,10: «Principio della sapienza è il timore del Signore, e conoscere il Santo è intelligenza»

Pr 16,16: «Possedere la sapienza è molto meglio dell'oro, acquisire l'intelligenza è preferibile all'argento»

Rm 12,2: «Non conformatevi a questo mondo, ma lasciatevi trasformare rinnovando il vostro modo di pensare, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto»

1Cor 2,4-5: «La mia parola e la mia predicazione non si basarono su discorsi persuasivi di sapienza, ma sulla manifestazione dello Spirito e della sua potenza, 5 perché la vostra fede non fosse fondata sulla sapienza umana, ma sulla potenza di Dio»

Col 2,8: «Fate attenzione che nessuno faccia di voi sua preda con la filosofia e con vuoti raggiri ispirati alla tradizione umana, secondo gli elementi del mondo e non secondo Cristo»

Sinodo:

473, 477/482, 480, 488

Magistero della Chiesa:

Concilio Vaticano II, GRAVISSIMUM EDUCATIONIS (Dichiarazione sull’educazione cristiana)

Congregazione per l’educazione cattolica: EDUCARE ALL’UMANESIMO SOLIDALE

Cosa succede alla Curia vescovile?

Di cosa si tratta?

Il volontariato può dare delle belle soddisfazioni: mettersi in gioco, sentirsi utile e stimati – e allo stesso tempo poter crescere personalmente! La ricerca di stimoli sempre nuovi non può essere tralasciata. C’è bisogno di formazione! Essa è la via regale: incoraggia, accresce le competenze e fa crescere. È tuttavia faticoso frequentare ogni volta nuovi corsi di cui magari si conoscono già in parte i contenuti.

E ora?

Proprio per questo è stato sviluppato il PERCORSO DIOCESANO DI FORMAZIONE. Esso consiste di diversi moduli che possono essere fra loro combinati a seconda dei propri servizi o interessi. Mai più noiose ripetizioni: i corsi già frequentati vengono riconosciuti da tutti gli istituti diocesani di formazione in Alto Adige.

Qual è il fine che ci si propone?

La Chiesa sarà in futuro solamente là dove vi saranno uomini e donne che con convinzione e coraggio si porranno al servizio del Vangelo. Che prenderanno la Chiesa stessa sulle proprie spalle. A causa della mancanza di presbiteri e del sempre minor numero di fedeli sarà necessario in molte parrocchie ristrutturare la vita parrocchiale. È ora di assumere responsabilità in prima persona! Gli strumenti a tal fine si trovano solo in un percorso di formazione personalizzato che possa accompagnare passo dopo passo i volontari nel loro servizio. Perciò:

Dedichiamo un giorno all’anno alla formazione!

  • COSA: capire quale percorso di formazione è adatto al servizio che svolgo in parrocchia.
  • COME: fare attenzione alle proposte presenti, proporre la formazione a livello di unità pastorale.
  • PERCHÈ: frequentare insieme un percorso di formazione rafforza il singolo e la comunità e migliora la qualità dei servizi.
  • PERCIÒ: il Percorso diocesano di formazione è l’accompagnamento adatto. È un aiuto, non un obbligo, e vuole portare più gioia nel servizio.

Come funziona?

Il Percorso diocesano di formazione è costruito a sistema modulare. I moduli base vengono proposti in occasione del tema annuale diocesano 2019/20 a Brunico, Silandro, Marlengo e Bolzano (tedesco e italiano), nonché nell’ambito dei Brixner Theologische Kurse (PHT Bressanone). Essi sono:

  1. Essere Chiesa oggi (PDF 01)
  2. Ascoltare e comprendere la Parola di Dio (PDF 02)
  3. Vivere la Parola (PDF 03)
  4. Approfondire e trasmettere la fede (PDF 04)
  5. Celebrare e vivere la liturgia (PDF 05)

A questi si aggiungerà in un secondo momento una serie di corsi volti ad approfondire alcuni temi chiave.

