di Vescovo Michele Tomasi
Carissimo Vescovo Ivo,
nel 1996 sei diventato Rettore del seminario di Bressanone, e in quell’anno abbiamo incominciato ad avere a che fare l’uno con l’altro. Io ero seminarista, e sei stato tu a presentarmi al Vescovo Egger all’Ordinazione presbiterale. Sono venuto dopo di te come Rettore del Seminario, e poi sei stato tu, una volta divenuto Vescovo, a chiamarmi prima come Vicario generale e poi Vicario per il Clero come uno dei tuoi collaboratori. Infine sei stato il Vescovo consacrante principale della mia ordinazione episcopale, a Bressanone, poco più di due anni fa (e il ricordo di quella giornata rimane per me indelebile). Le strade del nostro cammino ecclesiale sono strettamente intrecciate, con te quasi costantemente nel ruolo dell’autorità nei miei riguardi. In questi venticinque anni ti ho percepito sempre come un’autorità mite. Presente, decisa talvolta, ma sempre rispettosa e, appunto, mite. Fin dalle prime volte, anche quando avevi cambiato un poco in Seminario il ritmo della nostra vita di seminaristi, non ricordo momenti di tensione o di particolare fatica, e se gli accenti talvolta erano differenti dai miei (e come potrebbe essere altrimenti, tra persone che cercano con onestà di vivere la propria sequela di Cristo?) hai sempre manifestato disponibilità autentica all’ascolto, in vista di decisioni chiare e, fin dove possibile, nel segno della mediazione.
La scelta che negli anni più mi ha colpito e sorpreso è stata quella della convocazione del Sinodo diocesano. Mostravi netta la convinzione che era giunto il momento di ritrovarsi insieme, e di affrontare a tutto campo i temi che muovevano, e muovono ancora, gli animi e le menti nella Chiesa. Una scelta coraggiosa. Mi ha sempre colpito il duplice aspetto che – non a caso – è messo in evidenza sin dal tiolo del sinodo stesso: “Sulla tua Parola. Con gioia e speranza”. Da un lato, dunque, ascolto della Parola di Dio, che si manifesta nelle Scritture e nella vita della Chiesa e degli uomini. Dall’altro il riferimento alla Costituzione Gaudium et Spes del Concilio Vaticano II sulla Chiesa nel mondo contemporaneo. Hai pensato che fosse possibile una Chiesa estroversa, a servizio autentico di questo nostro mondo, così com’è, senza inutili illusioni e senza sterili ripiegamenti. Insistevi spesso sul fatto che proprio Gaudium et Spes fosse il documento del Concilio Vaticano II più a fatica recepito, e che spesso il dialogo interno alla comunità credente fosse troppo autoreferenziale e poco attento alle istanze di annuncio del Vangelo nel mondo contemporaneo. Per usare l’espressione cara a Papa Francesco, una delle tue linee guida era di incoraggiare la Diocesi a mettersi “in uscita”, di fronte alle grandi questioni del tempo. Su questo non ti sei negato a nessun dialogo o dibattito, nella guida mai facile di una realtà di Chiesa ricca, articolata, diversificata, non solo per le sue caratteristiche linguistiche.
Proprio nel campo della convivenza tra gruppi linguistici l’accelerazione delle scelte e delle impostazioni di dialogo e collaborazione, esemplificata dalla riorganizzazione della Curia diocesana, è stata radicale e significativa, e mostra come sei riuscito ad essere e ad essere riconosciuto come il Vescovo di tutti. L’augurio dopo questi primi dieci anni è di poter continuare con questo riconoscimento e con il paziente lavoro di ascolto, di dialogo, di mediazione necessario per permettere a tutta la comunità di camminare insieme.
Ormai da due anni non vivo più in prima persona la vicenda della Diocesi. Il periodo della pandemia non ha nemmeno facilitato incontri, contatti o scambi particolari. Ma la distanza e la mia nuova responsabilità nella Chiesa di Treviso mi permettono di apprezzare ancora di più quanto mi è stato possibile vivere in Diocesi di Bolzano – Bressanone, per molti aspetti proprio grazie a te e alla tua guida.
Per quante siano le cose che potranno ancora cambiare, sono convinto che rimarrà la tua fiducia nel Signore Crocifisso e Risorto che ci guida e ci farà capire il cammino da compiere.
Rimarrà anche il tuo amore per la Chiesa, alla Chiesa universale e alla Diocesi di cui sei pastore.
Che il Signore continui a donarti uno sguardo ampio sulla vita e la fede salda e paziente che sempre ti ha contraddistinto.
Ad multos annos!
+Michele Tomasi
Vescovo di Treviso