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Il 9 ottobre 2011 monsignor Ivo Muser ha fatto il suo ingresso come nuovo vescovo, il quarto, della diocesi di Bolzano-Bressanone. Un decennio impegnativo, caratterizzato da grandi e rapidi cambiamenti. In questi anni il vescovo ha tra l’altro scritto 21 lettere pastorali, ha partecipato a 12 udienze papali, ha presieduto l’ordinazione di un vescovo, 13 sacerdoti e 10 diaconi e ha celebrato 3778 Sante Messe.
Su questa pagina web testi e immagini offrono uno sguardo sui 10 anni del vescovo Muser alla guida della Diocesi di Bolzano-Bressanone: con un’intervista al presule sul cammino compiuto e sulle prossime sfide, con gli auguri di compagni di viaggio della società civile e della Chiesa, alcuni importanti passi delle lettere pastorali e una preghiera per la nostra Diocesi.
L'anniversario dell’ordinazione episcopale è stata festeggiata sabato 9 ottobre con una celebrazione nel duomo di Bressanone sguita da una cerimonia nella biblioteca del Seminario.
Il 9 ottobre 2011 Ivo Muser ha iniziato il suo mandato pastorale di nuovo vescovo della Diocesi di Bolzano-Bressanone. L’anniversario dei 10 anni da vescovo è occasione per ripercorrere la sua esperienza episcopale e personale e per guardare al futuro.
Monsignor Muser, cosa vuol dire essere vescovo nella Chiesa di papa Francesco?
Non esiste la Chiesa di papa Francesco, ma solo la Chiesa di Gesù Cristo. Papa Francesco, tuttavia, è il Pietro di oggi. Il mio primo incontro con lui è stato la sera del 14 aprile 2013 nella Casa S. Marta in Vaticano. Quattro giorni dopo, insieme ad altri sei vescovi, mi ha ricevuto per il colloquio ad Adlimina, che è durato un'ora e quaranta minuti. Da quel primo incontro, mi ha accompagnato un’impressione precisa: questo è un uomo interiormente libero! Lo percepisco come una persona e un ministro del calibro dei profeti biblici: radicato nella Parola di Dio, diretto, scomodo, stimolante, senza paura, uno che ci invita al "discernimento degli spiriti". Tutto questo fa bene alla Chiesa - anche a me come vescovo.
Con quali sentimenti ha iniziato il cammino da vescovo 10 anni fa?
Sono diventato vescovo perché il vescovo Karl Golser ha dovuto dimettersi a causa della sua grave malattia. Questo fatto doloroso era molto presente in me in quel momento. Questo segno, con il quale tutto è iniziato, non lo sento però come un peso, ma piuttosto come qualcosa che spero mi abbia fatto maturare e che mi abbia aiutato a comprendere ancor di più la mia vita come dono, missione e vocazione. La nomina da parte di papa Benedetto il 27 luglio e ancor più il giorno dell‘ordinazione episcopale il 9 ottobre 2011 sono stati collegati con sentimenti contrastanti che hanno attraversato la mia mente e il mio cuore. Questi giorni hanno cambiato e plasmato la mia vita. In questi 10 anni passati il mio motto episcopale mi ha dato coraggio, gioia, convinzione e un grande sollievo. "Tu es Christus". Si tratta di te, Cristo. È la tua Chiesa, non la mia! Questo motto è diventato per me sempre più una preghiera personale. Poiché Gesù di Nazareth è il Cristo, io sono cristiano, sacerdote e vescovo con gioia piena di speranza – ed essere umano in tutto.
Gott, du Freund des Lebens,
in der Nachfolge deines Sohnes hast du uns berufen,
Licht der Welt und Salz der Erde zu sein.
In seiner Gemeinschaft erfahren wir
Freude und Trost, Kraft und Zuversicht.
Wir bitten dich um die Gaben deines Geistes:
Hilf uns, den Armen und Notleidenden beizustehen,
Kinder und Jugendliche in die Zukunft zu begleiten,
Menschen in ihren Beziehungen zu stützen
und Sorge zu tragen für deine Schöpfung.