Cosa si può fare in parrocchia?

Incoraggiamo le parrocchie e le unità pastorali a sostenere ed accompagnare i volontari nella formazione.

Quale aiuto si può ricevere?

Proposte attuali in ambito del percorso di formazione diocesano si trovano sul sito: www.bz-bx.net/it/percorso-di-formazione

Testi per l'approfondimento

Bibbia:

1 Tim 6,11: tendi invece alla giustizia, alla pietà, alla fede, alla carità, alla pazienza, alla mitezza

Sinodo:

476 - 478

Cosa succede alla Curia diocesana?

Il Katholisches Bildungswerk (KBW) offre un corso suddiviso in otto incontri dal titolo “Cammino di approfondimento della fede”. Il corso è realizzato in collaborazione con l’Ufficio Scuola e catechesi. Ulteriori informazioni si trovano al seguente link

Cosa possiamo fare in parrocchia?

In accordo con il Kath. Bildungswerk questo corso viene organizzato in diversi luoghi o a livello di Unità pastorale.

Quale aiuto possiamo ricevere?

Il KBW assicura il proprio aiuto a livello burocratico, organizzativo e finanziario.

Testi per l’approfondimento

Bibbia:

“ll Signore vi faccia crescere e sovrabbondare nell’amore fra voi e verso tutti” (1 Ts 3,12)
“Invece siamo stati amorevoli in mezzo a voi, come una madre che ha cura dei propri figli. Così, affezionati a voi, avremmo desiderato trasmettervi non solo il vangelo di Dio, ma la nostra stessa vita, perché ci siete diventati cari.” (1 Ts 2,7b-8)

Sinodo:

366: Il primo luogo dove si fa approfondimento di fede è la famiglia: Nelle parrocchie e nelle unitá pastorali ci si impegna affinché genitori, bambini e altri componenti della famiglia partecipino concretamente alla pastorale sacramentale.
367: La parrocchia garantisce un accompagnamento regolare a genitori, bambini e giovani, che faccia crescere il desiderio di ricevere i sacramenti.

Magistero:

  • Papa Francesco, “Evangelii gaudium”, Esortazione Apostolica sull´annuncio del Vangelo nel mondo attuale

164: Abbiamo riscoperto che anche nella catechesi ha un ruolo fondamentale il primo an-nuncio o “kerygma”, che deve occupare il centro dell’attività evangelizzatrice e di ogni intento di rinnovamento ecclesiale. Il kerygma è trinitario. È il fuoco dello Spirito che si dona sotto forma di lingue e ci fa credere in Gesù Cristo, che con la sua morte e resurrezione ci rivela e ci comunica l’infinita misericordia del Padre. Sulla bocca del catechista torna sempre a risuonare il primo annuncio: “Gesù Cristo ti ama, ha dato la sua vita per salvarti, e adesso è vivo al tuo fianco ogni giorno, per illuminarti, per rafforzarti, per liberarti”. Quando diciamo che questo annuncio è “il primo”, ciò non significa che sta all’inizio e dopo si dimentica o si sostituisce con altri contenuti che lo superano. È il primo in senso qualitativo, perché è l’annuncio principale, quello che si deve sempre tornare ad ascoltare in modi diversi e che si deve sempre tornare ad annunciare durante la catechesi in una forma o nell’altra, in tutte le sue tappe e i suoi momenti.

165: Tutta la formazione cristiana è prima di tutto l’approfondimento del kerygma che va facendosi carne sempre più e sempre meglio, che mai smette di illuminare l’impegno catechistico, e che permette di comprendere adeguatamente il significato di qualunque tema che si sviluppa nella catechesi. È l’annuncio che risponde all’anelito d’infinito che c’è in ogni cuore umano. La centralità del kerygma richiede alcune caratteristiche dell’annuncio che oggi sono necessarie in ogni luogo: che esprima l’amore salvifico di Dio previo all’obbligazione morale e religiosa, che non imponga la verità e che faccia appello alla libertà, che possieda qualche nota di gioia, stimolo, vitalità, ed un’armonio-sa completezza che non riduca la predicazione a poche dottrine a volte più filosofiche che evangeliche. Questo esige dall’evangelizzatore alcune disposizioni che aiutano ad accogliere meglio l’annuncio: vicinanza, apertura al dialogo, pazienza, accoglienza cordiale che non condanna.

