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Caro parroco,
cari collaboratori parrocchiali,
l’Antico Testamento ci racconta quanto tempo ci sia voluto perché Gesù venisse nel nostro mondo come Salvatore e ci mostrasse la via, la strada come luogo attraverso il quale raggiungere la salvezza e il Padre. Gesù è la via… In tutti i continenti, le persone percorrono questo cammino e trovano in Gesù il senso della loro vita.
Nel Nuovo Testamento chi disse a Zaccheo di salire sull’albero per vedere Gesù? Chi condusse Maria Maddalena alla tomba di Gesù? Chi disse alla donna del pozzo di Giacobbe di annunciare il Vangelo di Gesù nel villaggio? Tutti hanno riconosciuto in Gesù “la via” che dava senso e direzione alla loro vita. Hanno percorso questa strada per tutta la vita e l’hanno mostrata anche agli altri. Questa è la carità spirituale. I dodici apostoli e molti altri hanno incontrato Gesù lungo questa strada e hanno cambiato la loro vita; sono diventati “uomini di Dio”. Successivamente tutti i discepoli di Gesù sono usciti e hanno condiviso questa via di Gesù con gli altri. Questa è la carità divina.
Cari sacerdoti e collaboratori pastorali, Gesù invitava le persone a sedersi con lui; mangiava e beveva con loro, condivideva i vestiti e soprattutto il tempo. Era il “buon samaritano”. Le nostre mani che aiutano, nel nome di Gesù, portano frutto, qui e in cielo. Il vostro sostegno durante la Quaresima aiuterà soprattutto le comunità cristiane attive nella costruzione di cappelle e sarà utilizzato per la realizzazione di dormitori, progetti agricoli e pozzi. La nostra condivisione è una testimonianza di fede in Cristo, che è la nostra strada per una vita piena di significato.
Fr. Inti Xavier, sacerdote dall’India ci scrive: “Missio Bolzano-Bressanone mi ha aiutato negli ultimi 8 anni a costruire o restaurare tre chiese e una canonica. Molte persone ora passano davanti a queste chiese, si fermano, le visitano e trovano Gesù, la via per una vita piena di significato. E questi edifici sono testimoni di Gesù e rimangono ‘per sempre’. Siete voi, con il vostro sostegno economico, a diffondere la via di Gesù. Sono sicuro che Dio vi ripagherà per questo”.
Come direttrice dell’Ufficio missionario diocesano mi confronto quotidianamente con le sofferenze delle popolazioni del sud del mondo e con le richieste di aiuto che ci vengono inviate da sacerdoti e missionari. Mi permetto quindi di chiedervi di promuovere iniziative di condivisione durante la Quaresima.
Cari sacerdoti e collaboratori pastorali, vi chiedo di pensare più spesso ai poveri, perché siamo una grande Chiesa solidale che abbraccia tutto il mondo.
Lo scorso anno siamo riusciti a finanziare 36 progetti per un importo complessivo di 293.733,80 € - di seguito potete trovare una breve statistica.
Grazie per quello che farete e cordiali saluti
Irene Obexer Fortin, Direttrice di Missio Bolzano-Bressanone
Le offerte per la Quaresima di fraternità possono essere fatte non solo attraverso i soliti canali locali nelle parrocchie, ma anche attraverso il seguente conto corrente:
Titolare del conto corrente: Curia vescovile
Piazza Duomo 2, 39100 Bolzano
Cassa Centrale Raiffeisen, Bolzano
IBAN: IT56 T034 9311 6000 0030 0202 908
Si prega di indicare "Quaresima di fraternità" nel bonifico bancario.
di p. Junmar Maestrado SVD, collaboratore di Missio Bz-Bx
1.a domenica di Quaresima: La strada che porta nel deserto
“La strada che porta nel deserto”. Quando ascolto o leggo questa frase, mi viene un po’ di nausea. Preferisco percorrere una strada normale, piuttosto che una che porta nel deserto. La maggior parte delle persone preferisce evitare il deserto. È un luogo dove non amano andare. I tuareg, gli abitanti del deserto, dicono: “Nessuna persona che attraversa il deserto e lo vive, ritorna poi uguale a prima.”
Gesù non ha evitato il deserto. No, vi è rimasto per 40 giorni e 40 notti e nel deserto ha fatto le sue esperienze. I deserti o i periodi di deserto esistono, probabilmente, in ogni vita. Inevitabilmente facciamo anche noi, a volte, esperienza di deserto. Ma cosa ci porta fuori da questo deserto che ci troviamo ad attraversare? La via della consapevolezza, del rispetto, dell’amore per il prossimo, la strada della pace e della giustizia, la via che ci porta ad entrare in contatto con noi stessi e con Dio. Questa è la strada che Gesù stesso ci ha indicato.
La strada che ci conduce nel deserto, ma che ci fa anche uscire, ci invita a riflettere, a ripensare e poi a percorrere nuove strade; strade che lo Spirito di Dio ci sta indicando, forse soprattutto in questo periodo di Quaresima.
2.a domenica di Quaresima: La strada che ci porta sul monte
La strada ha condotto Gesù e i suoi discepoli su un’alta montagna.
Chiunque abbia già scalato una vetta sa quanto sia bello trovarsi in cima ad una montagna. Le difficoltà dell’ascesa vengono subito dimenticate e si desidera rimanere in cima il più a lungo possibile. Ma non possiamo rimanere lì, dobbiamo scendere di nuovo a valle, là dove viviamo.
Questo Vangelo ci incoraggia, dopo “l’esperienza della vetta” a tornare a valle, tra la gente, là dove vive.