Begleite alles Leben und Wirken
in unserer Diözese Bozen-Brixen:
Öffne uns für neue Wege,
fördere die vielfältigen Berufungen,
festige unter uns das Band der Einheit,
stärke uns im Glauben, in der Hoffnung
und in der Liebe und sei gegenwärtig,
wo wir deinen Segen besonders erbitten.
Vollende uns in deiner Güte mit allen,
die uns vorausgegangen sind.
Darum bitten wir durch Christus, unseren Herrn.
Amen.
Dio, amico della vita,
tu ci hai chiamati alla sequela del tuo Figlio,
ad essere luce del mondo e sale della terra.
Vicini a lui sperimentiamo
gioia e consolazione, forza e speranza.
Ti preghiamo, invia su di noi i doni del tuo Spirito:
fa’ che diveniamo aiuto dei poveri e dei sofferenti,
che accompagniamo i bambini e i ragazzi
nel loro cammino verso il futuro,
che sosteniamo le persone nelle loro relazioni
e ci prendiamo cura del creato.
Accompagna la vita e l’agire della nostra Diocesi:
fa’ che siamo aperti a nuove vie,
suscita nuove vocazioni
alla vita cristiana e consacrata,
rafforza fra di noi il vincolo dell’unità,
confermaci nella fede, nella speranza e nella carità
e sii con noi quando invochiamo la tua benedizione.
Rendici partecipi della tua resurrezione
assieme a tutti coloro che ci hanno preceduti.
Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.
Amen.
Bel Die, amich dla vita,
tu nes es cherdà a ti jì do a ti Fi
y vester lum dl mond y sel dla tiera.
Daujin a d’Ël sentions
legrëza y cunfort, forza y speranza.
Te prion bel dla scincundes de ti Spirt:
Judenes a vester de aiut a pueresc y a chi che patësc,
a cumpanië i pitli y i jëuni te si daunì,
a sustenì la persones te si relazions
y a se tò a cuer de dut l crià.
Acumpanieia la vita y dut chël che vën fat
te nosta Diozeja de Bulsan-Persenon:
Gëurenes de viers de stredes nueves,
descëida vocazions de uni sort,
renforza danter nëus l liam dl’unità,
danes forza tl crëidum, tla speranza y tl amor
y sibes for cun nëus, canche prion bel de ti benedescion.
Lascenes tò pert a ti ressurezion
adum a duc chëi che nes ie jic danora.
De chël te prions per Gejù Crist, nosc Seniëur.
Amen.
Ladin de Gherdëina
Bel Dî, amich dla vita,
tö nes as cherdé da ti jí do a to Fi
y ester löm dl monn y se dla tera.
Sön tru cun Ël podunse sintí
ligrëza y confort, forza y speranza.
I te periun do les scincundes de to Spirit:
Dëidesse da ester de aiüt ai püri y a chi che patësc,
da acompagné mituns y jonëza te so dagní,
da sostigní les porsones te sües relaziuns
y da se tó a cör döta tüa creaziun.
Acompagnëia la vita y döt ci che vëgn fat
te nosta Diozeja Balsan-Porsenú:
Deuresse por trus nüs,
descëda vocaziuns desvalies,
fá plü sterch inanter nos le lian dl‘unité,
renfórzesse tla fede, tla speranza y tl amur
y sideste cun nos, canche i periun do tüa benedisciun.
Completëiesse te tüa bunté
adöm a düc chi che nes é jüs danfora.
De chësc te periunse por Gejú Crist, nosc Signur.
Amen.
Ladin dla Val Badia
Nel 2019 il vescovo Ivo Muser ha ordinato vescovo a Bressanone Michele Tomasi.
Le nuove chiese di Bolzano-Firmian (2012) e di Plaus (2017) sono state consacrate dal vescovo Muser.
12 le udienze da papa Francesco alle quali finora ha partecipato il vescovo Ivo Muser.
13 sacerdoti diocesani e degli ordini religiosi e 23 diaconi (tra i quali 10 diaconi permanenti) sono stati ordinati dal vescovo Muser dal 2011.
Dal 2011 il vescovo Ivo Muser ha scritto 21 lettere pastorali; la più recente, "In anima e corpo", è stata pubblicata il 15 agosto 2021.