166: Un’altra caratteristica della catechesi, che si è sviluppata negli ultimi decenni, è quella dell’iniziazione mistagogica, che significa essenzialmente due cose: la necessaria progressività dell’esperienza formativa in cui interviene tutta la comunità ed una rinnovata valorizzazione dei segni liturgici dell’iniziazione cristiana.

  • Conferenza Episcopale Italiana, “Incontriamo Gesú. Orientamenti per l´annuncio e la catechesi in Italia

11: Il grande dono che la Chiesa riceve e offre è l´incontro vivo con Dio in Gesú Cristo.

18: La testimonianza è la forma stessa della Chiesa, perché è lo stile e il luogo in cui si fondono insieme la vita della comunitá credente, la devozione popolare, l´annuncio, la celebrazione e la caritá fraterna. Gesú ci insegna a testimoniare nelle nostre opere l´amore misericordioso di Dio. …Qualsiasi progetto di primo annuncio e di comunicazione della fede non puó, quindi, prescindere da una comunitá di uomini e donne che con la loro condotta di vita danno forza all´impegno evangelizzatore che vivono. Proprio questa esemplaritá è il valore aggiunto che conferma la veritá della loro dedizione e del contenuto di quanto propongono.

19: È compito dell´evangelizzazione favorire in ogni persona l´incontro con Cristo, lasciando che il Vangelo impregni la propria vita, nei suoi passaggi e nelle sue sfide, nelle proprie relazioni ed esperienze.

21: In particolare va sottolineato come l´incontro con Cristo sia sorgente, itinerario e traguardo di catechesi, e, piú ancora, di ogni prassi pastorale. Va cosí ricordato che tale incontro deve essere sempre precisato e spiegato in rapporto all´intero processo di maturitá della fede e del progetto di vita cristiano, di cui è parte integrante. …Se non si è incontrato Cristo e il suo amore, come si puó sentire il desiderio di un´intelligenza della vita secondo il Suo Vangelo?

27: In sintesi, il processo catechistico, è un processo armonico, organico, e globale, nel quale distinti passaggi si compenetrano in vista della maturazione del cristiano. Accanto alla traditio o consegna del messaggio cristiano, è fondamentale riscoprire la redditio, ossia la capacitá del soggetto di aderire esistenzialmente all´annuncio e ri-narrare in parole e opere quanto gli è stato consegnato. Proprio perché sovente tale redditio è mancante, va considerata anche la receptio fidei, cioé l´attenzione alle reali condizioni in cui si trova la persona e, dunque, agli ambiti di vita da raggiungere con il messaggio del Vangelo… La catechesi è un sapere Gesú (2 Cor 2,2): incontrarlo, conoscerlo, celebrarlo, viverlo e anche gustarne la bontá e l´amore. Veniamo a conoscere dai Vangeli che questo incontro, essendo una relazione spirituale e profonda tra persone, richiede un´apertura, un “lasciarsi incontrare” da Lui, che si rivela il Padre e ci dona il suo Spirito; è la condizione per poter proporre ad altri il medesimo incontro.

Cosa succede nella Curia vescovile?

Su incarico vescovile In curia lavora la commissione bilingue per la catechesi, che si occupa sia di temi attuali della catechesi che di progetti che vanno al di là della mera catechesi dei sacramenti.

Cosa si può fare in parrocchia?