Anche se Gesù proibì severamente ai discepoli di raccontare quello che avevano vissuto in cima alla montagna, i discepoli furono spinti a raccontare le loro esperienze. Si sa, le esperienze sono grandi fonti di insegnamento.
Anche noi siamo spinti a raccontare agli altri le esperienze che abbiamo fatto “in vetta”. In altre parole, siamo spinti a raccontare quello che abbiamo vissuto per indicare agli altri la strada, per incoraggiarli a percorrerla, magari a fermarsi anche, per ritrovare l’orientamento e per poi proseguire.
Da molte “cime” che incontriamo nella Bibbia, le persone tornano sempre rafforzate, incoraggiate e con una motivante esperienza di Dio. Lasciamoci contagiare dalle esperienze di queste persone, lasciamoci trasportare dall’incontro con persone che percorrono questa strada e lasciamoci trasformare ancora una volta nel nostro rapporto con Dio dall’incontro con Gesù.
3.a domenica di Quaresima: La strada che ci porta in Samaria
La Samaria, piccola regione attorno all’attuale città di Nablus, era una zona per lo più evitata dagli ebrei, perché era abitata dal popolo dei Samaritani, che gli ebrei consideravano “inferiori”. La strada porta Gesù attraverso la Samaria ed è proprio lì che, non lontano dall’odierna Nablus, presso il pozzo di Giacobbe, Gesù ha un incontro importante.
Al pozzo c’era una donna che stava attingendo acqua. Gesù le chiede dell’acqua, perché aveva sete. Come ebreo praticante non avrebbe dovuto nemmeno avvicinarsi a questa donna, tanto meno chiederle un favore. Gesù ignora tutte le regole sociali e inizia una conversazione con questa donna.
Gesù non è convenzionale. Non si preoccupa della persona o della legge che gli vieterebbe di trattenersi insieme a lei. Si preoccupa solo della persona che gli sta davanti. Gesù si rivolge alla donna, che ha incontrato e che è per lui importante. All’inizio lei è sorpresa, ma percepisce ciò che proviene da questo Gesù: umanità, benevolenza, amore per il prossimo. Gesù si confronta anche con noi oggi, proprio come ha fatto con la donna al pozzo di Giacobbe.
Nei Vangeli scopriamo spesso quanto la gente sia stata ispirata dall’incontro con Gesù. Quell’uomo che veniva da Nazareth sapeva dare a tutti coloro che non si chiudevano a riccio una nuova visione della vita, un nuovo approccio, o – ancor meglio – una nuova e sorprendente esperienza di Dio.
A noi, come seguaci di Gesù, è stato dato un buon esempio su come comportarci con gli altri. Da questo possiamo vedere come noi persone possiamo venire cambiate anche oggi dagli incontri che facciamo. Soprattutto dall’incontro con Gesù.
4.a domenica di Quaresima: La strada che ci porta alla gioia
“Laetare” – “Gioisci!” è l’antico nome della quarta domenica di Quaresima. Prende questo nome dall’antifona d’ingresso della s. messa: “Laetare Jerusalem” – “Gioisci, Gerusalemme!”. Questa domenica ci parla di gioia.
Il Vangelo racconta di un cieco che ha riacquistato la vista e di come si rallegri per questo. I farisei, tuttavia, non trovano motivo per rallegrarsi. Cercano molte scuse e fanno molte domande sul perché il cieco fosse stato guarito. I farisei, nella loro visione ristretta, hanno preso un’altra strada, una strada che semina odio e invidia e che ha tolto loro anche la gioia della fede.
Il Vangelo ci racconta l’amore infinito di Dio per noi esseri umani. Nessuno è escluso da questo amore, anche se sappiamo di non meritarlo, perché il nostro stesso vivere e amare e tutto il nostro volere e fare è sempre debole, fragile e imperfetto.
Ma l’amore di Dio è più grande delle nostre debolezze e dei nostri fallimenti. L’amore di Dio è più grande di ogni colpa. Gesù ci ha mostrato questa strada e desidera che noi lo seguiamo. Ora. Questa non è una strada facile, ma alla fine ci porterà alla felicità e alla gioia.
5.a domenica di Quaresima: La strada che porta a Betania
La strada di Gesù porta a Betania, un villaggio dove vivono Lazzaro e le sue sorelle Marta e Maria. Gesù vi si reca sconsolato e triste. Il suo amico Lazzaro è morto da poco.
Gesù piange. Ma Gesù non si ferma al pianto. Sebbene la situazione, dal punto di vista umano, sia assolutamente disperata, Gesù agisce e riporta Lazzaro in vita.
In questo gesto di Gesù si manifesta la potenza di Dio. Solo Dio è il Signore della vita e della morte. Gesù Cristo, il Figlio di Dio, è venuto a donarci la vita eterna.
Il Vangelo descrive le difficoltà, ma anche il modo in cui le persone rimangono unite nella sofferenza e mostra come le persone si rafforzano nella fede.
Vale la pena di osservare più da vicino come i discepoli di Gesù crescono nella fede, come Marta e Maria dichiarano con fiducia la loro fede, come è la fede di Gesù e cosa ne dice la gente.
Il racconto della resurrezione di Lazzaro ci offre un’anteprima di quello che celebreremo a Pasqua: Dio aiuta, Dio conduce alla vita.
Nel 2022, grazie alla “Quaresima di solidarietà”, sono stati raccolti 293.733 euro (2021: 316.941 euro). Grazie a queste offerte sono stati finanziati 36 progetti.