Il vescovo Muser ha presieduto 79 riti in cui ha amministrato il sacramento della cresima. Nel 2019 il percorso di preparazione alla cresima in Diocesi è cambiato, la "nuova" cresima verrà amministrata per la prima volta nell'autunno 2022.
Il vescovo Ivo Muser ha uno stipendio mensile di 1300 euro, non molto di più di un sacerdote con 20 anni di servizio, che arriva a uno stipendio lordo di 1200 euro.
Il vescovo celebra ogni giorno la Santa Messa: con le comunità parrocchiali, con i gruppi e nella cappella della sede episcopale. Complessivamente il vescovo Muser ha presieduto dalla sua ordinazione 3778 celebrazioni eucaristiche.
Nel suo viaggio più lungo da vescovo, Ivo Muser ha percorso 10.475 km. La meta è stata Aiquile in Bolivia.
La macchina è il mezzo essenziale per gli spostamenti del vescovo. Dalla sua ordinazione ha sempre utilizzato la stessa auto e percorso 182.000 km in 10 anni.
Altre informazioni interessanti:
Lettera pastorale "Formare la nostra coscienza con Mayr Nusser", marzo 2017
Da Josef Mayr-Nusser possiamo imparare che cosa significhi la libertà di coscienza. Per noi cristiani agire secondo una coscienza formata significa dare a Dio lo spazio che gli spetta nella nostra vita. Seguendo l’esempio del nostro Beato, anche noi dobbiamo formare la nostra coscienza in modo tale che nelle sfide e nelle circostanze attuali riusciamo a trovare soluzioni e risposte secondo il Vangelo e secondo i valori iscritti nella natura umana.
Lettera ai giovani della nostra Diocesi, marzo 2018
Non accontentatevi di attendere che siano i governanti o coloro che detengono il potere a risolvere i problemi, ma approfittate delle occasioni che vi si presentano oggi! Con il vostro comportamento, potete favorire uno sviluppo economico equo e degne condizioni di vita, che assicurino un futuro non solo a noi, ma anche alle generazioni a venire. Vivendo così non realizzate soltanto voi stessi, ma date una forma cristiana alla società e al mondo.
Lettera pastorale "Beati gli operatori di pace", Ognissanti 2018
Oggi abbiamo bisogno di segni concreti che sappiano unirci e riconciliarci, che ci aiutino a comprendere assieme la storia, a rammentare, a interpretare e a perdonare. Ogni parte ha avuto vittime e colpevoli! Tutti noi possiamo compiere semplici azioni di pace, iniziando dall’impegno a conoscere gli “altri“: che sia il proprio vicino o la propria vicina, una persona appartenente a un altro gruppo linguistico, il migrante con la sua storia e le sue speranze. Conoscere veramente l’altro costruisce un ponte per la pace.
Lettera pastorale "Cassiano e Vigilio 2020", aprile 2020
Vi invito a ritrovare la domenica e le feste dell’anno liturgico e a scoprire quale tesoro ci viene affidato. Non vergogniamoci della nostra fede, parliamone senza paura e mostriamola concretamente e pubblicamente. Voglio sottolineare in particolare la dimensione sociale della professione della fede cristiana, senza la quale la fede non può dirsi tale: l’impegno per la tutela della vita umana dal concepimento alla morte, l’aiuto al prossimo, la gratuità, la disponibilità a partecipare e sostenere progetti sociali e caritativi, la condivisione a livello personale e strutturale con quanti hanno bisogno di aiuto, l’impegno a favore del Creato.
Lettera pastorale "Per una cultura della vigilanza e della corresponsabilità", novembre 2020
Proprio perché l'abuso può accadere e accade spesso e ovunque - dentro e fuori la Chiesa -, è necessario un radicale cambiamento di mentalità, che sia profondamente umano e cristiano: da una cultura dell’ignorare a una cultura del vigilare; da una cultura della non ingerenza a una cultura della trasparenza, dell‘apertura e della corresponsabilità. La nostra Diocesi vuole sensibilizzare a una cultura aperta al colloquio, affinché l'abuso non rimanga più un tabù e non distrugga la vita delle persone.