  • Innanzitutto è opportuno, all´interno del consiglio pastorale parrocchiale, disegnare una mappa della catechesi della parrocchia, cosí da individuare le attivitá svolte e scoprire dei nuovi ambiti.
  • Si puó entrare in contatto con gli adulti in diversi contesti. In prossimitá di un grande evento o passaggio cruciale della vita come il matrimonio, la nascita o il battesimo di un bambino, la prima comunione o un lutto. A seconda della situazione specifica nella quale si trovano gli adulti li si puó invitare ad approfondire la loro fede, oppure a riavviarsi in un percorso di fede, oppure a riavvicinarsi alla fede, riscoprendola. Essenziale è partire dalla situazione concreta e particolare nella quale si trovano gli adulti, accoglierli come sono e con le loro esperienze di vita. Mettendoci in relazione con loro, ascoltandoli prima di tutto, riusciremo a scoprire cosa li muova nel profondo e cosí potremo allacciare al primo annuncio o annunciare di nuovo il primo annuncio. E tutto ció diventa reciprocitá, perché attraverso gli adulti e le loro domande ci mettiamo noi stessi di nuovo in ascolto della Parola di Vita che è il Vangelo. Si tratta quindi di una catechesi con gli adulti e non in prima linea per gli adulti. La comunitá parrocchiale viene coinvolta in diversi modi e situazioni in questi percorsi e non da ultimo le singole persone svolgono un ruolo importante come testimoni della fede.
  • Per quanto riguarda la catechesi dei sacramenti soprattutto per i sacramenti del battesimo, della prima comunione e della cresima si puó continuare e intensificare la prassi degli incontri con i genitori e le famiglie durante il periodo di preparazione ai Sacramenti.
  • Per quanto riguarda il percorso di iniziazione cristiana degli adulti esso è un percorso condiviso nel quale si dà grande spazio alle esperienze di vita delle persone stesse. La proposta di fede deve essere legata a ció che le persone vivono perché queste esperienze sono fondamentali per la fede.

Quale aiuto si può ricevere?

Ci si puó rivolgere all`Ufficio Scuola e catechesi che mette a disposizione sussidi per il cammino di iniziazione cristiana degli adulti ed è a disposizione per colloqui per altri percorsi di catechesi con adulti nelle parrocchie.

Testi per l’approfondimento

Bibbia:

Mt 28,19-20: Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo.

Sinodo:

Documento programmatico: Approfondire e trasmettere la fede

Cosa succede alla Curia vescovile?

Il Katholisches Bildungswerk (KBW) offre un’ampia gamma di opportunità per la formazione degli adulti in svariati luoghi. Negli anni 2018 e 2019 ad esempio si sono tenuti una serie di incontri dal titolo “Bibel ganz anders”. Fra le iniziative a sfondo biblico organizzate dal Kath. Bildungswerk si contano cene a tema, un incontro a teatro e delle visite ad una cantina vinicola, ad un osservatorio astronomico, ad una fabbrica di cioccolato e ad uno zoo, nonché alcune passeggiate.

Cosa si può fare in parrocchia?

L’immaginazione non ha confini. In ogni luogo possono esserci posti idonei e nuove opportunità per la formazione degli adulti. Non appena vi viene una buona idea e trovate la giusta motivazione per realizzarla non aspettate a contattare il Katholisches Bildungswerk
Insieme organizzeremo l’offerta del corso direttamente sul posto o a livello di Unità pastorale.

Quale aiuto si può ricevere?

In accordo con voi, ci occuperemo degli aspetti burocratici, organizzativi e finanziari. Concretamente, ciò significa che vi consigliamo possibili relatori, vi offriamo un servizio di consulenza, riguardo le condizioni finanziarie e ci assumiamo una parte degli onori finanziari.

Linguaggio liturgico e comunicazione:

Viene ripensata l’“ars praedicandi”: per coloro che sono impegnati nell’annuncio organizziamo percorsi di aggiornamento innovativi e con solide basi, affinché la Parola di Dio possa essere interpretata a partire da una concreta esperienza di vita. Si portano a conoscenza inoltre dei diversi metodi di trasmissione del messaggio biblico. Ci si concentra soprattutto su metodi interattivi, come ad es. il “Bibliolog”.

