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Coronavirus e le misure della Diocesi: risposte alle domande più frequenti

Vicario generale Eugen Runggaldier: "Nel contesto delle misure contro la diffusione del Covid-19 numerosi sacerdoti e laici si sono rivolti alla Curia vescovile per avere informazioni più dettagliate. Non è stato possibile rispondere a tutti singolarmente e pertanto con questa nota il vicario generale Eugen Runggaldier si sofferma sulle domande più frequenti, non senza aver prima invitato a rispettare in modo rigoroso le misure di prevenzione. Come comunità ecclesiale di credenti, soprattutto per solidarietà verso le persone anziane e malate, vogliamo fornire il nostro contributo per contenere la diffusione del virus."

Il feretro del defunto non deve essere esposto in casa, bensì nell’apposita cappella del cimitero o nella vicinanza della chiesa parrocchiale. Il luogo in cui il feretro del defunto è custodito sarà aperto negli orari consueti. Va evitato che si radunino grandi gruppi di persone per recitare assieme il rosario. Questo può essere pregato nella Chiesa parrocchiale, nel rispetto delle regole per le celebrazioni liturgiche in vigore dal 18 maggio. Le persone in lutto possono pregare anche a casa in famiglia o individualmente (Preghiera in casa durante le esequie). Sul luogo di esposizione del feretro è sempre richiesto alle persone il rispetto della distanza di un metro una dall’altra e di indossare la mascherina di protezione bocca-naso. Va evitata l’aspersione della bara con l’acqua santa. Le persone sono invece invitate a fare il segno della croce e chinarsi davanti alla bara.

Da lunedì 18 maggio al 2020 per la celebrazione delle esequie vale il seguente regolamento: https://www.bz-bx.net/it/news/dettaglio/messe-aperte-ai-fedeli-indicazioni-integrative-del-vicario-generale.html .

Fino a indicazione contraria non sono sospesi i cortei funebri (dalla casa del defunto alla chiesa, dalla chiesa al cimitero). Le esequie possono essere celebrate interamente al cimitero o nella chiesa. Se la celebrazione avviene in chiesa, il feretro del defunto viene portato in chiesa prima dell’inizio della celebrazione. Vi è anche la possibilità di celebrare la prima parte della liturgia nella chiesa per poi spostarsi al cimitero per i riti conclusivi.

Per coloro, che non possono partecipare alla celebrazione in chiesa a causa del numero limitato, è possibile trasmettere la celebrazione all’esterno tramite altoparlante. I fedeli in lutto possono anche pregare a casa non appena le campane indicano che la celebrazione delle esequie si sta svolgendo (preghiera a casa durante i funerali).

Al cimitero e all’aperto è obbligatoria la distanza minima di un metro e l’uso della mascherina di protezione bocca-naso.

Si possono visitare a domicilio le persone gravemente malate che abbiano chiesto la comunione, l’unzione degli infermi o di ricevere il sacramento della riconciliazione. Comunque, anche in questi casi, va rispettata per quanto possibile la distanza di un metro tra i presenti.

Di norma tutti che non devono proprio leggere un testo o cantare indossano una protezione che copre bocca e naso.

 

Il sacramento della riconciliazione continua ad essere celebrato. Tuttavia va osservata la distanza minima di un metro tra la persona che si confessa e il sacerdote. Va evitato che il sacramento venga celebrato in un confessionale scarsamente arieggiato. In alternativa il sacramento può essere celebrato nei banchi della chiesa nel rispetto della necessaria riservatezza.

Una nota a firma del vescovo Ivo Muser e del vicario generale Eugen Runggaldier chiarisce per sacerdoti e fedeli le condizioni in merito alla confessione, all’assoluzione generale e all’indulgenza plenaria riferita a quanti sono alle prese con il Covid-19: sito web

Di norma tutti che non devono proprio leggere un testo o cantare indossano una protezione che copre bocca e naso.

 

Nel rispetto assoluto della distanza di un metro tra le persone presenti, le più importanti strutture caritative restano aperte. Non deve infatti accadere che i membri più deboli della società debbano soffrire ancora più degli altri per l’attuale situazione di eccezionalità.

Sacerdoti, diaconi e operatori di altri servizi ecclesiali devono preoccuparsi della loro tutela personale. Ciò significa che vanno rispettate le prescrizioni in materia di igiene e mantenuta la distanza di un metro da tutte le altre persone. Nel caso non si sentissero bene, non devono per nessun motivo svolgere i servizi, bensì restare a casa per evitare un possibile contagio ad altri.