Lettera pastorale "Dai loro frutti li riconoscerete", marzo 2020
Un’economia fiorente non è automaticamente anche giusta! Decisiva è la domanda sull’equa distribuzione. Un’azione responsabile sul piano economico pone la crescita al servizio della collettività. Per questo un incremento del profitto ad ogni costo non può mai essere una massima di comportamento moralmente accettabile. Premessa per la pace è la giustizia sociale, non la molla dell‘avarizia e dell‘avidità verso progresso, crescita e successo. Dall‘ “avere all’essere“ è la direzione che ci mostra il Vangelo e il futuro che dobbiamo costruire assieme.
Lettera pastorale "Cercare e trovare Dio in un mondo vulnerabile", Quaresima 2021
Come il coronavirus richiede un periodo di cure per riacquistare la salute fisica, così la quaresima è una quarantena favorevole per attivare degli anticorpi speciali: quelli necessari a far risplendere la bellezza della vita umana e cristiana attraverso atteggiamenti di sincerità, apertura, gratuità. Nell’epoca del Covid, rinnoviamo quindi la nostra volontà per una quaresima vissuta bene, da soli e con gli altri, nel digiuno dell’egoismo e dell’indifferenza. Così potrà diventare davvero un esodo pasquale dalla sfiducia alla speranza.
Lettera pastorale "Una richiesta urgente in piena estate", agosto 2017
Non abbiamo bisogno soltanto di più tempo libero per noi come singoli individui. Abbiamo bisogno di tempo libero comunitario! Difendendo apertamente le nostre domeniche e i nostri giorni festivi alla fine ci guadagniamo tutti quanti. L’assoggettare tutto il nostro tempo al profitto e al consumo va a minare anche l’ambito religioso. Ritengo sia oggi una priorità per la Chiesa lo spendersi per ciò che non porta alcun profitto immediato: per il tempo sacro, per le nostre festività e soprattutto per le domeniche.
Lettera pastorale "Questo è il giorno che ha fatto il Signore", febbraio 2012
Ho posto il mio servizio episcopale sotto il motto della professione di fede cristiana “TU ES CHRISTUS“. Possiamo fare questa professione di fede soltanto perché esiste la Pasqua. L‘Apostolo Paolo, questo testimone eminente degli inizi della cristianità, ci dice: “Ma se Cristo non è risorto, vuota allora è la nostra predicazione, vuota anche la vostra fede“ (1 Cor 15,14). Celebrare la Pasqua e la domenica è fin dai tempi degli apostoli l‘espressione personale e comunitaria di questa professione di fede.
Lettera pastorale "Nella croce è la speranza", marzo 2015
La nostra società ha bisogno di valori unificanti e vincolanti, etici e spirituali. E in questa ricerca la religione può rivestire un ruolo importante per edificare un ordine sociale orientato alla giustizia e alla pace a livello personale, familiare, nazionale e internazionale. Libertà religiosa non significa tanto "libertà dalla religione", bensì libertà di ognuno di avere e professare la propria religione, nel rispetto delle convinzioni religiose altrui.
Mit Bischof Ivo Muser verbindet mich, dass wir selben Jahrgangs sind und beide aus dem Pustertal stammen.
Aber auch die Tatsache, dass wir beide auf einer kirchlichen Führungsebene befinden, die in der heutigen Zeit eine ganz besondere Herausforderung an uns stellt, nämlich die Reihen der Ordensleute und Priester werden immer lichter, der Altersdurchschnitt ist sehr hoch. Mit dieser Tatsache umzugehen verlangt von uns Gelassenheit, Weitblick und ein tiefes Gottvertrauen.
Was ich an Bischof Ivo schätze, ist seine Verständlichkeit, aber vor allem auch seine Sprachgewandtheit, aber auch seinen einfachen und zufriedenen Lebensstil.