Testi per l’approfondimento

Bibbia:

Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. (Mt 11,25)
Capisci quello che stai leggendo? … E come potrei capire, se nessuno mi guida? (At 8,30.31)

Sinodo:

n. 479: Viviamo la nostra fede in Gesù Cristo, andando incontro a ogni uomo, tra gli alti e i bassi della vita. Comunichiamo con tutti, usando un linguaggio attuale, semplice e comprensibile. Il nostro annuncio è aperto a tutte le forme di comunicazione (Cfr. 156; 168; 176, Comm. 2.1)

Magistero:

Papa Francesco, Evangelii gaudium n. 142: Un dialogo è molto di più che la comunicazione di una verità. Si realizza per il piacere di parlare e per il bene concreto che si comunica tra coloro che si vogliono bene per mezzo delle parole. È un bene che non consiste in cose, ma nelle stesse persone che scambievolmente si donano nel dialogo.

Cosa succede alla Curia vescovile?    

L’Ufficio pastorale organizza, in collaborazione con lo Studio Teologico Accademico di Bressanone, una serie di incontri di formazione in cui vengono forniti alcuni spunti per l’“ars praedicandi”. Destinatari di questi incontri sono: sacerdoti, diaconi, guide delle Celebrazioni della Parola. L’inizio del corso è previsto per la primavera 2020.

Cosa si può fare in parrocchia?  

I destinatari sopra citati, sono invitati a partecipare agli incontri di formazione proposti

Quale aiuto si può ricevere?    

Contatto: 
Stefan Huber, Ufficio Pastorale, Piazza Duomo 2, 39100 Bolzano
stefan.huber(at)bz-bx.net
0471 / 306270

Il linguaggio liturgico delle formulazioni libere (introduzione iniziale, introduzione alle letture, interpretazione, preghiera dei fedeli, realizzazione di particolari elementi, ecc.) deve rispecchiare il messaggio biblico, essere adeguato ai destinatari, comprensibile, positivo e aderente alla vita. Per raggiungere tale scopo la prassi celebrativa di sacerdoti, diaconi e animatori della celebrazione della Parola viene periodicamente fatta oggetto di riflessione comune. Di ciò si tiene conto anche in tutti i percorsi di formazione e aggiornamento.

Testi per l’approfondimento

Bibbia:

Non una considerazione unilaterale dell’espressione linguistica esteriore, ma la ricerca di una via di conversione spirituale: la vita stessa parla una parola viva!

Lc 6,41-46:
«Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello.
Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d’altronde albero cattivo che produca un frutto buono. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo. L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda.
Perché mi invocate: “Signore, Signore!” e non fate quello che dico?»

1Ts 2,3-4:
«E il nostro invito alla fede non nasce da menzogna, né da disoneste intenzioni e neppure da inganno; ma, come Dio ci ha trovato degni di affidarci il Vangelo così noi lo annunciamo, non cercando di piacere agli uomini, ma a Dio, che prova i nostri cuori».

Sir 32,8:
«Compendia il tuo discorso, molte cose in poche parole; comportati come uno che sa e che tace a un tempo».

Es 20,1-2:
Il dialogo fra Dio e il suo popolo ha inizio con la liberazione dalla schiavitù e sfocia in una legge di libertà e amore:
Dio pronunciò tutte queste parole: “Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dalla terra d'Egitto, dalla condizione servile…”

Magistero della Chiesa:

EG 135-159
Indicazioni di Papa Francesco per una buona preparazione della predica e della liturgia.

Cosa si può fare in parrocchia?

