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Suggerimenti per le cartoline del tema annuale

Le cartoline si prestano a creare un dialogo con un gruppo di giovani e adulti sul tema dell'ascolto. Sono qui disponibili alcune informazioni introduttive e spunti di riflessione utili per lavorare con dei gruppi. Le cartoline sono a disposizione presso l'Ufficio pastorale diocesano.

Mc 4,26

Gesù paragona il regno di Dio non a una situazione o a uno stato acquisito, ma a un’azione: “Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno”. Nel Nuovo Testamento, l’atto del seminare è spesso associato all’evangelizzazione. 

Ci sono molti modi per seminare o evangelizzare: si può gettare il seme, come accade nel vangelo di Marco e nella famosa parabola del Seminatore: “una parte cadde lungo la strada... un’altra parte cadde sul terreno buono...” (Mt 13, 3-9); oppure si possono piantare con cura i semi nel terreno, uno ad uno. Come abbiamo ricevuto il seme della fede? Come vogliamo trasmetterlo?

Mc 10,14

“Lasciate che i bambini vengano a me: a chi è come loro, infatti, appartiene il regno di Dio”. Il regno di Dio appartiene ai bambini. Oppure non a loro, ma a chi è come loro? Si può affermare che il regno di Dio appartiene a qualcuno? 

I bambini sono spesso estremamente diretti nell'esprimere le cose e sono pronti a mettere il dito nella piaga. Rivelano le nostre debolezze e si accorgono quando la nostra vita non è in armonia con la nostra fede. Spesso rispondiamo alle loro domande scomode con un: “Quando sarai grande, capirai!”. In quali momenti della mia vita mi trovo in difficoltà nel dare una risposta? Quando gli sguardi dei bambini mi mettono a disagio?

Lc 6,20

Il Vangelo di Luca ci presenta le Beatitudini in modo molto asciutto: “Beati voi, poveri, perché vostro è il regno di Dio”; al contrario, il Vangelo di Matteo conferisce loro una dimensione spirituale: “Beati i poveri in spirito…” (Mt 5,3).

Il Vangelo secondo Matteo ci dà un senso di sicurezza. È sufficiente essere poveri “in spirito”. Il Vangelo di Luca è più radicale. Ci costringe ad allargare lo sguardo per vedere le situazioni di povertà e rivalutarle. A quali immagini desidero orientarmi? A immagini mi oriento effettivamente?

Ct 2,14

Il Cantico dei Cantici canta l’amore tra l’uomo e la donna ed è espressione del profondo desiderio di affetto e accoglienza che ogni essere umano porta dentro di sé. Nel cantico, l’uomo paragona la donna a una colomba che cerca rifugio nelle fenditure della roccia e nei nascondigli dei dirupi. Egli grida: “mostrami il tuo viso, fammi sentire la tua voce, perché la tua voce è soave, il tuo viso è incantevole”. La ricerca perigliosa dell’amata ha successo; lei stessa prende la parola alla fine del cantico e dice con gioia: “il mio amato è mio e io sono sua”.

Quelli che, per gli antichi poeti, erano le fenditure della roccia e i dirupi, sono per gli uomini di oggi selfie e like: mostrano vicinanza e allo stesso tempo funzionano solo a distanza. Sono aperto/aperta all’incertezza e al pericolo della ricerca e alla gioia di un vero incontro e abbraccio?

Sal 81,9

Il Salmo 81 è un appello di Dio al suo popolo: “Israele, se tu mi ascoltassi!”. Il Dio di Israele è un Dio di amore, eppure deve spesso prendere atto che il suo popolo va per le proprie strade. Il cuore del suo popolo è indurito e incapace di ascoltare la voce di Dio.

La chiesa di Santa Monica a Plaus è un’immagine della disponibilità ad ascoltare e cercare Dio. A coloro che erano assaliti da pensieri cupi, i Padri della Chiesa davano un consiglio pratico: rivolgere lo sguardo al cielo. Dio non si lascia trovare nella confusione terrena: per ascoltare la sua voce, dobbiamo fissare lo sguardo su di lui. In quali luoghi cerco Dio? Dove rivolgo il mio sguardo quando voglio ascoltare la sua voce?

Gv 10,27

Nel Vangelo di Giovanni, Gesù si paragona a un pastore: “Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono”. Il pastore chiama le sue pecore per nome; esse riconoscono la sua voce e lo seguono.

Le parole di Gesù sono sorprendenti. Egli paragona tutti gli uomini a delle pecore. Non solo quelli che lo seguono, ma tutti gli uomini. Anche coloro che sono convinti di essere indipendenti e di andare per la propria strada. Anche quelli che inseguono pastori che in realtà pastori non sono. Di chi sono pecora? di chi ascolto la voce? chi seguo?

Qo 1,8

Il Libro di Qoelet inizia con il famoso detto “vanità delle vanità: tutto è vanità”. Qoelet richiama l’attenzione sull’eterno ripetersi della vita: “Quel che è stato sarà e quel che si è fatto si rifarà”. Anche l’uomo non è che una breve apparizione nel flusso irrequieto degli eventi, tanto che gli è difficile ritenere anche solo alcune percezioni: “Non si sazia l’occhio di guardare né l’orecchio è mai sazio di udire”.

Dio, tuttavia, ha posto “la durata dei tempi” nel cuore dell’uomo; pertanto, ci sono momenti in cui il tempo sembra fermarsi e il cielo e la terra si offrono alla contemplazione in tutta la loro bellezza. In quali luoghi ho percepito che il tempo si fermava e ho goduto di momenti di eternità?

Sal 119,81

Il Salmo 119 loda la sapienza di Dio rivelata nei suoi comandamenti. Chi “cerca Dio con tutto il cuore” godrà della sua dolce compagnia e del suo conforto: “del tuo amore, Signore, è piena la terra”.

Eppure, ci sono momenti nella vita in cui Dio sembra lontano, e i suoi comandamenti aridi e incomprensibili. Momenti in cui la Parola di Dio non dà conforto e la vita sembra senza senso. Momenti in cui sentiamo un vuoto profondo e gridiamo: “Spero nella tua parola”. In quali momenti della mia vita ho sofferto di più per l’assenza di Dio?