Sr. Mirjam Volgger, Responsabile diocesana per ordini e congregazioni
Stimé vësco Ivo,
al ê ai 9 de otober canche ostes parores, pronunziades te n bel ladin, â arjunt nüsc cörs: “Cera jënt ladina, i ves diji n gran dilan por ostes oraziuns. Deboriada orunse tigní sö i valurs de nosta religiun…” N invit che i nes un tut a cör y i pó dí che i ves un veramënter acompagné cun la oraziun, mo nia mâ, i un ince partí momënc y esperiënzes de fede, tl bel y ince tles desfidades. Tres indô unse podü cunté sön osta presënza inanter nos, dantadöt canche i adorân osta parora y osta man. Dilan de cör! Fondamentala é bëgn stada la vijita pastorala 2017: ci ligrëza che la jënt á desmostré da podëi incunté de porsona so famëi, da ascuté sües parores, da baraté fora val’ minunga, da fá aodanzes, da damané consëis y da zelebré la fede. Deboriada … che nes á cinamai condüt son val’ piza dles Dolomites, olá che le moto “Tu es Christus” deventâ sentimënt y audanza da jí inant le tru deboriada.
Anna Maria Fiung, per l’Unità pastorale Val Badia
Die formvollendeten Predigten und Ansprachen, die geübte freie Rede oder die inhaltlich und stilistisch beeindruckenden Hirtenbriefe von Bischof Ivo vermitteln den Eindruck von tiefer Überzeugung, Glaubenssicherheit und starkem Willen zur guten Führung der Diözese in die kommenden Jahre. Aber ich nehme Bischof Ivo auch wahr als jemand, der mit Sorge auf die sich verschärfenden Krisen in unserer Gesellschaft blickt: die drohende seelische Verwahrlosung inmitten vermeintlichen Wohlstands, die ökologischen Gefährdungen und den abnehmenden sozialen Zusammenhalt.
Größere Sorgen bereiten Bischof Ivo wohl die Erschütterungen, Brüche und Verwerfungen in der Kirche: Missbrauch, fehlende Berufungen, auseinanderdriftende Erwartungen von Reformern und Traditionalisten, die Rolle der Frau in der Kirche, eine zunehmende Gleichgültigkeit gegenüber Glaubensfragen und eine zunehmende „Gottesvergessenheit“ sind nur einige Stichworte dazu. Ich stelle mir vor, dass Bischof Ivo sich nach Lukas 18,8 vor allem mit der Frage herumplagt: „Wird der Menschensohn, wenn er wiederkommt, noch Glauben vorfinden?“
Ich wünsche Bischof Ivo für sein weiteres Wirken Besonnenheit und Mut, vor allem aber die nicht nachlassende Freude an der Verkündigung der Frohen Botschaft.
Franz Tutzer, Co-presidente del "Katholisches Forum Südtirol"
“Carissimo Vescovo Ivo”: inizia così il messaggio di auguri del vescovo di Treviso, il bolzanino Michele Tomasi, a lungo collaboratore del vescovo Muser nella diocesi di Bolzano-Bressanone. Ecco un passaggio della sua lettera:
Per usare l’espressione cara a Papa Francesco, una delle tue linee guida era di incoraggiare la Diocesi a mettersi “in uscita”, di fronte alle grandi questioni del tempo. Su questo non ti sei negato a nessun dialogo o dibattito, nella guida mai facile di una realtà di Chiesa ricca, articolata, diversificata, non solo per le sue caratteristiche linguistiche.
Proprio nel campo della convivenza tra gruppi linguistici l’accelerazione delle scelte e delle impostazioni di dialogo e collaborazione, esemplificata dalla riorganizzazione della Curia diocesana, è stata radicale e significativa, e mostra come sei riuscito ad essere e ad essere riconosciuto come il Vescovo di tutti. L’augurio dopo questi primi dieci anni è di poter continuare con questo riconoscimento e con il paziente lavoro di ascolto, di dialogo, di mediazione necessario per permettere a tutta la comunità di camminare insieme.
Vescovo Michele Tomasi, vescovo di Treviso, già vicario generale e vicario episcopale della Diocesi di Bolzano-Bressanone
La Comunità Ebraica di Merano si unisce agli auguri rivolti a Sua Eccellenza Ivo Muser, Vescovo di Bolzano-Bressanone per i suoi dieci anni trascorsi dall’ordinazione episcopale. Nel segno di una amicizia ebraico-cristiana costruita e coltivata negli anni dalle Comunità Ebraiche italiane e la Chiesa Cattolica non possiamo esimerci dall’augurare a tutti che l’operato di Sua Eccellenza prosegua nel cammino già battuto. Personalmente, in qualità di Presidente della Comunità che rappresento, mi auguro che il dialogo possa continuare con gli stessi risultati di reciproca stima raggiunti fino ad oggi.