Si può descrivere la liturgia come un dialogo fra Dio e il suo popolo, dialogo che trova il suo fondamento nella creazione e si rende manifesto nell’azione liberatrice di Dio nella storia (cfr. Es 20). Questo dialogo è mediato dalla persona che presiede alla celebrazione (un presbitero, un diacono, una guida della celebrazione della Parola, ecc.). Chi ha il compito di preparare una predica o una riflessione in ambito liturgico deve aprirsi a questo dialogo anche al di fuori della liturgia. Una veste linguistica semplice e un messaggio chiaro non bastano a raggiungere gli ascoltatori: essi devono essere coinvolti nell’abbraccio di Dio, nella relazione vitale fra Dio e il suo popolo. Chi guida la liturgia deve innanzitutto chiedersi: qual è la mia relazione con Dio e con la comunità che celebra con me? A questo riguardo si possono fornire alcuni spunti:

  • Preparar(si) bene: «Un predicatore che non si prepara non è “spirituale”, è disonesto ed irresponsabile verso i doni che ha ricevuto» (EG 145). Una buona preparazione è per sacerdoti, diaconi o laici, che la domenica guidano la celebrazione comunitaria, il compito più importante della settimana. Un discorso piano, tenuto con immediatezza e rivolto direttamente agli ascoltatori, richiede una preparazione più accurata che non la lettura di un testo, quand’anche scritto per l’occasione. L’ispirazione del momento è benvenuta e può conferire alla celebrazione un tono particolare. È un dono dello Spirito, che tuttavia non può sostituire una buona preparazione: anche le intuizioni migliori, senza di essa, restano brevi bagliori in uno spazio vuoto. Abbiamo l’accortezza di preparare allo Spirito Santo un terreno fertile, dove possa seminare!

Nel dialogo con Dio:

  • Ritornare a Dio: fra parlare e vivere sussiste una stretta relazione: solo chi si lascia provocare dalla Parola di Dio, chi si converte e rinnova la propria vita, può essere un testimone autentico. Un comportamento retto e una risposta personale alla chiamata di Dio alla conversione precedono il retto parlare. Solo se nella mia vita personale mi lascio sfidare e toccare da Dio potrò essere un testimone autentico della sua Parola nella Celebrazione liturgica. Ciò non significa che devo essere perfetto, ma soltanto che devo io stesso lasciarmi interrogare dalla parola che annuncio.
  • Pregare Dio personalmente: la predica, così come altri testi della liturgia formulabili liberamente interpretano il dialogo fra Dio e il suo popolo. Perché questo possa avvenire devo io stesso trovarmi in questo dialogo. Prego con i testi biblici della liturgia? Li riprendo nel mio dialogo personale con Dio? Prego lo Spirito Santo, il Consolatore, Colui che ispira la Scrittura e vuole condurre alla verità coloro che nella lettura vi si accostano? (cfr. Gv 14)
  • Con gioia e speranza: siate sempre lieti (Fil 4,4)! Cosa vi è di più bello della lieta notizia di Gesù, il Risorto? La gioia è il metro di misura per stabilire se siamo veramente uniti a Cristo. Fede, speranza e carità sono le virtù che lo Spirito Santo ci dona e che ci uniscono a Dio. Sono abituato/a, nella preparazione alla liturgia, a concedere uno spazio significativo alla domanda: “Quale gioia suscita Cristo in me attraverso questa sua parola? Quale gioia vuole suscitare nella comunità parrocchiale?” Affinché la comunità possa crescere è permesso e addirittura doveroso puntare l’attenzione su eventuali mancanze. La riprovazione delle mancanze tuttavia deve nascere dalla consapevolezza che dalla salvezza ci giunge una gioia più grande, che deve “risuonare” in tutte le nostre parole e caratterizzare il nostro operare.
  • Porre l’accento sul messaggio principale del testo biblico: la liturgia mi propone spesso testi che mi mettono in difficoltà. Spesso vi sono temi che mi commuovono maggiormente di quanto non faccia il brano del Vangelo del giorno. Tuttavia mi sforzo di non annacquare il messaggio del Vangelo. Anche quando è duro da digerire: come un esploratore mi sforzo di trovare una via non ancora battuta per metterlo in pratica, e divenire così testimone della mia stessa ricerca, della mia lotta con la parola di Dio.
  • Essere testimone: «L'uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri […], o se ascolta i maestri lo fa perché sono dei testimoni» (Paolo VI, Evangelii Nuntiandi, 41). Non è compito della liturgia spargere parole dotte o superflue. La liturgia deve parlare in modo autentico come devono essere autentici i testimoni che la presiedono: se si lasceranno toccare da Dio potranno trarre dal loro tesoro “cose antiche e nuove” da trasmettere ad altri.

Nel dialogo con gli uomini:

  • Prepararsi assieme: non si tratta di affermare se stessi e le proprie idee, ma di aprire i cuori all’azione della Parola di Dio. Siamo chiamati a metterci sulle tracce di Dio, e potremo riuscirvi nella misura in cui sapremo metterci in cammino insieme ad altri. Perciò cerco un piccolo gruppo di persone con le quali all’inizio di ogni settimana mi soffermo a riflettere e pregare sul Vangelo e le letture della domenica successiva, traendo conclusioni per la nostra vita. Accolgo gli spunti che mi vengono donati e li tengo in considerazione nella preparazione della celebrazione e specialmente della predica.
  • Imparare dagli altri: in ogni occasione vado in cerca di buone fonti, raccolgo testi, citazioni, aneddoti, osservo le situazioni. Sono pronto ad apprendere e a ringraziare per ispirazioni buone. Tramite letture adatte arricchisco la mia formazione. Utilizzo tuttavia questi doni “presi a prestito” con prudenza, senza dimenticare che l’autenticità è uno dei più importanti criteri di una buona comunicazione. Trasmetto quello che mi tocca e mi commuove.
  • Imparare dalla vita: porto con me i testi biblici della domenica nel mio quotidiano. Li leggo e rileggo nel corso della settimana e osservo gli incontri e gli eventi attraverso questi “occhiali”. In compagnia della Parola di Dio cerco di stare con gli altri tutta la settimana. Che cosa imparo da ciò? A cosa mi sprona Dio? Come trasforma la nostra vita il suo messaggio di salvezza? Non si tratta di chiedersi, in quanto predicatore, che cosa si ha da dire agli uomini, ma quale Dialogo Dio intesse con il suo popolo. La predica interpreta questo Dialogo. Conosco il cuore della mia comunità/delle mie comunità? I desideri profondi, i blocchi interiori, le speranze delle persone a cui mi rivolgo?

Fare uso di sussidi e tecniche:

  • Non tenere conferenze: ciò che dico nella predica o in altri testi formulabili liberamente deve essere breve e preciso. Non è la molteplicità degli elementi e degli argomenti trattati che rende “saporito” un discorso, ma una sintesi chiara e coincisa. Qual è il pensiero principale in cui si riassume oggi il dialogo di Dio con il suo popolo? È meglio ripetere più e più volte questo pensiero, che sommergere di spunti e parole i convenuti alla celebrazione. Non si tratta nemmeno di essere scientificamente precisi e di illustrare tutto fino all’ultimo dettaglio, ma di dare una voce a Dio, che vuole toccare i nostri cuori.
  • Un linguaggio semplice: se non parlo con spontaneità e leggo invece un testo preparato in precedenza il mio linguaggio diventa spesso troppo difficile. Quando scrivo mi attengo dunque a queste regole fisse: faccio uso di frasi brevi. Evito termini tecnici e mi servo di parole semplici. La struttura della frase è costituita spesso da soggetto, verbo e complemento oggetto. Ogni frase deve esprimere un solo pensiero e non molteplici pensieri. Queste rendono facile per tutti seguire il mio ragionamento. Chi è in grado di comprendere un linguaggio difficile capisce ancor meglio quello facile!
  • Utilizzo moderato di mezzi stilistici: un esempio, una metafora, un gioco di spirito, un aneddoto, un osservazione impertinente, pause gravide di significato, uso di mezzi multimediali. Tutto questo può conferire ad una predica una particolare forza. Ma può anche indurre a porsi al centro, a cercare l’ammirazione delle persone che sono impressionate dal mio talento oratorio. Raggiungo il fine di mettere in relazione le persone con Dio? Effetti ed espedienti retorici possono aiutare a trasmettere la Novella del Regno – Gesù ne ha dato l’esempio. Deve tuttavia esser chiaro che tutto deve servire alla Parola di Dio e sottomettersi ad essa. La comunità non deve ammirare la mia abilità oratoria, ma essere toccata da Dio.
  • Avere un segreto: non è necessario dire tutto quanto si potrebbe dire. Basta quel poco che è adatto e sufficiente per l’oggi. Se non dico tutto quello che mi viene in mente, lascio intendere in modo simbolico che la Parola di Dio è sempre più grande di quello che ho da dire su di essa. Dio è più grande di tutto ciò cui riesco a pensare. Facendomi un po’ da parte lascio spazio a Dio.
  • Il fine non è la perfezione: anche il linguaggio più ricercato è soltanto un balbettio di fronte al mistero di Dio. Perciò è meglio parlare in modo imperfetto di Dio piuttosto che parlare in modo perfetto solo di noi stessi.