Elisabetta Rossi, Presidente Comunità Ebraica di Merano
Vostra Eccellenza reverendissima,
a dieci anni dalla Sua ordinazione episcopale, desidero ringraziarLa di cuore per l'apporto sempre costruttivo che ha saputo darci nell'affrontare i nodi e le problematiche del vivere quotidiano alla luce dei valori cristiani.
A nome della città tutta Le auguro che forza e entusiasmo possano accompagnare sempre la sua azione pastorale.
Con stima e riconoscenza
Renzo Caramaschi, Sindaco di Bolzano
Caro vescovo Ivo,
grazie per per il servizio come pastore, come insegnante, come sacerdote; grazie per la proclamazione della Parola di Dio, per la preghiera, la celebrazione dei sacramenti, la testimonianza, per la volontà di precederci, ma anche per la capacità di rallentare, di cambiare e di conservare.
Le auguro di continuare a svolgere con questo spirito il ministero pastorale nella nostra Diocesi. Il nostro tempo sta affrontando grandi sfide e cambiamenti, è esposto a pressioni a destra e a sinistra. Possono farcela solo coloro che hanno trovato un centro che dona loro la pace. Per lei questo centro è Cristo.
Tu es Christus - della professione di fede di Pietro lei ha fatto il suo motto episcopale. Nell‘annunciare Cristo, come cristiano, come sacerdote e come vescovo, lei vede giustamente la sua missione, il fondamento della sua vita. Che Cristo stesso le doni salute, gioia e una fede solida.
Eugen Runggaldier, Vicario generale della Diocesi di Bolzano-Bressanone
Il Vescovo Muser sa incarnare l’autorità e la dignità del suo delicato uffizio, consapevole della responsabilità che la Chiesa riveste in un mondo sempre più complesso e più individualista.
Oggi la Chiesa si trova a dover competere con molte altre religioni e filosofie di vita, che comprendono l’agnosticismo e l’ateismo. A tal proposito va evidenziato come il Vescovo Muser sappia, con i suoi modi, trovare ascolto anche oltre le cerchia ecclesiastiche sulle più diverse questioni che toccano la nostra società.
Infine, voglio sottolineare come il Vescovo Muser, anche nei momenti più difficili, sappia usare le giuste parole di ammonimento e di esortazione, soprattutto a difesa dei più deboli e degli emarginati della nostra società. Parole importanti, soprattutto perché non sempre apprezzate da tutti i fedeli.
Per questo decimo anniversario dall’ordinazione a Vescovo, quindi, i miei migliori auguri, eccellenza!
Arno Kompatscher, Presidente della Provincia
Il gruppo degli Assistenti spirituali negli ospedali dell’Alto Adige apprezza in particolare alcuni aspetti legati ai 10 anni da vescovo.
Auguriamo al vescovo Ivo il sostegno dello Spirito Santo, che gli conceda saggezza, coraggio e tutti gli altri suoi doni. Lo invitiamo a continuare a venire negli ospedali e nelle case di cura per cercare e incontrare Cristo nei malati e nei deboli. A sua volta, egli dà loro un segno visibile della cura pastorale del Signore.
Assistenti spirituali negli ospedali dell’Alto Adige
Carissimo Padre Vescovo,
facciamo festa con Lei nell’anniversario della sua ordinazione episcopale ringraziandoLa per averci guidato in questi 10 anni ad approfondire e attualizzare il Vangelo condividendo gioie e fatiche, speranze e attese di chi vive nella nostra bella terra.
A nome mio personale e di tutti i componenti della Consulta diocesana dei Laici rinnoviamo la nostra preghiera e il nostro impegno perché la nostra Chiesa riesca a discernere il meglio per rispondere alle domande e alle esigenze essenziali della nostra gente.
Luciana Fiocca, Presidente della Consulta Aggregazioni Laicali
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Tel. +39 0471 976 097
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