Quale aiuto si può ricevere?

Il referente per la liturgia organizza regolari corsi di formazione per la preparazione della liturgia ed è disponibile a fornire consigli riguardo alla preparazione delle celebrazioni liturgiche e a corsi di formazione: Stefan Huber: stefan.huber(at)bz-bx.net

Dialogo:

La Parola in colori e suoni: vengono organizzati sul territorio eventi culturali per annunciare la Parola attraverso varie forme artistiche.

Testi per l’approfondimento

Bibbia:

«E Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò: maschio e femmina li creò. […] Allora il Signore Dio plasmò l'uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l'uomo divenne un essere vivente» (Gen 1,27.2,7).

«Allora mi fu rivolta la parola del Signore in questi termini: "Forse non potrei agire con voi, casa d'Israele, come questo vasaio? Oracolo del Signore. Ecco, come l'argilla è nelle mani del vasaio, così voi siete nelle mie mani, casa d'Israele» (Ger 18,5-6).

Sinodo:

«Siamo una Chiesa che dialoga con un linguaggio adeguato ai tempi e alla società, e che introduce le persone alla comprensione del linguaggio religioso.
Comunichiamo con un linguaggio attuale, semplice e comprensibile e ci rivolgiamo a tutti gli uomini e donne di ogni età.
Il linguaggio abbraccia una gran varietà di forme di espressione parlate e scritte, come anche la musica, le immagini e ogni forma d’arte, così come i nuovi riti e quelli della tradizione, le preghiere e i testi». (174-176)

Magistero:

GIOVANNI PAOLO II: «La fede tende per sua natura ad esprimersi in forme artistiche e in testimonianze storiche aventi un’intrinseca forza evangelizzatrice e valenza culturale di fronte alle quali la Chiesa è chiamata a prestare la massima attenzione».
Motu Proprio Inde a Pontificatus Nostri initio, 25 marzo 1993, Proemio (L’Osservatore Romano, 5 maggio 1993, p. 1 e 5).

Cosa succede alla Curia vescovile?

Assieme al Katholisches Bildungswerk e alla Arbeitsgemeinschaft der Jugenddienste, la curia diocesana coordina il progetto bilingue “Lunga notte delle chiese”. La Lunga notte delle chiese rappresenta un’occasione di sperimentare la chiesa in modo diverso, nuovo: affascinante, piena di colori… Una notte all’anno la chiesa parla una lingua nuova!

Cosa si può fare in parrocchia?

Con la vostra chiesa/cappella potete partecipare alla prossima edizione della Lunga notte delle chiese (5 giugno 2020). Se aveste bisogno di ulteriori informazioni o aveste interesse a partecipare, siete pregati di visitare il sito: https://www.bz-bx.net/it/lunga-notte.html

Quale aiuto si può ricevere?

Se aveste domande potete rivolgervi a: seelsorge.pastorale(at)bz-bx.net